Si chiama copula (dal lat. cōpula(m) «unione, legame») qualunque elemento svolga nella frase la funzione di collegare un soggetto e un costituente non verbale in una predicazione. Nel modello classico, [...] «verbo vuoto» in Jespersen 1937; Lyons 1968): modo, tempo e aspetto verbale (2) e l’accordo con il soggetto (3):
(2) Mario era 205 (trad. it. Concetto e oggetto, in La struttura logica del linguaggio, a cura di A. Bonomi, Milano, Bompiani, 1973, pp. ...
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L’apposizione (lat. appositio «aggiunta») è un sintagma nominale che si affianca a un altro sintagma nominale per meglio descriverlo o definirlo. Più tecnicamente si può dire che l’apposizione è coreferenziale [...] , che si presenta a volte in forme simili ma dipende dal sintagma verbale (2), l’apposizione dipende sempre dal sintagma nominale (3) (Andorno 20, pp. 69-126.
Dardano, Maurizio (19862), Il linguaggio dei giornali italiani, Roma - Bari, Laterza (1a ed ...
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Le frasi eccettuative sono frasi subordinate (➔ subordinate, frasi) che introducono una restrizione sulla validità del contenuto espresso nella reggente. Si veda il seguente esempio:
(1) Un cartello all’entrata [...] mentre il verbo è all’infinito; la reggenza verbale è quasi sempre condizionata dal verbo della proposizione sovraordinata contemporaneo sono recuperati, in formule cristallizzate, dal linguaggio giuridico e burocratico:
(20) Salvo ove diversamente ...
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L’➔apostrofo è, nell’italiano scritto, il segno che indica la caduta (o soppressione), in ragione di fenomeni di natura diversa e distinta, di una vocale (se davanti ad altra vocale si parla di ➔ elisione) [...] caso realizza una sovrapposizione con una diversa forma verbale: dà è, difatti, terza persona singolare del o della sillaba iniziale. In ➔ italiano antico e nel linguaggio lirico tradizionale era frequentissimo anche con il, dove segnalava la caduta ...
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Si definisce trittongo una sequenza di tre suoni vocalici (➔ vocali) tautosillabici (appartenenti cioè alla stessa ➔ sillaba), in cui un solo segmento è associato con la posizione strutturale del nucleo [...] es., quiete, colloquio), oppure ad alcuni morfemi della flessione verbale che iniziano con [j-] (ad es., seguiamo, 2, pp. 131-151.
Chiari, Isabella (2002), Ridondanza e linguaggio. Un principio costitutivo delle lingue, prefazione di T. De Mauro, ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] e del perfetto; la formazione di un sistema verbale fondato sulla bipartizione tra infectum e perfectum, e cioè assorbita dalla logica in vista di una filosofia del linguaggio che abbandona completamente lo studio dell’ornatus, come testimoniano ...
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verbo linguistica Nella grammatica tradizionale, parte del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità; variabile secondo la flessione verbale, [...] quelle secondarie, derivate cioè da un’altra forma verbale (deverbativi) o da una forma nominale (denominativi); , senza l’aggiunta di un sostantivo o aggettivo. religione Nel linguaggio ecclecclesiastico, la parola di Dio e anche il pensiero di Dio ...
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Linguistica
Morfema che viene anteposto alla radice o al tema, nominale o verbale, per la formazione di una nuova parola (per es., s-contento, in-trattabile, dis-armare): costituisce, con l’infisso e il [...] ; moto- nel significato di ‘motocicletta’ in motofurgone e simili; foto- nel significato di ‘fotografia’ in fototeca ecc. Nel linguaggio scientifico e tecnico sono di largo uso elementi lessicali, quali auto- (nel significato di ‘da sé’), bio-, filo ...
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Forma nominale del verbo, così chiamata dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo numero, genere e caso, e dall’altro della categoria [...] non è restato che un p. presente, o attivo, che raramente ha valore verbale (soprattutto nel linguaggio giuridico-burocratico), e un p. passato, limitato, come uso verbale, a costruzioni assolute o alla formazione dei tempi composti, attivi e passivi ...
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Medioevo: la scienza siriaca. Le scienze del linguaggio
Riccardo Contini
Le scienze del linguaggio
La grammatica
Gli inizi
Come per altre tradizioni linguistiche, l'origine, nella cultura siriaca, [...] del tempo la forte influenza delle scienze del linguaggio greche, conseguenza dell'alto grado di biculturalismo e siriaca della Téchnē grammatikḗ ‒ divenne la mellaṯ šmā 'nome verbale', comprensiva anche dell'infinito, dando luogo alla fissazione di ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
verbale2
verbale2 s. m. [sostantivazione dell’agg. prec., nel sign. 1 c, sull’esempio del fr. (procès) verbal]. – Documento redatto da un pubblico ufficiale, o da chi è investito di questa specifica funzione, allo scopo di attestare e ricordare,...