Spettacolo musicale – teatrale, cinematografico o televisivo – che prevede l’utilizzo di musica, dialoghi (parlati e cantati) e danze.
Il m. si affermò tra il 19° e il 20° sec. negli Stati Uniti, indiretto [...] con Hair (1968), che inaugurò l’era dei m. rock insieme a Jesus Christ superstar (1971) di A. Lloyd Webber inizio al filone del concept m., a cui appartiene anche All that jazz (1979) di B. Fosse. Le produzioni più prestigiose a partire dagli ...
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Nome d'arte del musicista e cantante rock Matthew Gordon Sumner (n. Wallsend 1951). Dopo aver raggiunto il successo internazionale col trio Police, fondato nel 1976 e rapidamente passato da un tardo punk [...] breath you take), S. si è poi affermato come uno dei più stimati cantautori internazionali, dando vita ad album che mescolano rock, jazz e folclore in una sintesi di intensa suggestione: The Dream of the Blue Turtles, 1985; Nothing like the sun, 1987 ...
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mùsica, stòria della Disciplina che analizza la musica in senso cronologico, attraverso le epoche e le culture, con particolare riferimento alla musica colta occidentale.
Lineamenti di storia della musica
[...] m. europea mostrava in molti casi l’influenza del jazz e del music-hall. Il serialismo rigoroso di Webern di F. Zappa, ammiratore di E. Varèse, autore di pezzi che mescolano rock e blues e fautore di collaborazioni colte con P. Boulez. Notevole è ...
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Abbreviazione del termine inglese popular («popolare»), con cui sono state qualificate produzioni e manifestazioni artistiche di vario tipo che hanno avuto diffusione di massa nella seconda metà del Novecento.
Arte
Pop [...] l’incontro tra due culture, quella del ritmo prepotente del jazz e quella della musica orchestrale bianca di discendenza europea, a si affermò: era l’ora di una generazione di autori cresciuti con il rock’n’roll (quali N. Sedaka, C. King e G. Goffin, ...
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(country and western o country music) Genere di musica popolare nato nelle zone rurali del continente nordamericano, dall’importazione e dal riadattamento di elementi culturali e folclorici propri delle [...] musica c. più ritmica, che attingeva al gospel, al blues e al jazz (la band di J.E. Manier, i Monroe Brothers ecc.).
Tra gli al blues, alla nascita del rock and roll.
La grande diffusione del rock accentuò le tendenze conservatrici della musica ...
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Arte e uso di comporre versi all’improvviso, senza preparazione e meditazione, o di comporre musica nell’atto stesso di eseguirla. È detta i. l’opera stessa, letteraria o musicale che si compone improvvisando. [...] parlare, a rigore, solo in relazione al free-jazz che rifiutava l’adozione di qualsiasi riferimento armonico o i. è presente anche in altre forme musicali (pop, rock ecc.).
È chiamata improvviso una composizione strumentale, prevalentemente pianistica ...
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Cantautore e bassista italiano (n. Roma 1967). Cresciuto in Belgio, ancora adolescente ha iniziato a suonare il basso in diverse formazioni acid jazz (tra cui i 4 Play 4), per poi tornare stabilmente in [...] poi partecipare al Festival di Sanremo con Una musica può fare (1999). Ormai molto noto, in seguito ha inciso altri album pop-rock (tra i più recenti Quindi?, 2010; Sotto casa, 2013; Maximilian, 2015) e ha collaborato spesso con M. Rei, P. Turci e D ...
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Sollima, Giovanni. – Violoncellista e compositore italiano (n. Palermo 1962). Dopo essersi diplomato in violoncello con G. Perriera e in composizione con il padre E. Sollima, ha cominciato una brillate [...] la sua curiosità lo spinge ad esplorare nuove frontiere attraverso contaminazioni fra generi diversi come il rock, il jazz e il minimalismo anglosassone, avvalendosi anche dell'utilizzo di strumenti orientali, elettrici e di sua invenzione ...
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Compositore e critico musicale britannico (n. Londra 1944). Diplomato alla Royal academy of music e al King's College di Londra, dopo un'esperienza di musica per il teatro con Il campiello di C. Goldoni [...] House, 1982, a Prospero's book, L'ultima tempesta, 1991) in cui ha fuso elementi di musica classica, d'avanguardia, rock, pop e jazz. Ha collaborato con P. Leconte (Monsieur Hire, L'insolito caso di Mr. Hire, 1989; Le mari de la coiffeuse, 1990 ...
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Termine derivante dall’ebraico kley zemer («strumento musicale»), introdotto negli anni 1930 per indicare i musicisti di origine ebraica; ha poi esteso il suo significato al genere musicale tradizionale [...] seguenti, il repertorio k. sopravvisse, spesso con difficoltà, nella pratica dei musicisti ebrei, con reciproche influenze con il rock, il blues, il jazz. Infine, sull’onda del fenomeno della world music, si è diffuso anche in Europa.
La musica k ...
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jazz-rock
‹ǧä∫ ròk› locuz. ingl., usata in ital. come s. m. – Genere musicale nato alla fine degli anni ’60 del Novecento e ben presto diffusosi sia in America sia in Europa; in esso gli elementi tipici del jazz vengono utilizzati insieme...
inclusivita
inclusività s. f. 1. Capacità di includere. 2. In particolare, capacità di includere più soggetti possibili nel godimento di un diritto, nella partecipazione a un’attività o nel compimento di un'azione; più in generale, propensione,...