Col termine abbreviazione (o, più anticamente, abbreviatura) si indica l’accorciamento (o compendio) di una parola. Come si legge nel Vocabolario della Crusca (1612), l’abbreviazione è una «parola abbreviata [...] ambito anglosassone.
Le grammatiche raramente offrono norme sistematiche sulle abbreviazioni, benché spesso, possibile ipotizzare che la lettera doppia, non richiesta da alcuna norma, sia introdotta per analogia coi titoli professionali e onorifici ( ...
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Gian Giorgio Trissino, nato a Vicenza nel 1478 e morto a Roma nel 1550, è uno dei letterati di maggior rilievo della prima metà del Cinquecento (➔ Umanesimo e Rinascimento, lingua dell’) e il più importante [...] comportava un eclettismo nelle scelte linguistiche concrete difficilmente ricevibile in un momento di normazione grammaticale (➔ norma linguistica). In effetti, la Grammatichetta, che si caratterizza intenzionalmente, rispetto alle Regole di Fortunio ...
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L’assimilazione è il fenomeno per il quale un suono (tecnicamente, un fono; ➔ fonetica) assume in tutto o in parte i tratti di un altro suono vicino (o di altri suoni vicini). Si tratta, quindi, della [...] l’Umbria», ritenendolo, quindi, sistematicamente diffuso a tutti i dialetti centro-meridionali.
La sonorizzazione postnasale è di norma ricondotta a una motivazione articolatoria: in una parola come [ˈgwanto] guanto l’occlusiva sorda si trova in un ...
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Il numero è la categoria grammaticale che serve a codificare la quantità dei referenti di diversi elementi linguistici. Le principali definizioni di numero presenti nelle grammatiche e nei dizionari tuttavia [...] » (Jackendoff 1990: 29).
La distinzione di numero, dunque, non pare riferibile a entità prive di limiti inerenti, codificate di norma dai cosiddetti nomi di massa (➔ massa, nomi di), che Jackendoff (1989, 1990, 1991) distingue in sostanze e aggregati ...
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Il termine appellativo è usato in grammatica e in linguistica con vari significati:
(a) come sinonimo di nome comune, in opposizione a nome proprio, all’interno della classe dei nomi (➔ nomi);
(b) come [...] ?
A partire dall’ultimo quindicennio del XX secolo si è sviluppato in maniera particolarmente vivace il dibattito sulla norma che dovrebbe regolare la conversione al femminile di questi titoli: si tratta di questione che non riguarda specificamente ...
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Benedetto Varchi (Firenze 1503 - ivi 1565), dopo la laurea in utroque iure a Pisa e un breve esercizio di professione notarile, si dedicò alla poesia e agli studi umanistici. Di sentimenti repubblicani, [...] in tutti i tipi di scritti: ➔ virgola anche dinanzi a che (congiunzione e pronome) ed e / et; accenti segnati di norma sulla preposizione à e sulla è (di essere), più di rado su altre forme verbali (andrà, lodò). Conservate alcune grafie etimologiche ...
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Un inveterato luogo comune vuole l’italiano come la più adatta tra le lingue al canto, soprattutto per una ragione fonetica e una sintattica: la ricchezza di suoni vocalici, specie in fine di parola, e [...] iniziante per vocale o a suoni vocalici più volte ripetuti. Ovviamente, poi, le sillabe del parlato sono di norma più brevi di quelle cantate.
Anche nell’accentazione, il canto può talvolta operare delle modificazioni (ritrazioni o avanzamenti ...
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La pubblicità, in tutte le sue forme (su manifesti, nei giornali, in radio e televisione), è uno dei tipi testuali che più influenzano l’italiano comune, con coniazione di ➔ neologismi e prestito di parole, [...] infinita; noccioline d’ordinaria follia; non avrai altro jeans all’infuori di me.
La sillabazione viene talora violata rispetto alla norma (Kri-z-ia; Trus-sa-rdi), così come l’uso dell’iniziale maiuscola nei nomi propri. Talvolta l’iconicità si ...
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L’italiano parlato a Torino condivide, con differenze diafasiche (➔ variazione diafasica), diastratiche (➔ variazione diastratica) e di frequenza d’uso, i principali tratti regionali delle varietà settentrionali. [...]
I fenomeni qui elencati si riferiscono principalmente alla varietà di italiano di Torino e trovano quindi rispondenza, di norma, in tratti consimili del dialetto torinese, varietà di koinè dell’area dialettale piemontese (➔ piemontesi, dialetti). L ...
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Si chiamano dimostrativi tutti quegli elementi ➔ deittici la cui interpretazione presuppone necessariamente il riferimento a componenti della situazione comunicativa (➔ contesto). Della categoria dei dimostrativi [...] , tipicamente costituiti da avverbi di luogo: questo ... qui, quello ... lì/là, ecc. Forme rafforzate di questo tipo sono diventate la norma in francese: ce livre-ci, lett. «questo libro qui», celui-ci, celui-là (lett. «questo qui, quello là»).
È ...
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norma
nòrma s. f. [dal lat. norma «squadra» (come strumento) e fig. «regola»]. – 1. In origine, con sign. non più in uso, strumento adoperato da tecnici e operai per tracciare misure e rapporti di linee e di angoli; squadra: fare a norma,...
normando
s. m. [dal fr. normande, femm. sostantivato dell’agg. normand «normanno»]. – Carattere tipografico con asta molto piena, ma con forte chiaroscuro e grazie sottilissime, usato per titoli e sim.; è detto anche normanno.