limo
Voce latina, ablativo dell'aggettivo limus; ricorre in Rime dubbie V 18 mi piace che li dardi e i stocchi / semper insurgant contra me de limo, " s'intende oculo, ‛ di sottecchi ': modo di guardare [...] che, come seduce il poeta, così era annoverato dagli antichi, particolarmente da Ovidio, tra le lascivie più procaccianti " (Contini). ...
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(ἐλεγεία, elegīa).
L'elegia greco-romana. - Concezione generale dell'ellenismo più tardo è che in origine l'elegia fosse una querimonia in onore dei defunti, un ϑρῆνος: di essa si vedeva, insomma, un tipo [...] temperamento, e a loro fanno corona una serie di minori o più o meno conosciuti: Valgio Rufo, Calvo, Cinna, lo pseudo Ovidio e così via. L'elegia è rimasta poi sempre come i Romani l'hanno creata: poema lacrimoso, pateticamente personale; analisi e ...
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recente (ricente)
Alessandro Niccoli
Come il latino recens, vale " nuovo ", " che è stato fatto da poco tempo ": Cv IV XV 8 la recente terra, di poco dipartita dal nobile corpo sottile e diafano, li [...] semi del cognato cielo ritenea (il passo è esplicita traduzione da Ovidio Met. I 80 ss. " recens tellus seductaque nuper ab alto / aethere cognati retinebat semina coeli ").
In Pd XXXII 76 Bastavasi ne' secoli recenti / con l'innocenza, per aver ...
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Poeta e latinista inglese (Valley House, Fockbury, Worcestershire, 1859 - Cambridge 1936). Conoscitore profondo delle letterature classiche (ebbe la cattedra di latino al University College di Londra, [...] e poi a Cambridge, 1911-36); curò l'Astronomicon di Manilio (1903-30), edizioni di Giovenale, di Lucano e di Ovidio, geniali contributi all'intendimento di quei poeti. È considerato uno dei maggiori latinisti inglesi. Scrisse anche: A Shropshire lad ...
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vecchio (veglio)
Emilio Pasquini
1. Come aggettivo (o in predicato), nell'immutabile valore di " avanzato in età ", " provetto negli anni ", adibito a persone: Cv IV XXVI 11 Enea... lasciò li vecchi [...] e 106 Io e ' compagni eravam vecchi e tardi (l'allusione alla vecchiaia di Ulisse e dei suoi è acquisto dantesco sull'ovidiano " resides et desuetudine tardi ": cfr. Met. XIV 436); XXVIII 18 il vecchio Alardo. Con lo stesso valore, pur se riferito a ...
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dindi
Fernando Salsano
Presente solo in Pg XI 105 anzi che tu lasciassi il ‛ pappo ' e 'l ‛ dindi ', ove, con pappo, sta a indicare appunto la prima infanzia " quando, non sapendo parlare ancora, volendo [...] dire ‛ pane ' dicesi ‛ pappo ', e volendo dire ‛ denari ' dicesi ‛ dindi ' " (Buti; cfr. F. D'Ovidio, " Lingua che chiami mamma e babbo ", in Studi sulla D.C., Caserta 1931, II 341). ...
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Divinità venerate dai Romani, specialmente nel culto privato presso il focolare domestico con Vesta e con i Penati. Il lare familiare vegliava sulle fortune della casa e a lui i membri della famiglia rendevano [...] culto quotidiano, specialmente alle calende, none, idi. Secondo la leggenda, riportata solo da Ovidio, i L. furono due gemelli nati dalla ninfa Lara.
Di origine etrusca, i L. erano in origine protettori della proprietà agraria, venerati nei crocicchi ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La ripresa di mercati, università e fiere internazionali favorisce nell’XI secolo un rinnovamento culturale [...] culturale in senso profano rivolge la propria attenzione anche alla letteratura dell’antichità, agli esempi degli autori comici latini e alla poesia di Ovidio.
Appunto ai moduli o ai personaggi di Plauto e Terenzio, ma mediati dal distico elegiaco ...
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Giuoco da tavolino, chiamato anche smerelli, trex, tria, mulinello, ecc. Le sue origini si attribuiscono agli Orientali, e in varî paesi d'Oriente esso è stato infatti conosciuto. Fu noto anche ai Romani, [...] ma s'ignora con qual nome. Ovidio ne ha lasciato una breve ma limpida descrizione (Trist., II, 481-2; Arsam., III, 365-6).
Due sono i giuochi di filetto ancora oggi in gran voga. Il primo è formato da 3 quadrati concentrici tagliati, eccetto il più ...
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Pachino
Adolfo Cecilia
Cittadina in provincia di Siracusa; domina da una prominenza la zona con la quale termina la parte sud-orientale. della Sicilia. Prende il nome dal " Pachynum Promontorium ", [...] una punta del quale era Capo Passero.
P. è nome che ricorre nei classici, tra cui Ovidio, ad esempio, che lo collega al mito di Tifeo, la cui mano sinistra sarebbe collocata sotto P. (Met. V 350-351 " Dextra sed Ausonio manus est subiecta Peloro, / ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...