L’epentesi (dal tardo lat. epenthĕsis, a sua volta dal gr. epénthesis «inserzione») è un fenomeno fonetico che consiste nell’inserimento di un suono non etimologico in una parola o una sequenza fonica. [...] in italiano come rovina per epentesi del suono [v], così come in francese l’epentesi di [t] in a -[t]- il interrompe il difficile (1992), La Basilicata, in L’italiano nelle regioni. Lingua nazionale e identità regionali, a cura di F. Bruni, Torino, ...
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Scevà (adattamento italiano di Schwa, trascrizione tedesca del termine grammaticale ebraico shĕvā /ʃəˈwa/, che può essere tradotto con «insignificante», «zero» o «nulla») è il nome di un simbolo grafico [...] anche se fonologicamente il nesso /fn/ non è accettato in francese. Ciò vale anche per il nesso /ʃt/ e la pronuncia sperimentale: metodo e applicazioni. Atti del IV convegno nazionale dell’Associazione italiana di scienze della voce (Università della ...
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Il tabarchino è un dialetto ligure parlato da circa 10.000 persone nell’Arcipelago Sulcitano a sud ovest della Sardegna: a Carloforte, centro dell’isola di San Pietro, e a Calasetta, su Sant’Antioco.
Il [...] esso spiccano i prestiti diretti dall’arabo (limitati), dal francese e dal siciliano (legati questi all’immigrazione ottocentesca di per tale motivo esclusi in Sardegna dalla tutela nazionale. Ciò non sembra tuttavia pregiudicare la vitalità e ...
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La regola generale secondo la quale in italiano sono femminili i nomi terminanti in -a e maschili quelli in -o (➔ genere) è ricca di eccezioni (sono, ad es., femminili mano, virago, radio e maschili cobra, [...] tedesco si vedano, ad es., la Ostpolitik e il Kinderheim, per il francese la moquette e il cabaret). Ma ci sono anche altri casi.
Se («Nel 2008 è rieletto deputato al parlamento nazionale nelle fila del Popolo della libertà», dalla Biografia ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] alcuni trattati in l., nella maggior parte della loro opera adottano le rispettive lingue nazionali; il trattato di Rastatt, del 1714, è redatto non più in l. ma in francese); il l. restò solo come lingua della Chiesa cattolica (ma nella liturgia, a ...
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Ciò che è riferito al popolo, inteso sia come collettività dei cittadini, senza distinzione di classi sociali, sia come insieme delle classi sociali meno elevate, socialmente e culturalmente svantaggiate.
Antropologia
Secondo [...] su scala internazionale (notissimo è quello Aarne-Thompson), nazionale e regionale, che consentono d’individuare rapporti d’identità scolasticismo dei wolffiani, attenti alla contemporanea cultura francese e inglese, i Popularphilosophen, pur con ...
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Le lingue e i dialetti che si sono svolti da un comune fondamentale strato latino nelle regioni più profondamente latinizzate e in cui la latinità non fu sopraffatta (come invece avvenne nella Rezia settentrionale, [...] F. Diez in 6 gruppi (portoghese, spagnolo, francese, provenzale, italiano e romeno) è fondata su criteri che il punto di partenza è la lingua letteraria e l’unità culturale e nazionale; e anche l’ampliamento di W. Meyer-Lübke a 9 sistemi dialettali, ...
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Filologo classico francese (Aix-en-Provence 1920 - Parigi 2006), professore di filologia greca a Parigi, insegnò alla facoltà di lettere di Poitiers (1953), all'univ. di Nanterre (1965), alla Sorbona (1972) [...] sino al 2005 è stata curata dal Collège de France. Membro (1981) dell’Institut de France, dal 1991 socio straniero dell'Accademia nazionale dei Lincei, che nel 2002 gli ha conferito il premio Feltrinelli internazionale per la filologia classica. ...
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Filologo e letterato (Avenay, Marna, 1800 - Parigi 1881), impiegato e conservatore alla Biblioteca Nazionale, fu, dal 1853, prof. di letteratura francese medievale al Collège de France. Fra le sue opere [...] una traduzione delle opere complete di Byron (1830-36). Ma il suo nome resta essenzialmente legato agli studî di letteratura francese medievale di cui sentì romanticamente il fascino e la grandezza, ma che non studiò col rigore scientifico che fu poi ...
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Filologo italiano (Sondrio 1847 - Firenze 1930). Alunno di A. D'Ancona e D. Comparetti, fu dal 1874 a Milano e dal 1884 al 1922 a Firenze insigne maestro di romanistica; socio nazionale dei Lincei (1907). [...] con l'esauriente ricerca sulle Fonti dell'Orlando furioso (1876). Fondamentali sono anche l'opera su Le origini dell'epopea francese (1884) e gli studî di filologia dantesca, in particolare sul De vulgari eloquentia, di cui curò un'edizione critica ...
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nazionalita
nazionalità s. f. [dal fr. nationalité, der. di national «nazionale»]. – 1. Il fatto d’essere nazionale, di costituire cioè una nazione, di avere carattere di nazione. Con questo sign., si usa quasi esclusivam. nell’espressione...
consiglio
consìglio s. m. [lat. consĭlium, della stessa radice di consulĕre «consultare»]. – 1. Suggerimento che si dà a una persona per risolvere i suoi dubbî o per esortarla a fare o non fare una cosa, generalmente con intento di procurare...