È una espressione impropria, ma usuale nella mitologia nordica, per indicare la fine del mondo. Ha origine dall'erronea interpretazione della parola dell'antico nordico ragnarök, che ricorre in alcune [...] sorge l'alba del tragico giorno, annunziato agli dei dal gallo Gullimkambi che sveglia gli eroi del lontane sorgenti, fusi e rivestiti dal linguaggio mitico nordico antico.
Quanto in un ; nordico quanto riguarda i segni precursori del ragnarök, tra ...
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Per tutti gli organismi viventi la durata della vita individuale è limitata in un determinato spazio di tempo, che, pur presentando notevoli variazioni (per cause morbose intercorrenti e provocanti la [...] vita extrauterina, detta infanzia per l'incapacità iniziale del linguaggio fonetico, che durante lo svolgersi di quest'età s' in essi però sono meno evidenti i segni dello sviluppo delle funzioni dei centri nervosi, e decorrono proporzionalmente in ...
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Letterato, nato a Firenze il 15 marzo 1518, morto nella sua villa di Gangalandi il 28 ottobre 1587. Uomo alla buona, disposto a prendere il mondo come veniva, affezionato alla sua città, visse vita tranquilla. [...] 1547 al 1577. Occupò con onore importanti uffici pubblici: fu due volte proconsole e cancelliere dei Maestri di Contratto. Trafficò lane insieme con i Segni, gli Adimari e i Baldesi.
Amante della patria lingua, scrisse nel 1557 una Dichiarazione di ...
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. I suoni avulsivi (così chiamati da Raoul de La Grasserie) sono detti dai linguisti inglesi clicks, dai Tedeschi schnalze o Schnalzlaute, dai Francesi cliquements, ecc.; sono suoni consonantici prodotti [...] uso è quella che adopera i segni delle consonanti con avulsive corrispondenti con un (Berlino 1857), considerò gli avulsivi come dei prefissi. C. Meinhof osservò che gli , in L'unità d'origine del linguaggio (Bologna 1905, p. 216), affermava ...
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Poeta drammatico spagnolo, nato a Madrid il 4 luglio 1676, morto ivi il 14 settembre 1750. Seguì in giovinezza la carriera militare. Scrisse nel 1711 la relazione delle esequie di don Luigi Borbone e dal [...] nell'esagerazione dei sentimenti, nel manierismo artificioso del linguaggio culto, nella comicità che non disdegna di scendere a espedienti da farsa volgare, il grande teatro spagnolo presenta già nell'opera sua evidenti i segni ...
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MAUPERTUIS, Pierre-Louis Moreau de
Guido Calogero
Uno dei maggiori rappresentanti dell'illuminismo francese. Nato a Saint-Malo il 17 luglio 1698, dopo un breve periodo di vita militare si dedicò agli [...] tesi newtoniana dello schiacciamento della sfera terrestre in corrispondenza dei due poli. Il M. mise inoltre in luce stessa scienza a un sistema di segni, non meno convenzionali di quelli di cui era composto il linguaggio.
Bibl.: M. Du Bois-Reymond ...
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Pittore, nato a Le Havre il 3 giugno 1877. Studiò nella sua città natale, insieme con O. Friesz, sotto uno scolaro di Ingres. Nel 1901 andò a Parigi, e seguì all'École des beaux-arts i corsi di Bonnat. [...] si vedono influenze nei suoi disegni primitivi): linguaggio che insieme con i ricordi dei paesisti di Normandia, Jongkind e Boudin, ispirò quale è meglio conosciuto: un repertorio di segni figurativi di esclusiva caratterizzazione fantastica, di una ...
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Scrittore e semiologo, nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932. Professore di Semiotica all'università di Bologna (dal 1975), ha iniziato come studioso di estetica con una tesi di laurea su Il problema estetico [...] di ricerca teorica, fra cui Semiotica e filosofia del linguaggio (1984) e Arte e bellezza nell'estetica medievale ( tesi di laurea (ambedue del 1977); Sette anni di desiderio e Il segnodei tre (1983), Sugli specchi e altri saggi (1985); I limiti dell ...
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Compositore e artista concettuale, nato a Firenze il 26 settembre 1926. A Firenze, parallelamente agli studi universitari in matematica e in ingegneria (1946-51), si è dedicato alla musica studiando pianoforte [...] Stati Uniti.
Sostenitore dell'interazione tra musica, linguaggio, gesto e immagine, C. ha elaborato azioni 1965). Dalle prime partiture, in cui i segni delle note o le rappresentazioni grafiche dei gesti da compiere assumono un'evidenza visiva tale ...
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Cifrario è un sistema convenzionalmente stabilito, per tradurre il linguaggio chiaro in linguaggio segreto, comprensibile soltanto a chi sia a conoscenza della convenzione (v. crittografia). Si chiamano [...] dei testi chiari mediante sostituzione delle sillabe, delle parole, o anche d'intere frasi, con segni o gruppi di segni sono redatti in più lingue, in modo da consentire la decifrazione dei messaggi in una lingua diversa da quella usata per la loro ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...