Ateniese, figlio di Nicofemo amico e collaboratore di Conone, fu assieme al padre arrestato e messo a morte per ordine di Atene in Cipro (389 a. C.) mentre i suoi beni venivano confiscati in patria. Per [...] il recupero di tali beni a profitto degli eredi di A., Lisia scrisse due orazioni, una perduta e l'altra pervenutaci (la XIX). ...
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Corrente puristica assai diffusa nella letteratura greca ellenistica e consistente nell’imitazione della lingua usata in età classica dai grandi prosatori attici. Iniziatosi già con la filologia alessandrina, [...] greca in Roma.
In retorica l’a. (contrapposto ad asianismo) è l’imitazione nell’eloquenza degli oratori attici, specialmente Lisia, che sembravano meglio rappresentare la finezza e l’eleganza attica. Tale tendenza sorse ai tempi di Cicerone, che la ...
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Figlio (m. 150 a. C.) di Seleuco IV. Mandato come ostaggio a Roma nel 175, vi restò mentre, morto il padre, si succedevano sul trono di Siria Antioco IV Epifane e Antioco V Eupatore. Quando fu ucciso il [...] legato romano Gneo Ottavio, riuscì fortunosamente a tornare in Siria; s'impadronì del regno uccidendo Antioco V e il ministro Lisia (162), e soffocando le rivolte di Timarco in Babilonia e di Giuda Maccabeo. Un nuovo pretendente, Alessandro I Bala, ...
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Giudeo ellenizzante, che per lo zelo verso il suo partito e per gl'intrighi orditi da lui nella corte dei Seleucidi fu nominato gran sacerdote da Antioco V Eupatore, per suggerimento di Lisia (162-61 a. [...] C.). Ma da principio, essendo Gerusalemme in potere di Giuda Maccabeo, non poté esercitare il suo ufficio. Allorché Demetrio I Sotere s'impadronì del trono di Siria, A. "con gl'iniqui ed empî d'Israele" ...
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Poeta attico (5º-4º sec. a. C.), figlio del famoso citaredo Meleto, autore di ditirambi di cui ci restano scarsi frammenti. Fu schernito dai comici perché tendeva a dare maggiore importanza alla musica [...] e alla danza che alla poesia nel ditirambo. Verso il 400 a. C. si adoperò a far togliere il coro dalla commedia. Fu trattato come empio da Lisia, difensore in due processi in cui egli era accusatore. ...
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Nell’antica Grecia, scrittore di narrazioni mitico-storiche in prosa, e in particolare gli storici greci anteriori a Erodoto (per es., Ecateo di Mileto, Acusilao di Argo, Ferecide di Atene), che scrissero [...] tutti in dialetto ionico e subirono per lo più l’influenza di opere cosmologiche e teogoniche anteriori; oppure retore che componeva orazioni giudiziarie per conto di altri (per es., Antifonte, Lisia). ...
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ORATORIA
Gino FUNAIOLI
Cesare GIARRATANO
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. Antichità classica. - Grecia. - Popoli riccamente dotati che ebbero intensità e libertà di vita politica, quale il greco o l'attico e il romano della progredita [...] e fin dove arte e natura si fondano armonicamente o come l'arte sia diventata natura. Di Tisia fu scolaro, con Gorgia, anche Lisia; di Tisia, e insieme di Gorgia, Isocrate. Così si va verso la fioritura dell'eloquenza. Un canone del sec. II a. C ...
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Uomo politico ateniese (ultimi decennî sec. 5º - primi decennî sec. 4º a. C.); fu avversario di Alcibiade. Partecipò con Trasibulo di Stiria alla liberazione di Atene (404-403); nel 387-86 fu catturato [...] dal navarco spartano Antalcida. Dopo la pace di Antalcida fu processato e assolto per due volte, ma rimase uno degli uomini più influenti, e più volte ambasciatore a Tebe. È preso di mira nell'orazione di Lisia contro Evandro (383-82). ...
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Ḥībeh Località del Medio Egitto (Oasi di Kharga). Si conservano i resti di un tempio di Ammone, costruito da Sheshonq I e da Osorkon I, delle mura edificate o restaurate al tempo di quei sovrani (10° [...] sec. a.C.), una necropoli persiana e tolemaica. Rimangono inoltre numerose casse di mummia di età ellenistico-romana e papiri, tra cui uno (3° sec. a.C.) che contiene brani dell’orazione di Lisia contro Teozotide. ...
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GRATIA
S. Ferri
Sinonimi: charis, venustas, decor, gratia et venus, facetiae, sales, venustates. È una dote fondamentale della lèxis, o espressione letteraria e consta, secondo Dionigi di Alicarnasso [...] Isocr., 3), hanno leptotès e chàris, cioè gracile snellezza e grazia, Kalamis (v.) e Kallimachos (v.) alla pari con l'oratore Lisia; ma Plinio lamenta di Kallimachos la eccessiva diligenza e amore delle minuzie per cui nelle sue opere è diminuita e ...
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LIS
s. f. [sigla di Lingua Italiana dei Segni]. – Lingua adottata dai sordi per comunicare attraverso il canale sensoriale della vista o anche, dai ciechi, attraverso il tatto: consiste nell’esprimere parole, concetti, azioni mediante una...
lisare
liṡare v. tr. [der. di lisi]. – In biologia, con riferimento a cellule, tessuti o formazioni patologiche (per es., aderenze), provocarne la lisi con mezzi o meccanismi diversi, chimici, fisici o biologici (enzimi, anticorpi, batteriofagi,...