scomunica Nelle Chiese cristiane, censura ecclesiastica che esclude il battezzato dalla comunione dei fedeli, vietandogli, in particolare, di amministrare e ricevere i sacramenti. Presuppone una grave [...] responsabilità morale, cioè un peccato grave, tale da compromettere l’unione con la Chiesa, corpo mistico di Cristo.
La s. è la più grave delle censure ecclesiastiche (o pene medicinali) poiché comporta l’esclusione dalla comunione ecclesiale ...
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bestialità In psicopatologia, perversione sessuale che consiste in rapporti sessuali con animali. La teologia morale la considera peccato grave, rientrante nei delitti contro il sesto precetto del Decalogo; [...] nella legge mosaica è punita con la morte.
Delitto di b. Nel Medioevo, ma anche in epoca più antica, quello commesso dall’animale che avesse ucciso o ferito un uomo o avesse danneggiato una proprietà. ...
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usura
Termine che nel Medioevo indicava qualsiasi interesse preteso per prestiti in denaro o in natura. Come tale l’u., che era stata disciplinata dal diritto romano, fu considerata peccato dalla teologia [...] morale cristiana e venne a lungo vietata da numerosi concili ecclesiastici e dalla normativa dei poteri laici. Le norme contro l’usura furono aggirate mediante stratagemmi diversi consistenti nel presentare ...
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SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA
Stanley Cohen
Introduzione. - I fenomeni specifici che costituiscono la devianza, naturalmente, erano già compresi in sistemi culturali che esistevano prima che la categoria [...] stessa divenisse oggetto di studio delle scienze sociali. Termini come "peccato", "male" e "immoralità" esistevano in sistemi religiosi, tradizioni e superstizioni premoderni, e continuarono a essere usati anche dopo che lo stato moderno sovrappose a ...
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Espressione ingiuriosa e irriverente contro Dio, i santi e le cose sacre. Sebbene si distingua la b. cordis («di pensiero»), operis (consistente, per es., in un gesto) e oris (verbale), teologicamente [...] la b., definita da s. Agostino mala verba de Deo dicere, è quella consistente in parole, pronunciate o scritte. È peccato grave, punito nell’Antico Testamento con la morte (Levitico 24, 16), ma la gravità può venir meno in casi d’ignoranza o mancanza ...
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BECCARIA, Cesare
Franco Venturi
Nacque a Milano il 15 marzo 1738 dal marchese Giovanni Saverio e da Maria Visconti di Saliceto. Suo padre discendeva da un ramo di illustre famiglia pavese, che aveva [...] ovunque venne a sostenere la prevenzione invece della repressione dei delitti. Dappertutto egli impose la sua distinzione tra peccato e delitto e la sua rinuncia integrale ad attribuire un qualsiasi senso religioso all'espiazione giuridica. Finì così ...
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Canonista (n. Ancona inizî sec. 13º - m. 1288 circa), minorita; finì ucciso dai Saraceni. È autore dell'opera nota come Summa monaldina (1254-74) appartenente al novero di quei trattati dei canonisti che [...] della penitenza, importanti per la storia della giurisprudenza in quanto valutano gli atti giuridici dal punto di vista del peccato. Famosa fra questi la Summa de poenitentia di s. Raimondo di Penyafort. Dalla Summa monaldina derivarono la Summa ...
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GRAVINA, Gian Vincenzo
Fausto Nicolini
Nacque il 16 febbraio 1664 a Rogiano (Cosenza) da Gennaro e Anna Lombardi, e, compiuti gli studî primamente a Scalea, presso il suo "cartesianissimo" cugino Gregorio [...] , poi di Napoli. Nel 1691, le dispute, segnatamente francesi, intorno al cosiddetto "peccato filosofico" (se, cioè, l'ignoranza della legge morale scusi il peccato, secondo affermavano e negavano rispettivamente gesuiti e giansenisti) lo indussero a ...
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Diritto canonico
Privazione dell’ufficio o dell’incarico prevista a carico del chierico, per eresia, apostasia o scisma, sacrilegio sulle sacre specie, gravi delitti contro il sesto precetto del decalogo [...] specie consacrate, di violenza fisica contro il Romano Pontefice, di tentato matrimonio civile, di concubinato o di scandaloso peccato esterno contro il sesto precetto del decalogo (can. 290).
Fisica
In tecnica, operazione con cui un solido viene ...
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Diritto
Per g. si intende il provvedimento, adottato generalmente dal capo dello Stato, di estinzione della pena a favore di un determinato soggetto. A differenza dell’amnistia e dell’indulto (Amnistia [...] g. si hanno con M. Baio e C. Giansenio. Baio pone nella natura umana una vera esigenza alla visione intuitiva di Dio: prima del peccato originale questa era dovuta all’uomo come una mercede; perduto questo diritto con la caduta di Adamo, l’uomo lo ha ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto di peccato si colloca sempre in ambito...
pecca
pècca s. f. [der. di peccare]. – 1. Vizio, difetto: una giovine la quale aveva potuto promettersi a un poco di buono ... qualche magagna, qualche p. nascosta la doveva avere (Manzoni); anche riferito a cosa: un vino senza pecche (o senza...