Linguista e filosofo del linguaggio, nato a Torre Annunziata, Napoli, il 31 marzo 1932. Allievo di A. Pagliaro, ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Dal 1974 è ordinario [...] sue opere: Introduzione alla semantica (1965); edizione italiana e commento di Saussure, Corso di linguistica generale (1967); LudwigWittgenstein: his place in the development of semantics (1967); Senso e significato. Studi di semantica teorica e ...
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La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] ricordare, oltre a Morris, anche Rudolf Carnap e Richard Montague, che hanno sviluppato l’analisi formale del significato, LudwigWittgenstein, che per primo ha presentato il linguaggio come un insieme di attività a loro volta radicate nelle forme di ...
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linguaggio
Domenico Russo
La più potente e duttile delle facoltà umane
Facoltà della mente che permette al genere umano di formare, apprendere, usare e cambiare le diverse lingue del mondo, il linguaggio [...] e unica la facoltà di linguaggio. Ed è ancora per lo stesso motivo che ogni lingua è una vera e propria Lebensform, come intuì il filosofo austriaco LudwigWittgenstein (19°-20° secolo), vale a dire una «forma di vita», forse la più affascinante. ...
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Logico e filosofo del linguaggio (Vienna 1889 - Cambridge, Inghilterra, 1951). Interruppe gli studî d'ingegneria iniziati all'univ. di Manchester, per dedicarsi alla matematica e ai suoi fondamenti logici; [...] sicuramente evidenziato l'unilateralità dell'interpretazione tradizionale (in chiave appunto di filosofia analitica) del pensiero wittgensteiniano, ponendo invece l'accento sulla complessità della sua matrice originaria legata, sia dal punto di ...
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