Forma nominale del verbo, così chiamata dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo numero, genere e caso, e dall’altro della categoria [...] limitato, come uso verbale, a costruzioni assolute o alla formazione dei tempi composti, attivi e passivi. Del p. futuro latino, sia attivo sia passivo (quest’ultimo detto anche gerundivo o p. di necessità), rimangono nella lingua italiana solo pochi ...
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La virgola (dal lat. virgula(m) «piccola verga») è un segno di interpunzione, costituito da una linea curva con la testa al livello basso della riga, che ha una varietà di funzioni. Indica una pausa breve, [...] ad altezze diverse sulla riga, l’antesignana della virgola può essere individuata nella prima positura (in greco hypostigmḗ e in latino subdistinctio), che serviva a segnare la sezione minore del discorso detta comma (non a caso i termini inglese e ...
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Il termine suppletivismo designa il fenomeno morfologico (➔ morfologia) per il quale in uno stesso paradigma flessivo (➔ paradigmi) entrano a far parte due (o più) morfemi lessicali diversi. Il risultato [...] ire «andare». Anche spagnolo e portoghese hanno tre radici, ma usano per il passato una forma del verbo ser, dal latino esse «essere» (entrambe le lingue hanno però anche un verbo andar dalla coniugazione regolare, con altro significato).
Oltre che ...
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Quindicesima lettera dell’alfabeto, in italiano la ‹q› è presente – a parte sigle (q «quintale»; AQ, targa automobilistica dell’Aquila), voci e toponimi stranieri (burqa, Iraq) – solo seguita da ‹u› (che [...] l’➔ortografia italiana mantiene al posto di ‹q› la lettera ‹c› che appariva nelle corrispondenti parole latine (prive della ‹u›, originatasi in latino volgare per riflettere il dittongamento della ‹ŏ›). È il caso di cuoco, cuoio, cuore, scuola e ...
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La capacità di esprimere la temporalità costituisce uno dei tratti principali della comunicazione umana. Tutte le lingue di cui siamo a conoscenza possiedono mezzi lessicali e/o grammaticali per collocare [...] sono sviluppate le forme di futuro sintetico delle lingue romanze: laudare habeo > it. loderò. La struttura perifrastica del latino volgare aveva un chiaro significato modale: lett. «ho da lodare».
Interessanti sono poi i casi di futuro con valore ...
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-CIA, -GIA, -SCIA, PLURALE DEI NOMI IN
Nei plurali dei sostantivi femminili terminanti con le sillabe -cia o -gia non accentate, la grafia segue di solito una regola pratica:
– si conserva la i quando [...] , in testi più antichi, la presenza di grafie che seguono un diverso criterio, ispirato dall’etimologia
provincie (latino provinciae)
ciliege (latino *cereseae)
La prima grafia, ad esempio, si ritrova ancora nelle targhe e nei cartelli stradali di ...
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In grammatica, proposizione i. è quella con cui si pone una domanda. Può essere diretta, quando consiste in una proposizione indipendente (che cosa fai?), o indiretta quando è una proposizione subordinata [...] se hai capito). Punto i. è il segno d’interpunzione (?) – derivato per la forma dalla lettera iniziale q della parola latina quaestio «domanda» – che, posto in fine a una frase (in spagnolo è messo anche al principio, in posizione capovolta), indica ...
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Le frasi oggettive (dette anche semplicemente oggettive) sono frasi subordinate di tipo argomentale (➔ sintassi, ➔ subordinate, frasi) corrispondenti al complemento oggetto (1) del verbo della frase reggente [...] molti italiani non andranno a votare
Nel contesto di percezione di processi in corso, come nell’oggettiva di (46), in latino non si sarebbe avuta un’infinitiva con l’accusativo bensì il participio presente (49), in cui la percezione va intesa come ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: [...] nel suo glossario milanese-toscano l’accento grave sulle parole tronche e l’acuto in corpo di parola. Nella scrittura del latino è diffuso l’accento su alcuni avverbi (come eó e uná) e sulla vocale che precede l’enclitica (stabiliréque).
Il primo ...
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In fonetica, ciascuna delle consonanti articolate mediante l’opposizione o delle labbra tra loro (bilabiali), o del labbro inferiore con gli incisivi superiori (labiodentali). L’opposizione può consistere [...] e dalla semivocale labiale u̯ (come qu di questo). Le labiovelari indoeuropee ku̯, gu̯, gu̯ h sono rimaste almeno parzialmente in latino e in germanico, hanno dato velari pure (k, g, gh) nelle lingue indoeuropee orientali, sono passate in greco e in ...
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latino
agg. e s. m. (f. -a) [lat. Latīnus]. – 1. a. Relativo o appartenente all’antico popolo di origine indoeuropea che in età storica abitava il Lazio; del Lazio antico, o di Roma, dei Romani: i popoli l. (sostantivato, i Latini); la stirpe...
latinismo
s. m. [der. di latino]. – 1. Elemento linguistico (parola o locuzione) adottato stabilmente o occasionalmente dal latino in una lingua diversa, sia nella sua forma originaria (iunior e senior, excursus, lapsus, raptus, ab origine,...