L’arte, la metodologia e la scienza dell’apologia, specie nella filosofia (anticamente l’a. fu parte della dialettica) e più ancora nella religione. Mirando a difendere la verità contro l’errore, a sostenere [...] e i suoi seguaci contro obiezioni di avversari, l’a. si può dire propria delle religioni rivelate (giudaismo, cristianesimo, islamismo), che presentano una concezione totale del mondo e dell’uomo nei suoi rapporti con Dio, e quindi offrono, come ...
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(russo Lezginy) Gruppo di popolazioni di lingua caucasica del Daghestan, suddiviso in numerose frazioni (Dargua, Didoi Lachi, Curini ecc.). Molto sensibili sono gli influssi tatari e persiani nell’abbigliamento, [...] dei tappeti, e soprattutto nella struttura sociale, nel diritto e nella religione, con la generale diffusione dell’islamismo. Estremamente frammentari i dialetti: come lingue generali di comunicazione sono usati l’avaro nelle valli più occidentali ...
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Erudito bizantino (n. Trebisonda 1400 circa - m. 1475 circa); consigliere dell'imperatore Giovanni VIII Paleologo al Concilio di Firenze, vi difese d'accordo col Bessarione l'unione con Roma, ma tornato [...] poi protovestiario dell'imperatore di Trebisonda, Davide Comneno, finché quella città cadde in mano dei Turchi (1461); passò allora all'islamismo e visse a Costantinopoli presso Maometto II, per il quale curò un'edizione della Geografia di Tolomeo. ...
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Parola araba che significa "appartenente alla gente della dhimmah", ossia alla gente munita d'un patto di protezione, e designa il non musulmano suddito dello stato islamico. Tale sudditanza è ammessa [...] al dominio musulmano.
Ai dhimmī è accordata la libertà di culto e per conseguenza (dato il concetto di Maometto e dell'islamismo che il diritto non sia se non uno degli aspetti della legge religiosa) anche la libertà di seguire il loro statuto ...
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. Vocabolo che, con lievi varianti nel vocalismo, significa "servo, schiavo" nella maggioranza delle lingue semitiche; preso nel senso religioso di "devoto" ad una divinità, entra nella composizione di [...] di un Dio) presso i Fenici, i Cartaginesi, i Nabatei, i Siri (pagani e cristiani) e gli Arabi (prima e dopo l'islamismo); invece appare raramente in nomi teofori ebrei. P. es. in fenicio ‛Abd Eshmūn, ‛Abd Milqart, ‛Abd ‛Ashtart, ‛Abd Alōnīm "il servo ...
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ṢŪFISMO
Carlo Alfonso Nallino
. Voce coniata, sotto la forma latina Ssufismus, dal tedesco F. A. Tholuck nel 1821, per rendere l'arabo taṣawwuf che, presso tutti i popoli musulmani, designa ciò che [...] 1923 (trad. danese di testi poetici quasi tutti arabi, tra i quali l'intero grande poema d'Ibn al-Fāriḍ); M. Asín, El islam cristianizado, Madrid 1931 (studî e trad. di parti non filosofiche d'Ibn ‛Arabi); al-Hujwírí, Kashf al-maḥjúb, trad. di R. A ...
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Ī ‛Abdallāh ibn ‛Omar al-Baiḍāwī è noto tra gli scrittori arabi specialmente per un suo famoso commento al Corano, che gode di grande favore presso i sunniti. Scrisse anche di diritto e di metafisica, [...] e compose, in persiano, una storia universale. Morì forse nel 716, 1386 della nostra era (v. islamismo).
Bibl.: Beidhawii Commentarius in Coranum ex codd. Paris., Dresd. et Lips., ed. H. O. Fleischer, Lipsia 1846-1848; I. Goldziher, Die Richtungen ...
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MOSCHEA (forma antiquata meschita; antico fr. mosquet; fr. mosquée; sp. mesquita)
Michelangelo GUIDI
Mario GIORDANI
Ernst KUHNEL
Dall'arabo masgid, plur. masāgid (che vuol dire propriamente luogo [...] ci mostrano nei primi musulmani l'assenza di ogni reverenza per il sacro recinto, hanno indotto il Caetani nei suoi Annali dell'Islam, e qualche altro critico, a negare fede a questa tradizione e a sostenere che la pretesa moschea di Medina non fu ...
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MAWLÀ
Carlo Alfonso Nallino
. Il vocabolo arabo mawlà, al plurale mawālī, ha parecchi significati, fra i quali: a) signore, padrone; b) patrono dei suoi schiavi emancipati; c) liberto, schiavo emancipato; [...] individuale si sostituisca una tribù araba. I mawālī nel senso d) hanno una grande importanza nella storia politica e sociale dell'islamismo nella seconda metà del I e nella prima del sec. II dell'ègira, quando i nuovi convertiti di razza non araba ...
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Fondatore di quello che, cronologicamente, è il terzo dei sistemi o riti o scuole (madhhab) sunniti vigenti in rituale e diritto musulmano e che da lui prende il nome (v. islamismo, XIX, p. 614). Di stirpe [...] sciita imāmita.
Bibl.: Su ash-Shānfi‛i le principali indicazioni sono date da W. Heffening, art. Shāfi‛ī, in Enc. de l'Islam, ed. fr., III, 1926, pp. 261-63. - Per il sistema rituale e giuridico shāfi'ita: Th. W. Juynboll, Handleiding tot de kennis ...
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islamismo
s. m. [der. di islam]. – La religione fondata in Arabia da Maometto († 632 d. C.), in cui confluiscono elementi tratti dal paganesimo arabo, dal cristianesimo e dal giudaismo, oltre che idee e norme personali di Maometto stesso:...
islam
islàm (non corretto ìslam) s. m. [dall’arabo Islām, propr. «abbandono, consegna (di sé alla volontà divina)»]. – La grande religione monoteistica fondata da Maometto e, collettivamente, il mondo musulmano (più spesso con iniziale maiuscola):...