POWERS, Hiram
Delphine FITZ DARBY
Scultore americano, nato a Woodstock (Vermont) il 29 luglio 1805, morto a Firenze il 26 giugno 1873. Esordì modellando figure di cera animate da congegni d'orologeria [...] e nel 1837 emigrò a Firenze, dove si stabilì definitivamente.
Fra le sue opere: Eva prima del peccato (1840); Schiavo greco (1843); il Fanciullo pescatore (1844); California (Metropolitan Museum, 1858); Eva sconsolata (Museo di Cincinnati); America ( ...
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penitenza (penetenza)
Lucia Onder
Giovanni Fallani
Per " contrizione ", con riferimento al pianto di pentimento di Ezechia (cfr. IV Reg. 20, 3 " Flevit itaque Ezechias fletu magno "; si veda anche il [...] è un'offesa fatta a Dio e l'uomo, con i suoi atti, deve espiare l'offesa. Oggetto materiale della p. è il peccato personale, l'oggetto formale è il diritto divino violato con la colpa e che viene riparato con la soddisfazione e il pentimento. S ...
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Stato tormentoso di ansietà e di sofferenza.
Filosofia
L’a. è uno dei temi fondamentali dell’esistenzialismo, che l’intende come una delle situazioni affettive rivelatrici attraverso cui l’esistenza si [...] rende consapevole di alcuni caratteri costitutivi del proprio essere. Per S. Kierkegaard, l’a. è a fondamento del peccato originale: il suo insorgere fa uscire l’uomo dall’innocenza originaria e lo fa nascere a sé stesso come Io o spirito individuale ...
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Poeta francese, (n. Berzé-le-Châtel, vicino Mâcon, sec. 12º - m. sec. 13º). Il suo nome è ricordato, fra quelli dei cavalieri crociati, nella cronaca del Villehardouin. Compose, come continuazione alla [...] Bible di Guiot de Provins, un'altra Bible: poemetto satirico, d'intento morale, in cui tratta della brevità della nostra vita, del peccato, della salvazione, dell'incostanza dei beni mondani, e deplora gli errori della sua giovinezza. ...
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MORTIFICAZIONE
Giuseppe De Luca
. Nel linguaggio ascetico cristiano per mortificazione s'intende la lotta che il cristiano deve sostenere per osservare la legge divina e raggiungere la perfezione. Essa [...] nei cristiani la necessità del mortificarsi; necessità originata dal fatto che nell'uomo, secondo il dogma cristiano, esistono le conseguenze del peccato d'origine, alle quali non si può ovviare senza l'assidua repressione di tutto ciò che dal ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Akrasia. Debolezza morale e uomini malvagi
Agnese Gualdrini
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Impiegato per la prima volta da Aristotele, [...] voglio faccio, ma il male che non voglio” (Rom, 7, 19): con queste parole Paolo di Tarso esprime il concetto di peccato come un’azione risultante dal conflitto della volontà con la volontà stessa. Al di là delle giuste credenze morali e dei desideri ...
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Atteggiamento polemico contro i gesuiti che culminò nel 18° sec. con il provvisorio scioglimento dell'ordine (1773-1814). L'a. ebbe ragioni politiche e teologiche. Sostenuto dai rigoristi (soprattutto [...] i giansenisti) contro la casistica, il probabilismo e il lassismo dei teologi gesuiti, rimproverava di volere sottovalutare, per scopi mondani, la gravità degli atti considerati peccato fino a tentarne una giustificazione morale. ...
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VARUNA
Luigi Suali
. Divinità indiana. V. è, insieme con Indra, la maggiore divinità del Rigveda, e forse la più alta per significato morale. Re degli uomini e degli dei, ha stabilito, nell'atto stesso [...] della creazione, l'ordine materiale e la legge morale dell'universo. Egli è colui che punisce il peccato, pensato come un legame concreto da cui l'uomo è avviluppato e da cui chiede a V. d'essere sciolto. Appare spesso in unione con Mitra, e secondo ...
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L’oltretomba secondo la concezione pagana e il luogo di pena per le anime dei peccatori, secondo la concezione cristiana.
L’aggettivo latino infernus racchiudeva una sfumatura intensiva di inferus, indicando [...] di dannazione, intesa come definitiva autoesclusione dalla comunione con Dio e con i beati, come conseguenza di una morte in peccato mortale, senza pentimento e senza fiducia nella misericordia divina.
È solo a partire dal 9° sec. che l’i., come ...
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Costanza nel pensare o agire in un dato modo. Nella terminologia religiosa cattolica la p. può essere intesa come la forma più alta della perseveranza o, all’opposto, secondo un uso più comune, come sinonimo [...] di caparbietà e di ostinazione. La teologia considera la p. nel negare verità rivelate come elemento essenziale nella definizione del peccato di eresia. ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto di peccato si colloca sempre in ambito...
pecca
pècca s. f. [der. di peccare]. – 1. Vizio, difetto: una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono ... qualche magagna, qualche p. nascosta la doveva avere (Manzoni); anche riferito a cosa: un vino senza pecche (o senza...