La conversazione è uno scambio verbale tra due o più partecipanti, come tipo di attività socialmente organizzata, prevalentemente di carattere informale e basata sulla ➔ lingua parlata. La conversazione, nella sua forma canonica faccia a faccia, è caratterizzata dall’uso del codice verbale, dal mezzo fonico-acustico, dalla sincronia temporale, dal contesto fisico comune e dalla compresenza di parlante ...
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Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli alla fine del 1680, li proseguì ben presto da solo. Su incitamento del padre, si avviò poi (fine 1684) verso gli studi giuridici, conducendo anche questi prevalentemente da autodidatta, ma riuscendo ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che era composto di 23 grafemi, comprendendo in più k, x e y e mancando del segno u; la v rappresentava, infatti, anche la semiconsonante e la vocale u (vinum, ivstitia, avxilium, vxor). Nell’alfabeto ...
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Le varietà italo-albanesi (arbëresh) sono parlate in 50 comunità (di cui 41 sedi comunali), distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (fig. 2). Gruppi albanofoni emigrati da queste comunità sono presenti in diverse città italiane, fra cui Roma, Bari, Cosenza, Crotone e Palermo, oltre che negli Stati Uniti, in Argentina e in Brasile. Vi sono infine centri anticamente ...
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L’espressione lingua colloquiale indica il complesso di usi linguistici che si manifestano primariamente, ma non esclusivamente, quando si parla in situazioni naturali e spontanee e in contesti informali; tipicamente, nella conversazione. La lingua colloquiale è solo uno dei possibili registri della lingua parlata (➔ lingua parlata; ➔ registro), anche se spesso il termine colloquiale è usato per indicare ...
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Il passato prossimo (denominato anche, raramente, perfetto composto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, che ha come principale significato quello di indicare un evento concluso nel passato. Il processo che il passato prossimo esprime è avvenuto in genere prima del momento dell’enunciazione, ma, a differenza del ➔ passato remoto, in certe condizioni può essere situato in altri punti dell’asse ...
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Ogni lingua ha al suo interno differenziazioni collegate con fattori sociali ed extralinguistici ed è articolata in varietà. Le varietà di lingua rappresentano le diverse attualizzazioni, ognuna distinta per alcuni tratti dalle altre, in cui si manifesta concretamente il sistema della lingua nei suoi impieghi presso una comunità. Varietà (di lingua) è quindi un termine generico per designare tutte ...
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Esistono in linguistica concezioni differenti di registro. Un aspetto centrale condiviso è la correlazione tra situazione comunicativa e registro come appare formulata nella seguente definizione lessicografica: «Modo di parlare o scrivere, livello espressivo proprio di una data situazione comunicativa: registro familiare, giornalistico, burocratico» (GDG 2008, sub voce).
Le concezioni variano invece ...
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Gli atlanti linguistici, strumento fondamentale e tradizionale della ➔ geografia linguistica, sono costituiti da una serie ordinata di carte, che riportano i diversi modi in cui si dice una certa cosa in un determinato territorio. Nella loro forma più diffusa, le carte che costituiscono gli atlanti linguistici, in scala più o meno ridotta, riportano, per lo più in trascrizione fonetica, i termini che ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara nel 1497, al seguito del padre ambasciatore, come poi a Mantova e a Urbino, conobbe le corti, nelle quali vigeva un particolare rapporto mondano fra cultura umanistica, letteratura volgare di moda ...
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eco-centrale
s. f. Centrale per la produzione di energia le cui emissioni risultano poco inquinanti per l’ambiente. ◆ Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall’emissione di ceneri, polveri...
megawatt
‹-vàt› s. m. [comp. di mega- e watt]. – Unità di misura della potenza, pari a 106 watt, usata soprattutto per misurare la potenza prodotta, su grande scala, utilizzando le diverse fonti di energia; simbolo: MW.