economia
Giulia Nunziante
Il comportamento delle famiglie, delle imprese e dello Stato nel mercato
Nella lingua italiana, a differenza di altre, la parola economia indica due concetti diversi: un insieme [...] , Vincenzo Pareto, e così via). Con l'uso diffuso del metodo matematico per descrivere il comportamento del mercato, i marginalisti si opposero agli economisti classici sostenendo che il prezzo di un bene viene determinato in base all'incontro tra la ...
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PRODUZIONE
Attilio Gardini
(XXVIII, p. 298)
Funzione della produzione. - Nell'impostazione marginalista o neoclassica si è sviluppata una teoria dell'equilibrio economico fondata sulla funzione della [...] -lineare, poiché è espressa dalla relazione:
Q=cLaKb [3]
che può essere linearizzata nei logaritmi:
logQ=logc+alogL+blogK [4]
La produttività marginale del lavoro, in questo caso, risulta:
dQ/dL=A(Qo/Lo) [5]
e quella del capitale:
dQ/dK=b(Qo/Ko) [6 ...
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austriaca, scuola
Manuela Mosca
Corrente fondata nel 1871 da C. Menger a Vienna. Nacque come uno dei filoni della rivoluzione marginalista, collocandosi poi al di fuori della teoria economica ortodossa. [...] teorie in forma di modelli formalizzati.
La teoria del valore
La scuola a., come gli altri filoni marginalisti, si basava sul concetto di utilità marginale, quella cioè che il consumatore trae dall’uso o dal consumo di un’unità addizionale di un ...
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In economia, sia il metodo di analisi basato sul principio marginalistico e, in particolare, sull’individuazione delle scelte ottime degli agenti economici attraverso il confronto tra beneficio e costo [...] mercati (analizzato da A. Marshall attraverso l’analisi della domanda e dell’offerta). A differenza della scuola classica i marginalisti ritengono che il valore di un bene non sia dovuto al costo oggettivo del lavoro sostenuto per la produzione dello ...
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Economista (Providence 1847 - New York 1938); professore alla Columbia University dal 1895 al 1923 e direttore del Political Science Quarterly, è stato considerato il principale marginalista americano. [...] Soprattutto sono notevoli i suoi apporti alla teoria della produttività marginale (già pienamente sviluppata nel 1880), all'analisi della funzione dell'imprenditore e del profitto e alla costruzione di un modello dello stato stazionario (teoria del ...
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Economista (Torino 1898 - Cambridge, Inghilterra, 1983), prof. nelle univ. di Perugia (1923) e Cagliari (1925-38), e dal 1939 al Trinity College di Cambridge; socio nazionale dei Lincei (1965). Con l'ormai [...] sfocia così in una critica decisiva alla concezione del capitale inteso come quantità misurabile su cui si basa la teoria marginalista del saggio di profitto. Con M. Dobb curò l'ed. critica dell'opera di D. Ricardo The works and correspondence ...
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marginale
Termine riferito al cambiamento di una variabile economica che si verifica in relazione a variazioni infinitesime di un fenomeno considerato. Questo strumento di analisi, introdotto dalla scuola [...] modo, un’impresa è chiamata a decidere la quantità dei fattori da utilizzare, in base alla loro produttività marginale, che misura l’incremento della produzione ottenibile impiegando un’unità addizionale del fattore. Il rapporto tra la produttività ...
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Economista tedesco (Düren 1810 - Colonia 1858). Fu tra i primi studiosi a formulare il concetto di utilità marginale, che sarebbe stato alla base del sistema teorico neoclassico e della rivoluzione marginalista, [...] note come 1a e 2a legge di G. quella della progressiva saturazione dei bisogni, che determina la decrescenza dell'unità marginale dei beni man mano che ne cresce la quantità disponibile, e quella secondo la quale l'optimum di soddisfazione o massimo ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Marginalismo
Domenico da Empoli
Definizione e storia
Il marginalismo ha avuto inizio nei primi anni Settanta del 19° sec. quasi contemporaneamente in tre diversi Paesi, per un fenomeno di ‘scoperta [...] del pensiero economico e altri saggi, Milano 1970, pp. 377-90.
P. Barucci, The spread of marginalism in Italy, 1871-1890, in The marginal revolution in economics, ed. R.D. Collison Black, A. W. Coats, C.D.W. Goodwin, Durham (N.C.) 1973, pp. 246-66.
P ...
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Wieser, Friedrich von
Economista e sociologo austriaco (Vienna 1851 - Salisburgo 1926). Professore di economia nelle Università di Praga (1884) e Vienna (1903), fu ministro del commercio (1917). Tra [...] austriaca, diede contributi di rilievo alla formulazione dei concetti di utilità marginale e di costo-opportunità e alla teoria dell’imputazione dei prezzi dei fattori. Nella sua ultima opera, Das Gesetz der Macht (1926), delineò principi ...
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marginale
agg. [der. di margine]. – 1. Del margine, che è al margine, che costituisce un margine: zona, area, spazio marginale. In partic.: a. Che è segnato sul margine di una pagina stampata o manoscritta: disegni, fregi m.; glosse m.; numeri...