Amnesia
Alberto Oliverio
Per amnesia si intende la mancanza o la perdita della memoria, soprattutto come incapacità a rievocare esperienze passate. Nel linguaggio della neuropsicologia si distinguono [...] esperimento durante il quale essi dovevano apprendere del materiale verbale composto di sillabe o numeri. Se veniva loro all'ambiente circostante. In seguito, con lo sviluppo del linguaggio, questo oggetto acquisterà un nome e verrà definito come un ...
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COSTA, Paolo
Leandro Angeletti
Nato a Ravenna il 13 giugno 1771 da Domenico e Lucrezia Ricciarelli, il C. visse il clima politico-culturale, contraddittorio e velleitario, successivamente sconvolto, [...] Arriva a chiedersi se tutta la polemica non si basi su un equivoco verbale e se i due termini, classico e romantico, non indichino la stessa alla contemporaneità, sappia mantenere una "nobilità" di linguaggio e una "convenienza" di stile.
Nella parte ...
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Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922 e morì a Roma nel 1975. Dell’esperienza espressiva straordinariamente multiforme di Pasolini, che fu, oltre che scrittore, anche regista cinematografico, ricordiamo [...] , di un ampliamento senza pari della tastiera verbale: terminologia cinematografica, romanesco (generone, pischelli), specialismi della linguistica (fonemi, isoglotte), turpiloquio e linguaggio colloquiale, frasi fatte, locuzioni esotiche (dallo ...
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Leonardo (Vinci 1452 - Amboise 1519), è una delle figure più note nella storia della civiltà umana: il suo nome è, per antonomasia, sinonimo di genio, non solo in italiano, ma in molte altre lingue del [...] vale soprattutto per le sezioni tecniche e pratiche).
Anche nei casi in cui il testo verbale rappresenti la parte preponderante del suo linguaggio (nelle sezioni più scientifiche, teoriche), Leonardo tende comunque ad appoggiarsi all’immagine (una ...
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Benedetto Varchi (Firenze 1503 - ivi 1565), dopo la laurea in utroque iure a Pisa e un breve esercizio di professione notarile, si dedicò alla poesia e agli studi umanistici. Di sentimenti repubblicani, [...] anticipa alcuni fondamenti della moderna concezione del linguaggio. Uscito postumo nel 1570, in due edizioni à e sulla è (di essere), più di rado su altre forme verbali (andrà, lodò). Conservate alcune grafie etimologiche: h all’inizio di parola ...
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Italo Calvino nacque nel 1923 a Santiago de Las Vegas (L’Avana, Cuba), ma due anni dopo tornò con la famiglia in Italia, a San Remo, dove il padre diresse una stazione sperimentale di floricultura.
Unico [...] stava prendendo a metà degli anni Sessanta, Calvino odiava il linguaggio dei politici, astratto e vago; considerava dannoso il «terrore non hanno. Ma la necrosi che tende a farne un tessuto verbale in cui non si vede e non si tocca nulla lo sta ...
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Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 da famiglia borghese e trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra la città natale e Monterosso (nelle Cinque Terre). Non fece studi classici a scuola, ma fu sostanzialmente [...] femminili si atteggiano per opposizione l’una all’altra, il linguaggio prende man mano movenze più aggressive e più vicine al piatto di stoccafisso e patate», in una sorta di apocalissi verbale che non risparmia nemmeno la presa in giro di sé stesso ...
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BIANCOLELLI, Giuseppe Domenico, detto Dominique
Ada Zapperi
Nacque a Bologna verso il 1637 da Francesco e da Isabella Franchini, detta Colombina, ambedue comici. Morto Francesco dopo il 1640, la vedova [...] . Ne scaturì l'inevitabile ampliarsi della parte comico-verbale, solitamente in dialetto, che impose, in omaggio impegnò il B. anche in direzione di una eleganza di linguaggio poco compatibile con la tradizionale rozzezza del dialetto. La proposta ...
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Garroni, Emilio
Lorenzo Dorelli
Filosofo e studioso di estetica, nato a Roma il 14 dicembre 1925. La sua riflessione, che ha preso le mosse da interessi di storia e critica dell'arte, lo ha portato [...] semiologia del cinema, in cui G. riscontra un riduzionismo opposto, ossia la tendenza ad assimilare il cinema ai linguaggiverbali, attraverso un'applicazione acritica della semiotica, quale quella che G. rimprovera a Pier Paolo Pasolini, a Roland ...
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Beckett, Samuel (propr. Samuel Barclay)
Nadia Fusini
Scrittore, drammaturgo e sceneggiatore irlandese, nato a Foxrock (Dublino) il 13 aprile 1906 e morto a Parigi il 23 dicembre 1989. Fu uno degli autori [...] (il 'limite', la soglia e l'insufficienza del linguaggio) il tratto che stringe in maniera coerente il lavoro del la condizione umana. Da una parte, attraverso l'incessante flusso verbale del monologo interiore, che è il modo dominante nella trilogia ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
verbale2
verbale2 s. m. [sostantivazione dell’agg. prec., nel sign. 1 c, sull’esempio del fr. (procès) verbal]. – Documento redatto da un pubblico ufficiale, o da chi è investito di questa specifica funzione, allo scopo di attestare e ricordare,...