Nome che si dà comunemente alle rocce compatte, specialmente a quelle usate come materiale da costruzione.
Accompagnato da determinazioni riferentisi ad alcune caratteristiche esteriori, all’uso, al luogo [...] come p. da taglio.
Preistoria
Età della p. In paletnologia, il periodo in cui l’uomo, non conoscendo ancora l’uso dei metalli religiosa derivano dalla forma (figura umana, o fallica) o dall’origine (meteorica) o sono inerenti alla sua natura. La p. è ...
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Musica
Spettacolo, detto anche melodramma, in cui l’azione teatrale si sviluppa attraverso la musica e il canto. Pur assumendo denominazioni diverse a seconda di argomento (o. buffa, o. seria), epoca e [...] soggetti di matrice popolare che traeva origine dalla forma dell’intermezzo; l’esempio più famoso della fede.
L’equilibrio tra fede e o. fu mantenuto dalla teologia cattolica, mentre la riforma luterana, insistendo sull’assoluta incapacità per l’uomo ...
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Organo ghiandolare complesso annesso all’intestino, presente negli animali Vertebrati.
Anatomia e medicina
Anatomia comparata e umana
Il f. è la più grossa ghiandola del corpo dei Vertebrati, situata [...] epatico, e una posteriore o caudale, da cui hanno origine la colecisti e il dotto cistico.
Nell’uomo il f. occupa quasi tutto l’ipocondrio destro, gran parte dell’epigastrio e una parte dell’ipocondrio sinistro. Ha la forma di un ovoide disposto ...
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Religione ebraica, complesso delle credenze e della cultura degli Ebrei. È una delle più antiche religioni monoteistiche, dalla quale è derivato anche il cristianesimo e il cui nucleo originario risale [...] detta più propriamente giudaismo.
Il primo uomo a essere chiamato "ebreo", in ebraico ivri, fu Abramo, il capostipite delle tre grandi religioni monoteistiche, patriarca della Bibbia. Ivri è un appellativo di origine incerta, ma che probabilmente va ...
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Biologia
Condizione in cui gli organi genitali, e perciò i gameti dei due sessi, si trovano in uno stesso individuo. La condizione opposta si chiama dioicismo o dei sessi separati o gonocorismo. L’e. [...] ’orientamento religioso come bene perduto o come condizione negativa superata dall’uomo. La differenza tra i sessi deve aver costituito uno dei fatti degni della maggiore considerazione fin dalle origini, e non v’è dubbio che sia stato uno dei primi ...
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Comunità religiosa sorta in Boemia nel 1462 con derivazione dalla Chiesa hussita, quando Pio II annullò i compactata con cui la Chiesa cattolica aveva riconosciuto la comunione sotto le due specie e la [...] con Roma ed elesse un proprio vescovo, dando così origine all’ Unione dei Fratelli boemi. Perseguitati dal re Giorgio Sintesi delle tendenze riformiste in Boemia, la Confessione proclamava che la Sacra Scrittura ha in sé quanto l’uomo deve ...
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Ecclesiastico e uomo politico (Torino 1593 - ivi 1657), figlio di Carlo Emanuele I; cardinale a quindici anni, arcivescovo di Monreale, canonico di Torino e vescovo di Vercelli (1611), fu nominato altresì [...] in Italia e attaccò, insieme col fratello Tommaso, il governo della cosiddetta Madama Reale, la reggente Cristina, protestando la nullità della sua reggenza, e dando origine alla guerra civile tra "cardinalisti" e "madamisti". Maurizio ottenne molti ...
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(gr. Αἰακός) Nella mitologia greca, figlio di Zeus e di Egina, nato nell’isola che da questa prese il nome. Zeus, pregato da E., avrebbe popolato l’isola mutando in uomini le formiche (➔ Mirmidoni). Padre [...] di Peleo, Telamone e Foco, fu l’uomo più giusto e pio dei suoi tempi e dopo la morte di Epiro, che consideravano fondatore della dinastia Pirro o Neottolemo, figlio 440 a.C. ca.) che avviò l’unificazione dell’Epiro. Suo successore fu Alceta I, alla ...
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Ecclesiastico francese (n. Normandia 1412 circa - m. Roma 1483). Venuto a Roma fu creato da Eugenio IV vescovo di Angers e cardinale (1439). Legato in Francia (1451-52), tentò invano, durante le trattative [...] della Chiesa. Uomo di mondo, bibliofilo e raffinato mecenate (tra l'altro eseguì grandi lavori nella sua basilica titolare di S. Maria Maggiore); per due volte vanamente, nel 1458 e nel 1464, aspirò alla tiara. Dal figlio Girolamo prese origine ...
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(XV, p. 354; App. IV, I, p. 796)
Filosofie orientali in Occidente. − Un'analisi della fortuna delle f. e delle religioni orientali nel dopoguerra in Occidente (Europa e Stati Uniti) non può prescindere [...] conosciuto in Europa grazie e in conseguenza della sua mediazione, quando non origine, statunitense. Ciò è in parte tecniche è quello di coltivare l'elemento divino presente in ciascun uomo o Atman, perché esso possa ricongiungersi col Brahman, l' ...
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uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...
origine
orìgine s. f. [dal lat. origo -gĭnis, der. di oriri «alzarsi, nascere, provenire, cominciare»]. – 1. In genere, il primo principio, la prima apparizione o manifestazione di qualche cosa, e il modo con cui essa si è formata: l’o. della...