Piccola repubblica monastica entro il territorio della Grecia, che occupa la più orientale delle tre penisolette con le quali la Penisola Calcidica si spinge nel Mare Egeo. Questa penisoletta, detta 'Ακτή [...] i monaci dichiararono la loro sottomissione a Murād II e Maometto II, da cui ebbero riconfermati i diritti e privilegi Athos e Roma, vedi G. Hofmann, Athos e Roma, in Orientalia Christiana, V, ii, Roma 1925 e Rom und Athosklöster, ivi, VIII, i, Roma ...
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Scrittore inglese, nato il 4 dicembre 1795 a Ecclefechan (Dumfriesshire), morto a Londra il 4 febbraio 1881: personalità complessa, internamente agitata e discorde, ma di elementare potenza, tale che nemmeno [...] le figure degli eroi fondatori di religioni (Odino, Maometto), poeti e vati (Dante, Shakespeare), sacerdoti (Lutero D. H. Traill, voll. 31, Londra 1897-1901. Per l'epistolario v.: Correspondence between C. and Emerson, ed. C. E. Norton, Londra 1883 ...
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Estensione e confini. - Regione della Libia, che si estende a sud della Tripolitania propria, alla quale amministrativamente appartiene. Il Fezzan, che è l'antica Phasania, non ha confini geografici ben [...] un marabutto di provenienza marocchina, ritenuto discendente di Maometto, con 400 ab.; Germa, corrispondente alla Garama limitrofe che si considerano parte del Fezzan: Gat, Giofra, Zella, v. alle voci relative.
Storia. - Le prime notizie su genti ...
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. Il vocabolo ebraico 'ādhām è originariamente nome comune che designa in genere la razza umana, o in particolare un suo individuo (latino homo); eccezionalmente, l'uomo in contrapposto alla donna (latino [...] ve lo pose "per lavorarlo e custodirlo" (II, 15). In questo giardino v'era "ogni sorta di albero bello a vedersi e buono a mangiarsi", e musulmani.
Anche tra i musulmani in età posteriore a Maometto si sono formate, intorno alla figura di Adamo, ...
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. Dal greco ἄσκησις "esercizio", che originariamente si disse dell'allenamento usato dagli atleti per acquistare le doti corporali necessarie a trionfare nella lotta, e poi, nella fiosofia cinica e stoica, [...] seno due formazioni di carattere ascetico, gli esseni (v) e i terapeuti (v.), i primi stanziati nella Palestina, e i secondi nonostante le prime tendenze ascetiche della predicazione di Maometto alla Mecca sul giudizio universale, aveva di poi ...
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La dinastia dei califfi, succeduta a quella degli Omayyadi (Ommìadi), che tenne il califfato fino alla caduta definitiva di questo per opera dei Mongoli nel 656 dell'ègira (1258 d. C.). Il suo nome ("i [...] saggio regno del fratello e successore di Abū 'l-‛Abbās, al-Manṣūr (v.) (136-158 èg. = 754-775 d. C.), il quale molto prossimi della tribù meccana dei Quraish, dalla quale era uscito Maometto); ma per lungo tempo le cariche supreme del governo e ...
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Nell'antichità. - L'aristocrazia è per Platone e Aristotele il governo degli intellettualmente e moralmente superiori. Ma per questi stessi filosofi, a raggiungere tale eccellenza è necessario essere liberi [...] e nella prima parte della età classica, fino a tutto il V secolo? Su tale punto le opinioni sono varie. Alcuni opinano in quegl'individui eccezionali, da lui detti eroi (quali Maometto, Dante, Lutero, Rousseau, Cromwell, Napoleone), i quali nei ...
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Poeta persiano del sec. IV dell'ègira (X-XI d. C.). I dati biografici, abbondanti nella tradizione storico-letteraria persiana, sono spesso in contraddizione fra loro e con le notizie ricavabili dall'opera [...] -Ḥārith, fatto incomoda concorrenza alla predicazione meccana di Maometto. Il vecchio motivo biblico della tentata seduzione di of the Shāhnāmah, in Islamic Culture, III (1929), pp. 612-36; V (1931), pp. 282-319; VI (1932), pp. 233-260.
Traduzioni ...
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Il cibarsi di carne umana. Gli scrittori antichi avevano già raccolto notizia di tale usanza fra alcuni popoli lontani: Erodoto (IV, 18, 106; VI, 26) per l'Asia interna, Strabone (XV, 710) per l'India, [...] coraggio, gli occhi, sede della vista, il fegato, ecc. (v. anima e animismo). Racconta un viaggiatore che nella Nuova Guinea e ‛Utbah) che addentò il fegato del musulmano Ḥamzah, zio di Maometto, ucciso in battaglia, la novella del Decameron (IV, 9) ...
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Illustre filosofo e medico musulmano, cultore anche di scienze matematiche, fisiche e naturali e poeta di qualche merito, che scrisse per lo più in arabo, talora in persiano; nacque nel Ṣafar 370 èg. (agosto-settembre [...] sono, pur conoscendole in forma generale sin dall'eternità; ma su questo v. Nallino, in Oriente Moderno, VII (Roma 1927), pp. 523-524. di testi coranici e mediante il principio che Maometto, dovendosi rivolgere agli Arabi grossolani e ignoranti del ...
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profeta
profèta s. m. [dal lat. tardo propheta, gr. προϕήτης, der. di πρόϕημι «preannunciare, predire», comp. di προ- «avanti» e ϕημί «dire»] (pl. -i, ant. -e). – 1. a. In generale, persona che parla per ispirazione di una divinità, manifestandone...
sciita
scïita agg. e s. m. e f. [der. dell’arabo shī῾ī «che è del partito (der. di shī῾a «partito») di Alì e dei suoi discendenti»] (pl. m. -i). – Relativo a sette musulmane la cui origine risale alle guerre civili del primo secolo dell’egira...