Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] del greco (auricrinito) o, più tardi, su quello dell’inglese dei poemi di Ossian tradotti da ➔ MelchiorreCesarotti (ondicerchiata). Contemporaneamente, l’ampliarsi, più deciso nel Settecento (➔ Settecento, lingua del), delle tematiche, con agganci ...
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Ugo Foscolo nacque a Zante nel 1778, da madre greca e padre veneziano. Si trasferì nel 1793 a Venezia. Dal 1797 al 1815 fu ufficiale del contingente italiano dell’esercito napoleonico e si dedicò prevalentemente [...] e la lirica del Cinquecento (Martinelli, in Foscolo 1987). Nei Sepolcri la lingua poetica fonde la lezione dell’Ossian di ➔ MelchiorreCesarotti e di ➔ Vincenzo Monti (Il Bardo della Selva Nera) con quella desunta dalla lingua greca antica, da lui ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] ritraducibile nei termini del «genio grammaticale» delle lingue contrapposto a quello «rettorico» (per usare i termini di Melchiorre ➔ Cesarotti, Saggio sulla filosofia delle lingue, 1800), è qui esposta con le argomentazioni e le parole dei Discorsi ...
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Il termine neologismo giunse in Italia dalla Francia, dove néologisme, formato non più tardi del 1735 su elementi del greco classico significanti «nuova parola», completati dal suffisso -isme (it. -ismo), [...] affianca l’aggettivo derivato neologico), mentre i due significati convivono nel Saggio sopra la lingua italiana di ➔ MelchiorreCesarotti (1785). La distinzione fu chiarita nel Dizionario di ➔ Niccolò Tommaseo (1861-1879), dove neologia è «abito e ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] che ebbe come protagonisti, oltre al gruppo del ‘Caffè’, Francesco Algarotti, Saverio Bettinelli, Giuseppe Baretti e ➔ MelchiorreCesarotti.
Contro simili tendenze si scatenò, all’inizio dell’Ottocento, un violento e articolato movimento di reazione ...
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Si chiamano frasi modali le dipendenti circostanziali (➔ subordinate, frasi) introdotte dalla congiunzione subordinante relativa-modale come. Queste frasi esprimono la maniera in cui si realizza il contenuto [...] idiomi, siccome [= nello stesso modo in cui] un popolo non si forma che dalla riunione di varie e disperse tribù (MelchiorreCesarotti, Saggio sulla filosofia delle lingue, parte I, § I, 1)
(24) Ei fu. Siccome [= nel(lo stesso) modo in cui] immobile ...
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Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803) è il maggior scrittore italiano di tragedie. Nacque nel Piemonte sabaudo, da nobile famiglia e studiò alla Reale Accademia di Torino, dove compì, come dice egli [...] così un linguaggio elevato, aspro e duro, per il quale fu criticato da Ranieri de’ Calzabigi e da ➔ MelchiorreCesarotti, che gli rimproverarono la mancanza di naturalezza e scorrevolezza, causata, tra i tanti fattori, dalla soppressione quasi totale ...
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Vincenzo Monti nacque ad Alfonsine di Fusignano (Ravenna) nel 1754. Dal 1778 risiedette a Roma, dove cominciò la carriera letteraria; nel 1797 si trasferì a Milano. Durante il regime napoleonico ebbe numerosi [...] anni napoleonici, Il Bardo della Selva Nera (1806), rinvia per temi e forme al modello dell’Ossian tradotto da ➔ MelchiorreCesarotti.
Nei numerosi testi occasionali dedicati alla figura di Napoleone, Monti mise a punto una poesia pacata e musicale ...
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Il termine barbarismi designa spregiativamente fin dall’antichità le parole (e, più generalmente, gli elementi morfologici, sintattici e stilistici) considerate estranee allo spirito e alla forma di una [...] designanti improprietà grammaticali e stilistiche, il che ne caratterizza il significato (in lettere di Giambattista Marino e ➔ MelchiorreCesarotti, che lo accosta a preziosità e pedanteria; Pietro Verri nel «Caffè» se la prende con chi «macchi ...
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