Stato dell’Europa orientale, confinante a N e a E con la Russia, ancora a N con la Bielorussia, a S con la Romania e la Moldavia, a SO con l’Ungheria, a O con la Slovacchia e la Polonia; si affaccia inoltre, [...] testimonianze e trascrizioni molto tardive.
Nel 15°-16° sec. l’influsso umanistico-rinascimentale si manifestò dapprima attraverso le opere di letterati cattolici, che scrivevano in latino e in polacco. Una seconda fase, in epoca ormai barocca, si ...
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(o serbo-croato) L’insieme dei dialetti parlati nella Serbia e nella Croazia, e in parte anche nell’Istria, nella Slovenia, nel Montenegro e nella Repubblica della Macedonia del Nord, appartenenti, con [...] dalmata e in particolare di quella ragusea, e fu il tramite per la diffusione fra i Croati della cultura umanistico-rinascimentale latina e italiana. I maggiori scrittori dell’epoca (M. Marulić [M. Marulo]; H. Lučić [A. Lucio]; P. Hektorović [P ...
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ALEANDRO, Girolamo
Giuseppe Alberigo
Nacque a Motta di Livenza in Friuli il 13 febbr. 1480; il padre, Francesco, era medico; la famiglia aveva origini nobili, che l'A. difese e rivendicò energicamente [...] 'apprendere le lingue classiche e orientali, impadronendosi, oltre che del latino, anche del greco, dell'ebraico e poi del siriaco e l'A. visse la sua vocazione e le sue convinzioni umanistiche. Il suo antierasmismo si appoggiò ad un tempo alla ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] del fiorentino trecentesco contrapponevano la prosa umanistico-rinascimentale o l’uso sovraregionale di bravi, bergamasco, milanese o napoletano per i servi. Il latino serviva a caratterizzare il pedante. La camaleontica transizione caricaturale da ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] porta a legittimare nell’uso scritto, via via che ne insorga la necessità, il patrimonio orale popolare.
In età umanistica entrano latinismi in quantità, e anche quando dopo Bembo prevale un filtro a tutela dell’autonomia del volgare, il ricorso al ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] lingua che, nel nome di una urbanitas stilistica di retaggio umanistico, eviti il ricorso sia a forme antiquate sia a modi E appresso non si guardarono da prendere molti corpi di parole latine e molti modi di dire non usati nella favella italica per ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] netta e irrevocabile e sotto il segno del culto umanistico della forma e del principio dell’imitazione, che orientano già cadute in B (Segre 1966: 36-37), cultismi e latinismi, liberando dunque il volgare da quella soggezione alla lingua madre che ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] diretta in quello italiano, del gerundivo latino permangono, in italiano, solo forme lessicalizzate. Si tratta di neologismi in origine colti, riconducibili, il più delle volte, all’uso latineggiante umanistico, e che quindi cominciano a entrare ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] , animato da tratti e costrutti del parlato, influenzato dall’ambiente umanistico-cancelleresco (Telve 2000: 307-308; ➔ cancellerie, lingua delle) e arricchito da ➔ latinismi, tecnicismi, neologismi anche «accattati da altri» ma integrati «nell’uso ...
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Il verbo volgarizzare (attestato dal 1268) significa, in senso stretto, volgere un testo latino in lingua volgare (secondo un processo di traduzione ‘verticale’, dalla lingua più prestigiosa a una meno); [...] teoria (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell’); ma poiché «il banco di prova del tradurre umanistico è in sostanza di greco in latino», la traduzione dal latino al volgare perse di centralità culturale e digradò «verso livelli di cultura più bassi ...
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t, T
(ti, ant. o region. te 〈té〉) s. f. o m. – Diciannovesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva da quella del tau greco, identico nella maiuscola (che a sua volta è una modificazione del segno dell’alfabeto fenicio, dove aveva...
lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo della masticazione e della deglutizione...