La nausée Romanzo filosofico (1938; trad. it., La nausea, 1948) di J.-P. Sartre. Concepito inizialmente come un "penso sulla contingenza" e in una stesura intermedia intitolato Mélancholie, il romanzo, [...] di trasferirsi a Parigi, dove si dedicherà, forse, alla stesura di un romanzo. Ma il vero tema del libro è la "nausea" che fin dalle prime pagine assilla il protagonista, incapace di dare una qualunque giustificazione all'esistenza, che gli si rivela ...
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Scrittore italiano (n. Roma 1932). Esordì con una raccolta di poesie, Il privilegio di essere vivi (1962), manifestando un gusto eversivo nell'uso dei materiali espressivi che andrà affinando nelle successive [...] analogo impegno di linguaggio e di stile distingue la sua produzione narrativa, tesa alla denuncia delle ipocrisie borghesi (La nausea media, 1964; I sensi lunghi, 1970; Muore il padrone, 1978; Morte per lucro, 1988). Tra le pubblicazioni più recenti ...
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Politica e letteratura
Carlo D'Amicis
L'idea che la letteratura potesse cambiare il mondo, trasformarsi in un'azione in grado di sortire effetti storici e determinare un'assunzione di responsabilità [...] . si rivelava un sogno. La cui fine veniva in qualche modo sancita dallo stesso Sartre con la frase "Un romanzo come La nausea, davanti a un bambino che muore di fame, non serve a nulla?", pronunciata in un'intervista rilasciata a Le monde.
Un sogno ...
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Poeta brasiliano, nato a Itabira (Minas Gerais) il 30 ottobre 1902. È la figura più importante del secondo modernismo, ricco d'implicazioni socio-politiche e aperto agl'influssi delle letterature straniere [...] e una smania di fraternità umana, espressi l'uno e l'altra in testi memorabili come Il nostro tempo, Il fiore e la nausea, Ode all'uomo del popolo Charles Chaplin, nei quali il verso libero inaugurato dai modernisti di San Paolo si piegava a tutte le ...
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Romanziere, drammaturgo e filosofo francese (Parigi 1905 - ivi 1980). Pensatore tra i più significativi del Novecento, la sua filosofia si riallaccia alla fenomenologia di E. Husserl e all'analitica esistenziale [...] e nella storia.
Opere letterarie
Strettamente legata alla speculazione filosofica è l'opera letteraria di S., a cominciare dal romanzo La nausée, pubbl. nel 1938 (trad. it. 1947), cui seguirono la già citata raccolta di novelle Le mur e il ciclo di ...
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Alle origini delle moderne letterature europee, ampio scritto in lingua volgare, dapprima in versi poi anche in prosa, che narra avventure eroiche in margine alla storia o di pura invenzione; così nel [...] la moderna insufficienza del r. a sé stesso, che narrativamente era incarnata dagli angosciati eroi dell’estraneità e della nausea. Tragicamente diverso il rischio totale abbracciato dal francese L.-F. Céline (Voyage au bout de la nuit, 1932), che ...
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Narrativa
Claudio Magris
di Claudio Magris
Narrativa
sommario: 1. Tramonto dell'epica e crisi del romanzo: la dissoluzione del grande stile. 2. Totalità e regressione: la cancellazione del soggetto [...] sembra oscillare fra due forme antitetiche e complementari di dissoluzione del grande stile e del senso: fra l'incolore nausea di Sartre e il virulento vomito, linguistico ed esistenziale, di Cèline. Nel suo ‟monologo interminato" (v. Contini, 1977 ...
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CENA, Giovanni
Piero Craveri
Nacque a Montanaro (Torino) il 12 gennaio del 1870, in una famiglia povera, da Gioanni, tessitore, e Maddalena Biletta, giornaliera agricola; numerosi i fratelli. La miseria [...] a Torino nel 1898.
Una passione che trova a stento la forma compiuta per rivelarsi, si trasforma in "nausea", per la consapevole incompiutezza del suo messaggio, e per un'interna contraddizione, il ripiegarsi continuo in una poetica intimistica ...
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CARACCIOLO, Tristano (Caracciolus, Tristanus)
Frank Rutger Hausmann
Nacque tra il 1434 e il 1439 (probabilmente nel 1437) a Napoli da Giovanni e da Silvia Minutolo.
Suo nonno Giosuè era stato gentiluomo [...] dei due principali congiurati del 1485, Coppola e Antonello Petrucci, o di quella dello stesso Ferrante che, pieno di disgusto e nausea per l'esercizio del potere e i piaceri del mondo, si limita a vivere vegetando i suoi ultimi giorni. La vita di ...
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CAMPANA, Cesare
Gino Benzoni
Nato attorno al 1540 all'Aquila, da una famiglia della nobiltà locale, si trasferì nel 1572 circa a Vicenza; e qui, almeno dal 1578, insegnò grammatica al seminario. Nel [...] e l'esplicare i più reconditi consigli, i più occulti pensieri dei principi" lo storiografo aquilano suscitava un senso di "nausea": le sue opere ineleganti e "senza il sale della verità" ammorbavano col loro "fetore" il "Parnaso". E i principi ...
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nausea
nàuṡea s. f. [dal lat. nausea «mal di mare», gr. ναυσία, variante ionica di ναυτία, der. di ναῦς «nave»]. – 1. In medicina, stato di malessere caratterizzato da un senso di fastidio e di oppressione all’epigastrio, da propensione al...
nauseare
nauṡeare v. tr. [dal lat. nauseare, nel lat. class. «avere nausea», nel lat. tardo «eccitare la nausea»] (io nàuṡeo, ecc.; poco usate, per ragioni di eufonia, le forme, che d’altronde sono le sole regolari, nauseiamo dell’indic. e...