Il termine orientalismi include classi molto ampie di ➔ prestiti assunti dall’italiano in varie epoche. A differenza di altre denominazioni che fanno riferimento a realtà etnogeografiche ed etnolinguistiche [...] ai fagioli» (1938); bakufu «il governo degli shogun» (1901, l’espressione «governo della tenda» si trova già nella Lettera 641 d.C., Torino, Einaudi (ed. orig. The spice trade of the Roman Empire: 29 B.C. to A.D. 641, Oxford, Oxford University Press ...
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Raffaele Simone
Lingue
E glòssama e’ fonì, fonì manechò (in griko, «La nostra lingua è voce, voce soltanto»)
Lingue minacciate
di Raffaele Simone
20 febbraio
Alla vigilia della giornata internazionale [...] dall’Impero romano si latinizzarono alla svelta, benché i Romani non imponessero ai vinti l’uso della propria lingua. Erano gli stessi a emergere nel 19° secolo per opera di eruditi e letterati catalani di Spagna, tra i quali Edouard Toda che nel ...
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Si assumono come riferimenti cronologici simbolici di questa voce il 1211, anno del primo documento fiorentino conservato, e il 1375, anno della morte di Boccaccio.
Il Duecento è il secolo nel quale il [...] . Citando come es. un brano da una lettera del senese Andrea de’ Tolomei da Troyes ai soci di Siena, del 1265, si può notare Luigi travalente, e tranobile [«nobilissimo»] Imperador de’ Romani» da un periodo amplissimo e ingarbugliato, anche se ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] sancire l’accettabilità della pronuncia romana colta significava suggerire ai dirigenti della radio pubblica la casi di fonemi ➔ omografi che nella grafia tradizionale sono rappresentati dalla stessa lettera (‹e›, ‹o›, ‹s›, ‹z›). Il problema si pone ...
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I primi esempi di uso letterario dell’italiano da parte di uno scrittore straniero sono i due componimenti del trovatore provenzale Raimbaut de Vaqueiras (che tra il 1180 e i primi del Duecento vive e [...] genovese (incipit: Domna, tant vos ai preiada), a strofe alternatamente provenzali e i ga sbregà cul fero cossa so mi
A questa lettera si possono aggiungere quella del 5 gennaio 1921 a Svevo più consentanei Da Ponte e Romani. Sicché, se non mancano ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] appreso il veneziano per via libresca, avesse preteso di insegnarlo ai veneziani.
La conciliazione tra le idee di Bembo e il variante romana, divergente da quella di Firenze (nei casi di apertura vocalica diversa, come fedèle/fedéle, léttera/lèttera, ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] . Di lì a poco anche ai notai fu imposto di redigere i io pagay lo offitio de la potestaria de Como (Lettera di Esterolo Visconti podestà di Como al Duca Francesco Sforza l’esistenza di una lingua «cortesiana romana, la quale de tucti boni vocabuli ...
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CECI, Luigi
Tullio De Mauro
Nacque ad Alatri (Frosinone) il 27 febbr. 1859 da Vincenzo e Maria Minocci.
Restò sempre molto legato alla sua terra: diventato accademico famoso, ad Alatri acquistò e restaurò [...] pronta in manoscritto nel 1882, come da lettera del C. a P. F. Cerica), della cultura e letteratura italiche e romane pregreche sia trattato integrando più punti con l'intento di non offrire "ossa scarnificate ai giovani" (p. XII).
Nel 1906 l' ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] lettera), oppure nella frase relativa che dipende dall’oggetto diretto (la lettera j’ai tout vu «ho visto tutto» (lett. «ho tutto visto»)
b. je n’ai rien sotto la fede di certi gran gentiluomini romani che il detto non mi offenderebbe [...] giunsi ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] Purvey, il quale scrive che ai viaggiatori stranieri in Italia la che la parla ha perduto il vigore degli antichi romani: ma siccome era vicino alla fonte da cui è 1739-1741 e che, in una sua lettera del 9 settembre 1763, spiegava a Francesco ...
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lettera
lèttera (o léttera) s. f. [lat. lĭttĕra; come sinon. di epistŭla il latino adoperava il pl. littĕrae; cfr. il gr. γράμμα, pl. γράμματα, nei due sign]. – 1. a. Ciascuno dei segni con cui si rappresentano graficamente i suoni delle vocali...
pietra d'inciampo (Pietra d’Inciampo) locuz. s.le f. Piccola targa d’ottone, grande quanto una pietra squadrata tipica della pavimentazione stradale di città come Roma, collocata a scopo memoriale davanti alla porta della casa nella quale aveva...