Palestinese, movimento
Guido Valabrega
(App. IV, ii, p. 727; V, iv, p. 30)
La scelta compiuta nel settembre 1993 dall'OLP, firmando a Washington la Dichiarazione dei principi sulle disposizioni transitorie [...] tenuto presente che sotto l'amministrazione israeliana Gerusalemme non è mai stata unita bensì rigidamente frazionata, sotto di involuzione contraddistinto da un ritorno a un clima di violenza che portò a espropri e confische di terre, distruzione di ...
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VITTORIO AMEDEO I duca di Savoia
Carlo Morandi
Nato a Torino l'8 maggio 1587 da Carlo Emanuele I e da Caterina di Spagna, morto il 7 ottobre 1637. Dopo la morte della duchessa, Carlo Emanuele I che [...] sua funzione di "antemurale della Penisola". E l'amicizia francese non solo non consentì a V. A. I di realizzare l'acquisto ispirato dal desiderio di porre gli stati sabaudi al riparo dalla violenza delle armi francesi. Il duca che, in un primo tempo ...
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WEBSTER, Daniel
Henry Furst
Statista americano, nato a Franklin (allora Salisbury) nello stato di Nuova Hampshire, il 18 gennaio 1782, morto a Marshfield, il 24 ottobre 1852. Suo padre, Eebenezer V., [...] rieletto senza difficoltà al 14° congresso, dove attaccò con violenza un progetto per creare una banca nazionale. Nel marzo nullificare" i dazî federali del 1828. Dimostrò che la nazione non è una federazione sciolta di stati sovrani, ma una vera ...
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VISCONTI, Matteo I
Luigi Simeoni
Figlio di Tebaldo (ucciso dai Torriani a Gallarate nel 1276) e di Anastasia Pirovano nipote di Uberto di Pirovano arcivescovo di Milano, nacque a Invorio (Novara) il [...] 1287 alla sua espulsione da Milano nel 1302, periodo nel quale non riesce a consolidare la signoria; l'esilio e le manovre con La lotta dinastica risorta in Germania, e più la violenza con cui papa Giovanni XXII volle realizzare l'aspirazione a ...
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RUHR (XXX, p. 232)
Silvio FLIRLANI
Il bacino minerario della Ruhr fa parte attualmente della zona di occupazione britannica in Germania ed è compreso nel Land Reno settentrionale-Vestfalia. Per le operazioni [...] periodo di venticinque anni per ben due volte la violenza del "potenziale bellico" tedesco, desiderava garanzie concrete, francesi, gli S. U. e la Gran Bretagna, pur non recedendo dalle loro posizioni, ammisero la Francia nella commissione di ...
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PERON, Juan Domingo (App. II, 11, p. 521; III, 11, p. 388)
Antonello Biagini
Uomo politico argentino, morto il 10 luglio 1974. Deposto nel 1955 da un golpe militare, P. lasciò la guida del paese in un [...] per il trionfo del movimento e che quindi accentuarono la violenza come strumento di lotta politica. P. fu accusato di voler P. sia per rinverdire il mito di Evita sia per non privilegiare con una scelta più politica una delle varie correnti che ...
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TENZIN GYATSO
Attuale Dalai Lama (v. lamaismo, XX, p. 398), nato in una regione del Nord-Est del Tibet il 6 luglio 1935. I più venerabili monaci buddhisti lo riconobbero come quattordicesimo Dalai Lama [...] quando non aveva ancora compiuto cinque anni, il 22 febbraio 1940. Appena quindicenne ebbe a svolgere un importante ruolo pace a motivo della sua costante opposizione all'uso della violenza nella pur quarantennale lotta per la liberazione del Tibet.
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LERROIX, Alexandro
Uomo politico spagnolo, nato il 4 marzo 1864 in Andalusia. Capo del partito radicale, emigrato nel 1906, fu attivo leader del gruppo repubblicano in parlamento dal 1909 al 1923. In [...] requetes, contribuendo così a sviluppare i fermenti di violenza nella capitale catalana. Dopo la caduta della monarchia che tenne fino alle dimissioni del gabinetto (29 ottobre '35). Negli avvenimenti successivi L. non ebbe apprezzabile rilievo. ...
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INNOCENZO III, papa
Werner Maleczek
Lotario nacque verso il 1160-61 a Gavignano, nel Lazio, a sud di Roma, figlio di un Trasmundo "de comitibus Signie", con cui non si allude al titolare di una contea [...] derivarono. Negli anni fino al IV concilio Lateranense il papa fu coerentemente irremovibile sull'uso della violenza nella lotta contro l'eresia: non sempre riuscì però a intuire i mutevoli giochi politico-militari fra Raimondo di Tolosa, l'ambizioso ...
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totalitarismo
Simona Forti
Il totale controllo politico della società
Con il termine totalitarismo ci si riferisce a quei regimi che, soprattutto nel periodo tra le due guerre mondiali, organizzarono [...] differenza della normale violenza politica, non mira a ottenere semplicemente la sottomissione, e quindi non si ferma e della storia che per essere realizzata, tradotta in realtà, non si cura affatto delle sofferenze che arreca agli uomini e alle ...
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violenza
violènza s. f. [dal lat. violentia, der. di violentus «violento»]. – 1. Con riferimento a persona, la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale,...
violenza domestica
loc. s.le f. Violenza perpetrata nell’ambito familiare o all’interno di una coppia, perlopiù nei confronti di una donna. ◆ Il governo Blair sfodera una nuova arma contro la violenza domestica: il telefonino. Il ministro...