Giobèrti, Vincenzo. - Filosofo e uomo politico (Torino 1801 - Parigi 1852). Sacerdote, fu ministro (1848) e presidente del Consiglio (1848-49) del Regno di Sardegna e sostenitore del processo di unificazione [...] dei momenti più elevati del pensiero politico italiano. Nella speculazione filosofica, G. concentrò soprattutto la sua attenzione sul problema metafisico e gnoseologico del rapporto fra l'universale e l'individuale, fra Dio e l'uomo, fra lo spirito e ...
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Filosofo polacco (Vienna 1866 - Leopoli 1938), prof. nell'univ. di Leopoli, fondatore dell'Associazione filosofica polacca (1904), direttore (dal 1911) della rivista Ruch filosoficzny. Discepolo di F. [...] d'ispirazione brentaniana. Iniziatore della corrente filosofica detta scuola di Leopoli, contribuì alla polemica contro l'irrazionalismo metafisico dei romantici polacchi e si affiancò al movimento del Circolo di Vienna. Il suo netto rifiuto di ogni ...
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Filosofo tedesco (Lüben, Slesia, 1899 - Monaco di Baviera 1991). Nel 1937 lasciò la Germania per gli USA, dove insegnò filosofia all'univ. della Carolina del Nord (dal 1938) e alla Emory University di [...] 1962), ha dedicato i suoi primi scritti all'estetica (Die Kulturfunktion der Kunst, 2 voll., 1931) e al problema metafisico (Sokrates. Ein Versuch über den Ursprung der Metaphysik, 1934); nel periodo americano all'interesse per l'estetica e per la ...
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BINI, Vincenzo
Ubaldo Tintori
Di famiglia patrizia assisiate, nacque a Lucca il 28 ag. 1775 da Pietro, allora giudice della Rota in quella Repubblica, e da Geltrude Cima. Entrato nell'Ordine benedettino [...] a Roma. Dal 1800 insegnò filosofia nell'università di Perugia, ove pubblicò nel 1815 un Corso elementare di lezioni logico-metafisico-morali.
L'opera è un "trattato ideologico-morale", com'egli la definisce, che, partendo da Locke e da Condillac e ...
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Filosofo francescano (sec. 13º), fu successivamente a Oxford, a Parigi (verso il 1220), a Magdeburgo (dal 1230). Scrisse (1240 circa) il trattato enciclopedico De proprietatibus rerum, in 19 libri, in [...] "nature", l'opera è di carattere erudito e libresco, e le "proprietà" delle cose sono al limite tra il sensibile e il metafisico e il soprannaturale (dell'opera esiste un volgarizzamento trecentesco in dialetto mantovano del notaio Vivaldo Belcazer). ...
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DORIA, Paolo Mattia
Pierluigi Rovito
Nato a Genova il 24 febbr. 1667 da Giacomo e da Maria Cecilia Spinola, apparteneva al ramo dei Doria Lamba, che nell'ultimo secolo e mezzo aveva dato alla Repubblica [...] il senso e la materia, e si rifiutava tutto ciò ch'era l'oggetto dell'intelletto spirituale e puro" (Difesa della metafisica degli antichi filosofi contro il signor Giovanni Locke ed alcuni altri autori, Venezia 1732, p. 2). Per la loro attenzione ...
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GUASTELLA, Cosmo
Angela Taraborrelli
Nacque a Misilmeri, in provincia di Palermo, il 28 genn. 1854 da Vincenzo, farmacista, e da Marianna Piazza. Compì gli studi secondari nel regio liceo Vittorio Emanuele [...] di essi) ai fenomeni e alle idee che ci sono familiari. I sofismi a priori più importanti, che si trovano alla base dei sistemi metafisici sono, secondo il G., l'idea di causa efficiente, l'idea di cosa in sé e alcuni principî, come, ad esempio, "l ...
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Poeta ed economista (Vignola 1736 - Reggio nell'Emilia 1783), chiamato da Francesco III a coprire la cattedra di economia civile nella rinnovata università di Modena (1772). Risentì l'influenza dei fisiocratici [...] religiosi, filosofici, sociali, in relazione alla poesia arcadica. Tra le sue opere: Versi sciolti (1762); Epistola ... sopra lo stato presente delle scienze e delle arti in Italia (1767); Saggio metafisico sopra l'entusiasmo nelle belle arti (1769). ...
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Naturalista inglese (Londra 1713 - Bruxelles 1781). Di famiglia cattolica, fu ordinato sacerdote nel 1738. Fu, primo prete cattolico, membro della Royal Society, e presidente dell'Accademia imperiale di [...] osservazioni. Sostenitore dell'epigenesi, egli ritenne, sulla base di ripetute esperienze e osservazioni e in un contesto metafisico improntato a un vitalismo che richiama la scuola neoplatonica di Cambridge e in cui sono presenti motivi leibniziani ...
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Filosofo (Grass Valley, California, 1855 - Boston 1916). Dopo aver studiato negli USA e in Germania (tra gli altri con H. Lotze), fu (dal 1882) professore alla Harvard University. Preoccupazione dominante [...] voll., 1900-01; trad. it., 4 voll., 1913-16), si afferma già pienamente la tendenza di R. a trasferire sul piano metafisico i contrasti prima colti a livello etico e sociale. R. diviene così il massimo esponente, in ambito statunitense, di una forma ...
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metafisico
metafìṡico agg. e s. m. [der. di metafisica] (pl. m. -ci). – 1. agg. Nel linguaggio filos., che concerne la metafisica (intesa come scienza della realtà assoluta) o è proprio di essa: problemi m.; principî m.; che poi la vita sia...
metafisi
metàfiṡi s. f. [comp. di meta- e (dia)fisi]. – In anatomia, ciascuna delle due congiunzioni della diafisi con le epifisi, nelle ossa lunghe, costituita da un nucleo di tessuto osseo spugnoso coperto da uno strato sottile di osso compatto.