Ogni lingua ha al suo interno differenziazioni collegate con fattori sociali ed extralinguistici ed è articolata in varietà. Le varietà di lingua rappresentano le diverse attualizzazioni, ognuna distinta [...] ➔ dialetti, parlate locali, registri (➔ registro; ➔ linguaggi settoriali). L’articolazione di una lingua in varietà di i) ora / adesso / mo, dove si passa dallo standard formale ora al lievemente più colloquiale adesso e al mo marcato in diatopia ...
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Esistono in linguistica concezioni differenti di registro. Un aspetto centrale condiviso è la correlazione tra situazione comunicativa e registro come appare formulata nella seguente definizione lessicografica: [...] sono ampiamente predefiniti (cfr., ad es., ordini militari come segnare il passo!; ➔ militare, linguaggio).
Il grado di formalità è anche condizionato dalle intenzioni dei partecipanti alla comunicazione. Soprattutto in situazioni poco strutturate ...
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È difficile ricondurre la lingua dei mezzi di comunicazione di massa (o mass media) a un unico tipo, nonostante alcuni fenomeni comuni. Prendendo in prestito l’abitudine dell’Accademia della Crusca di [...] della lingua [...], nella totalità dei suoi usi, formali e informali, regionali e standard, parlati e perfino e i mass media, Roma, Carocci.
Dardano, Maurizio (1981), Il linguaggio dei giornali italiani. Con un saggio su “Le radici degli anni Ottanta ...
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Con modo di dire o, più tecnicamente, locuzione o espressione idiomatica si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso (poco o niente affatto [...] frames con valore coesivo e chunks lessicali tipici del linguaggio parlato; Lewis 1997: 257), a cui le espressioni varianti, e il cui significato, «frutto di agglutinazioni formali e metaforizzazioni ormai perse nella storia [...] non è derivabile ...
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Una delle fondamentali dimensioni di ➔ variazione linguistica è quella che nella linguistica continentale europea (con termine introdotto negli anni Sessanta da E. Coseriu; cfr. Coseriu 1973) è chiamata [...] è di registro medio, neutrale, il secondo è di registro formale; in seccatore e rompiscatole, scendere e venire giù, andarsene sottocodice, sono nelle lingue speciali più forti che nei linguaggi settoriali. Cloruro di sodio «sale» (lingua speciale ...
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Aleramo, Sibilla & Campana, Dino (2000), Un viaggio chiamato amore. Lettere 1916-1918, a cura di B. Conti, Milano, Feltrinelli.
Asor Rosa, Alberto (2002), L’alba di un mondo nuovo, Torino, Einaudi.
Bachelard, [...] (2007), Dramma e dialogo nella Commedia di Dante. Il linguaggio della mimesi per un resoconto dall’aldilà, Napoli, Liguori.
Mulino.
Mengaldo, Pier Vincenzo (2003), Appunti linguistici e formali sulle novelle, in Tozzi: La scrittura crudele. Atti del ...
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Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922 e morì a Roma nel 1975. Dell’esperienza espressiva straordinariamente multiforme di Pasolini, che fu, oltre che scrittore, anche regista cinematografico, ricordiamo [...] , elisie radure), le inversioni e gli iperbati sono fattori formali che non soccombono, ma anzi sostengono (talvolta in un che l’italiano stava per instaurare non era con il linguaggio aziendale, ma con le altre lingue europee (come sottolineava ...
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Si indicano come intercalari quelle sequenze (di varia natura, costituite come sono da parole o espressioni) che il parlante inserisce qua e là nel discorso, come personali forme di routine e in modo per [...] 2 e 3), ma, non di rado, in quanto tic, anche formali (lezioni, conferenze, interviste: es. 1). La loro presenza sembra in politichese sessantottino (➔ politica, linguaggio della) e dei linguaggi giovanili (➔ giovanile, linguaggio), pur avendo avuto ...
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tipologia Suddivisione, distribuzione e classificazione di una molteplicità di individui, oggetti, fatti, elementi e fattori, omogenei o similari, in gruppi caratterizzati dall’appartenenza a determinati [...] al fine di classificarle in vari tipi caratterizzati da omologie formali e sostanziali.
Gli studi di t. linguistica nascono . delle lingue nel più ampio quadro della t. dei linguaggi) mostrano come, nella dialettica tra particolare e universale, la ...
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In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. [...] e l’analisi dei contesti di credenza, si è rivelata meno promettente per la teoria del significato nei linguaggi naturali. Sia le teorie platoniste e mentaliste sia quelle formali della p. sono state criticate da W.V.O. Quine, per il quale esse si ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica...