Chimica
Sistema eterogeneo, formato da due (o più) fasi solide, liquide o gassose, nel quale una delle fasi ( fase disperdente) è continua e disperde l’altra, o le altre ( fasi disperse). Si dice disperdente [...] rapporto con il contesto (articolazioni contigue), sia in dipendenza dai singoli parlanti (per es., la frequenza della voce maschile o femminile nelle vocali). Il campo di d. è uno dei presupposti per spiegare il mutamento nella fonologia diacronica ...
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Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] parte dei nomi ha soltanto due forme, una per il singolare e una per il plurale, ma molti aggettivi ne hanno quattro (maschile, femminile, singolare, plurale: buono buona buoni buone), l’articolo ne ha sei (il lo la i gli le), il verbo qualche decina ...
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Il Novecento è il secolo dell’immagine e del suono, e la radio ne è una delle espressioni più caratterizzanti. La voce esce per la prima volta dal privato, dallo spazio comunque limitato nel quale da sempre [...] . La terminologia si assesta quindi progressivamente dopo una fase di oscillazione, per es. tra il femminile e il maschile di radio (il radio, con riferimento all’apparecchio), tra radio giornale, radio informazioni, giornale parlato e finalmente ...
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Il friulano ha un ruolo peculiare tra le varietà dialettali dell’Italia. Si tratta di un idioma romanzo, che ha caratteri comuni con gli altri dialetti settentrionali, ma anche fenomeni originali che gli [...] , ci vediamo lì del tuo amico;
(b) per i pronomi, si nota che come clitico dativo sing. si usa spesso le anche per il maschile (in friulano esiste la sola forma i per entrambi i generi, mentre c’è ur < illōrum per il pl.); il clitico riflessivo di ...
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L’espressione italiano popolare, attestata già nell’Ottocento (si trova, per es., negli Opuscoli sulla lingua italiana di Giovanni Romani, Milano, Silvestri, 1827, p. 407), deve il suo successo negli studi [...] fenomeni più rilevanti sono:
(a) la tendenza a regolarizzare i paradigmi nominali e aggettivali, per lo più con l’adozione di maschili in -o / -i (l’agento «agente»; gli auti «autobus»; grando «grande») e femminili in -a / -e (la moglia «moglie»; le ...
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Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] è propria del neostandard (Berruto 1987: 75), ma anche l’uso di ci, a Milano come a Palermo, e di le al maschile, in Italia centrale e anche nel Nord-Ovest; si tratta però di tratti marcati anche in diastratia come popolari.
Sul piano sintattico, un ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] / la kappa); si può dire, quindi, il b e il c, ma anche la b, la c e così via, sottintendendo al maschile «segno» e al femminile «lettera». Quest’annosa oscillazione si riscontra nelle Prose della volgar lingua di Pietro ➔ Bembo (1525) in cui, dalla ...
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Espressioni anaforiche sono quelle forme linguistiche con cui «il parlante fa riferimento ad un referente al quale egli, nel suo discorso, ha già fatto riferimento con un’espressione antecedente» (Conte [...] .
Un’anafora associativa può ancora fondarsi sull’opposizione di significato, in una delle sue tante forme:
(21) Nell’omosessualità maschile la dimensione genitale è uno dei fattori più importanti che sostiene la relazione [...]: ciò di cui si va in ...
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La grammatica tradizionale chiama complementi predicativi quei costituenti (aggettivi o sintagmi nominali) del ➔ sintagma verbale che servono a «determinare e completare il significato del verbo» (Serianni [...] dell’oggetto facoltativi sono le costruzioni con verbi transitivi o intransitivi accompagnati da un aggettivo invariabile (maschile singolare) come pagare caro, dormire sodo, vestire elegante, votare socialista (Migliorini 1952). La funzione di tali ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] del meno e numero del più invece di «singolare» e «plurale», e del maschio e della femmina invece di «maschile» e «femminile».
La morfologia nominale è basata sul fiorentino trecentesco, ma selezionando e regolarizzando, cioè escludendo le eccezioni ...
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maschile
agg. [der. di maschio]. – 1. a. Di maschio, di uomo, che è caratteristico dell’uomo o riguarda soltanto gli uomini, cioè i maschi: abbigliamento m., abiti, indumenti m., moda m., eleganza maschile; e in contrapp. esplicita o implicita...
maschilismo
s. m. [der. di maschile]. – Termine, coniato sul modello di femminismo, usato per indicare polemicamente l’adesione a quei comportamenti e atteggiamenti (personali, sociali, culturali) con cui i maschi in genere, o alcuni di essi,...