In economia, sia il metodo di analisi basato sul principio marginalistico e, in particolare, sull’individuazione delle scelte ottime degli agenti economici attraverso il confronto tra beneficio e costo [...] mercati (analizzato da A. Marshall attraverso l’analisi della domanda e dell’offerta). A differenza della scuola classica i marginalisti ritengono che il valore di un bene non sia dovuto al costo oggettivo del lavoro sostenuto per la produzione dello ...
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Scuola che sviluppa il pensiero economico classico, sempre considerando il sistema capitalistico come l’unico sistema economico razionale. Il termine neoclassico è stato inizialmente riferito al pensiero [...] con l’economia classica.
Nel secondo dopoguerra, in contrapposizione all’economia classica, con scuola n. si intende l’indirizzo marginalistico (➔ marginalismo), per il quale il valore di un bene e di conseguenza la sua domanda dipendono dall’utilità ...
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L’equivalente in unità monetarie di una unità di bene o servizio; più in generale, valore di scambio di un bene in termini di qualsiasi altro bene.
Secondo la definizione recepita dal diritto privato, [...] la quale lo stesso rapporto è determinato dal grado di utilità e di scarsità di ciascuna merce (teoria neoclassica o marginalista: ➔ marginalismo); c) quella che viene detta teoria neoricardiana, elaborata da P. Sraffa, secondo la quale i p. relativi ...
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Economia
Teoria della l. Si occupa, in senso lato, della distribuzione di oggetti o attività nello spazio, nonché dell’individuazione e dello studio delle leggi che determinano tale distribuzione. In campo [...] con A. Predöhl si assiste a un tentativo di mediazione fra lo schema di Weber e gli apporti del marginalismo; questi ultimi anticipati da von Thünen. Perfezionamenti e adeguamenti alle varie situazioni del mercato sono quelli effettuati da O ...
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Produttività
Terenzio Cozzi
Produttività media e marginale
Per produttività si intende normalmente un confronto tra quantità prodotte e quantità di fattori produttivi utilizzati. Spesso il confronto [...] gli altri fattori produttivi. Supponiamo ad esempio di aver indicato con x il lavoro e con y il grano. La produttività marginale del lavoro è data dalla quantità aggiuntiva di grano che un lavoratore in più permette di produrre (Δy/Δx oppure, se ...
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Utilità
Carlo Casarosa
Introduzione
Il concetto di utilità, intesa come soddisfazione dei bisogni (e, più in generale, delle esigenze) dell'uomo attraverso il consumo di beni e servizi, è sempre stato [...] nell'acquisto di un determinato bene, provoca per l'individuo un incremento di utilità pari a (1/P)UM, dove UM è l'utilità marginale del bene acquistato, P il prezzo del bene e 1/P la quantità di bene che l'individuo può acquistare con quella unità ...
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Rendita
Alberto Quadrio Curzio
Premessa
La rendita è stata inizialmente considerata come quel surplus che va al proprietario terriero per l'uso produttivo della terra scarsa. Successivamente e con ripetuti [...] (terra, lavoro, capitale) li pone tutti su di uno stesso piano per un impiego efficiente in base alle loro produttività marginali, che a loro volta ne determinano la remunerazione. Di nuovo si impone una citazione integrale, data la sua nitidezza ...
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marginalismo
s. m. [der. di marginale]. – Teoria economica sviluppatasi nella seconda metà dell’Ottocento, che si fonda sul concetto di utilità marginale, cioè sull’incremento di soddisfazione che il consumatore ricava da una nuova dose di...
marginale
agg. [der. di margine]. – 1. Del margine, che è al margine, che costituisce un margine: zona, area, spazio marginale. In partic.: a. Che è segnato sul margine di una pagina stampata o manoscritta: disegni, fregi m.; glosse m.; numeri...