Il genere maschile è una delle due classi di genere presenti in italiano (l’altra è il ➔ femminile; ➔ genere) ed è uno dei cardini attorno a cui ruotano i sistemi di genere della quasi totalità delle lingue [...] , quindi la classe -o/-i per il maschile e quella -a/-e per il femminile.
In questo caso, vi è di norma una corrispondenza tra genere grammaticale e genere inerente, cioè reale: i nomi che designano esseri animati di sesso maschile confluiscono nella ...
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In senso generico ed etimologico, da cui si sviluppano tutti i significati particolari, qualsiasi cosa che serve a indicare.
Anatomia
Dito i. È il secondo dito della mano, tra il pollice e il medio: ha [...] statistico (costo di una merce, consumo di un prodotto ecc.) rispetto a quella di un’epoca di riferimento, che viene di norma posta uguale a 100. I numeri i. si distinguono in semplici o elementari se riferiti all’entità attuale di un dato statistico ...
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La lingua e la scuola
Luca Serianni
Prima dell’Unità l’interesse dei vari Stati per l’istruzione era complessivamente modesto. Nel segmento iniziale, quello dell’asilo infantile, si registra addirittura [...] muove sosteneva che un italiano comune era sempre esistito e che non si doveva rinunciare all’autorità degli scrittori, delegando la norma al solo uso vivo. Che la lingua non potesse ridursi al lessico, e men che meno alla nomenclatura, affermava in ...
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Il discorso diretto è una delle forme tradizionalmente riconosciute del ➔ discorso riportato, cioè uno dei modi che offre la lingua per riprodurre, in forma orale o scritta, enunciati appartenenti a un [...] pelle all’interno delle cosce. La Carla era una bella tosetta, ricciuta e ben fatta, scura di pelle, cordiale; ma la Norma era un molle tranello in cui bramavo cadere. Però prendevo la Carla: l’idea di contraddire Piareto non mi sfiorava nemmeno ...
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Il termine genere indica un fenomeno morfologico riguardante i nomi (e le parole ad essi riconducibili: aggettivi, pronomi, participi), per il quale in alcune lingue (tra queste l’italiano) ciascuno di [...] i due nomi e nessun elemento che possa lasciar presagire un rapporto di tipo formale. Coppie di questo tipo vanno di norma annoverate tra le situazioni di somiglianza casuale e fortuita che la lingua, nel suo divenire storico, talora produce.
Vi sono ...
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Per quantità fonologica si intende il tratto distintivo di carattere prosodico (➔ prosodia) che oppone i segmenti fonici, sia vocalici sia consonantici, secondo la loro lunghezza. Essendo una proprietà [...] il rapporto tra il tratto di quantità, o lunghezza, e quello di tensione (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di). Di norma, le vocali lunghe sono più tese e più periferiche rispetto a quelle brevi, che sono invece più rilassate e centrali ...
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I nessi -cie e -gie in posizione finale di parola occorrono, nella maggior parte dei casi, nelle forme plurali dei nomi in -cia e -gia (in parole come superficie o effigie questi nessi sono però singolari). [...] di camice [kaˈmiʧe], così come la pronuncia di valigie [vaˈliʤe] è identica a quella di valige [vaˈliʤe].
La norma oggi generalmente seguita nella grafia dei plurali dei nomi in -cia e -gia con i atona è la seguente:
(a) mantengono la i i plurali ...
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Tradizionalmente l’articolo è considerato una parte del discorso (➔ parti del discorso). In termini moderni, fa parte di quella classe di parole che operano come modificatori del nome (o del sintagma nominale; [...] pressoché impossibile una sua trasformazione desinenza di genere. Tuttavia, vi sono situazioni in cui esso assume anche funzioni che di norma pertengono alle desinenze del nome. È il caso, ad es., dei nomi della classe flessiva -e (sing.) / -i (plur ...
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Il termine parasintetico si riferisce a parole formate col simultaneo combinarsi a una base di un prefisso e di un suffisso (o di un processo di ➔ conversione), ove non esiste una parola contenente o solo [...] ). Si tratta quindi di verbi causativi, cioè verbi transitivi in cui il referente del soggetto dell’enunciato è di norma causa intenzionale di un cambiamento subito dal referente del complemento oggetto, e in cui l’aggettivo è il nucleo semantico ...
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Con il termine anacoluto (dal lat. tardo anacoluthon, gr. anakólouthon (skhēma), composto da an- privativo e akólouthos «seguace») si indica generalmente la frattura di una sequenza sintattica mediante [...] descrittive – mette in luce l’estrema relatività del suo statuto: l’irregolarità (e quindi la deviazione rispetto a una presunta norma) di cui sarebbe spia avrebbe infatti un valore non assoluto ma, appunto, relativo ad una data fase storica e a un ...
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norma
nòrma s. f. [dal lat. norma «squadra» (come strumento) e fig. «regola»]. – 1. In origine, con sign. non più in uso, strumento adoperato da tecnici e operai per tracciare misure e rapporti di linee e di angoli; squadra: fare a norma,...
normando
s. m. [dal fr. normande, femm. sostantivato dell’agg. normand «normanno»]. – Carattere tipografico con asta molto piena, ma con forte chiaroscuro e grazie sottilissime, usato per titoli e sim.; è detto anche normanno.