Scrittore e giornalista italiano (Zara 1851 - Roma 1914). Diresse, fra l'altro, il Corriere del mattino e il Corriere di Napoli, con fervore di irredentista; scrisse libretti d'opera (per L. Mancinelli, [...] F. Cilea, U. Giordano), versi, poemi (Il terzo peccato, 1902, n. ed. 1908; ecc.) e romanzi (Fidelia, 1886; Il figlio, 1894; ecc.) di nobile ispirazione, ma nei quali l'enfasi patriottica e dannunziana risultano quasi sempre a scapito dell'arte. ...
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Ecclesiastico e scrittore spagnolo (n. Barbáguena, Teruel, 1525 circa). Compose Farsa llamada Salmantina (1552), di carattere realista; Farsa llamada Custodia del hombre (1547); una commedia allegorico-religiosa, [...] Victoria de Cristo (1569), in cui rappresentò le sei età del mondo dal peccato di Adamo al giorno del giudizio, e il primo dramma storico di argomento nazionale, Vida de santa Orosia (pubbl. 1637), in cui rappresentò la caduta dell'Impero visigotico ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Alessandro di Alessandria
Giovanni Ceccarelli
Il pensiero di Alessandro di Alessandria incarna la fase finale della breve parentesi in cui la scolastica medioevale tenta di operare una sintesi tra concezioni [...] a Genova che rivela la scelta di allontanarsi dalla teoria per calarsi nel concreto delle pratiche economiche cittadine.
È il peccato d’usura, e non la necessità di dare fondamento razionale al divieto di prestare a interesse, a costituire il nucleo ...
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Teologo (Firenze 1240 circa - ivi 1319), domenicano; discepolo di Tommaso d'Aquino a Parigi (1269), priore e lector del convento di S. Maria Novella, fu autore di trattati teologici, etico-politici (De [...] bono pacis, De bono communi), ed etico-economici (De peccato usure). Particolare rilievo vi assume l'applicazione dell'aristotelismo politico alla funzione civile del comune. ...
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Scrittore e critico letterario ungherese (Szeged 1913 - Budapest 1988); professore all'univ. di Budapest dal 1952. Dapprima surrealista in varî romanzi e racconti (Fellegjárás "Cammino di nuvole", 1939; [...] Templomrabló "Ladro di chiesa", 1943; Kisértet "Spettro", 1945; Bűnbeesés "La caduta nel peccato", 1948), in seguito si è avvicinato al realismo (Budai átkelés "La traversata di Buda", 1947; Sötét kamra "Camera oscura", 1948; Edenkert "Giardino dell' ...
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Teologo benedettino (Orléans metà 11º sec. - Anchin, Douai, 1113); scolastico a Toul e a Tournai, fattosi benedettino, divenne abate (1095) del monastero di S. Martino; dal 1105 vescovo di Cambrai. Molte [...] ne partecipano, differenziandosi per le "proprietà personali": così in Adamo tutta la natura o sostanza umana si macchiò di peccato trasmettendosi quindi a tutti gli uomini che ne partecipano. Importante per la teologia eucaristica è l'Expositio in ...
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Umanista (Napoli intorno al 1465 - ivi dopo il 1540); appartenne all'accademia pontaniana. Fecondo poeta, scrisse soltanto in latino: Varia poemata et satyrae (1531), Variorum poematum libri novem Sententiae [...] et satyrae (1536), Epistulae de religione et epigrammata (1538), e una tragedia ispirata al peccato originale, Protogonos (1536). ...
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Teologo e iniziatore della Riforma in Germania (Eisleben 1483 - ivi 1546). Figlio di un minatore divenuto agiato imprenditore, studiò a Magdeburgo, Eisenach e nell'univ. di Erfurt (1501-05), laureandosi [...] la giustificazione per fede, cioè l'opera con cui Dio diviene Dio pro nobis e l'uomo passa dal non essere coram Deo, il peccato, all'essere della iustitia fidei; nella fede si decide dunque dell'essere e del non essere di Dio e dell'uomo, ed è questo ...
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Monaco ed eretico (m. dopo il 1147). Apparso come predicatore vagante nel 1116 a Le Mans, dovette poco dopo allontanarsi di lì per i disordini suscitati. Accentuate le sue posizioni ereticali, prese a [...] negare non solo la validità dei sacramenti amministrati da preti indegni, ma anche il peccato originale. Col suo successo a Tolosa provocò l'intervento di s. Bernardo di Chiaravalle e dovette fuggire. Dopo il suo arresto, non abbiamo di lui altre ...
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Lutero, Martino
Teologo e iniziatore della Riforma in Germania (Eisleben 1483-ivi 1546). Figlio di un minatore divenuto agiato imprenditore, studiò a Magdeburgo, Eisenach e nell’univ. di Erfurt (1501-05), [...] la giustificazione per fede, cioè l’opera con cui Dio diviene Dio pro nobis e l’uomo passa dal non essere coram Deo, il peccato, all’essere della iustitia fidei; nella fede si decide dunque dell’essere e del non essere di Dio e dell’uomo, ed è questo ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto di peccato si colloca sempre in ambito...
pecca
pècca s. f. [der. di peccare]. – 1. Vizio, difetto: una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono ... qualche magagna, qualche p. nascosta la doveva avere (Manzoni); anche riferito a cosa: un vino senza pecche (o senza...