Insieme alle ➔ consonanti, le vocali (dal lat. (litteram) vocālem «lettera provvista di voce») sono una delle due fondamentali categorie di foni linguistici (➔ fonetica; ➔ fonologia).
Per definire le vocali [...] , caratterizzate da una chiara struttura di linee verticali che rappresentano le vibrazioni delle plichevocali.
Le differenze tra le vocali appaiono più rigorosamente definibili in termini acustici e percettivi, anziché articolatori (Mioni 1986 ...
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Per i grammatici antichi, il termine consonante (gr. stoikhêion [o grámma] sýmphōnon, lat. littera consonans) indicava una lettera che (per es., gr. β, γ, δ, lat. b, c, d) si riteneva non potesse essere [...] diaframma (fatti salvi i casi in cui il diaframma sia realizzato tra due pareti mobili – per es. labbra o plichevocali – e con l’eccezione delle articolazioni retroflesse, per le quali si fa riferimento alla posizione dell’articolatore mobile, la ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] e il suo valore medio dipende ceteris paribus dalle caratteristiche anatomiche del parlante (sesso, lunghezza e spessore delle plichevocali). Il rapporto tra la frequenza acustica e l’altezza tonale percepita non è lineare: maggiore è la frequenza ...
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Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] è misurato in hertz (simbolo: Hz).
La base articolatoria del ciclo così misurato è la vibrazione delle corde (o pliche) vocali (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di). Quest’ultima è controllata da due meccanismi fisiologici: i muscoli della ...
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L’accento è uno dei tratti prosodici di una lingua (➔ prosodia) e può svolgere più funzioni: far risaltare una sillaba all’interno della parola (funzione culminativa) o indicare i confini di unità morfologiche [...] la pressione dell’aria subglottidale, il passaggio dell’aria attraverso la glottide stessa, l’ampiezza di vibrazione delle plichevocali e la configurazione della cavità fonatoria (➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di). Dal punto di vista ...
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L’espressione articolazioni nasali si riferisce a un modo di articolazione (di ➔ vocali così come di ➔ consonanti) in cui, essendo il velo palatino (o palato molle) abbassato, il passaggio rinofaringale [...] le ➔ vibranti, le ➔ laterali e le approssimanti, le consonanti nasali sono caratterizzate dalla vibrazione spontanea delle plichevocali: i quattro modi di articolazione sono pertanto raggruppati sotto la classe delle sonoranti (in opposizione all ...
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L’assimilazione è il fenomeno per il quale un suono (tecnicamente, un fono; ➔ fonetica) assume in tutto o in parte i tratti di un altro suono vicino (o di altri suoni vicini). Si tratta, quindi, della [...] come [ˈgwanto] guanto l’occlusiva sorda si trova in un contesto di elevata sonorità, sicché la vibrazione delle plichevocali cui si deve questa sonorità deve arrestarsi solo in corrispondenza della [t] per riattivarsi subito dopo in corrispondenza ...
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Le consonanti occlusive sono suoni momentanei non prolungabili nel tempo (➔ fonetica). Durante la loro produzione è possibile identificare tre fasi: una di impostazione in cui gli organi articolatori si [...] , uvulari, faringali e glottidali. La produzione di un’occlusiva può avvenire anche in concomitanza con le vibrazioni delle plichevocali, generando così suoni sonori. Quando la glottide rimane aperta anche dopo il rilascio dell’occlusiva, il suono ...
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I suoni fricativi, detti anche spiranti o costrittivi, sono prodotti mediante un rilevante restringimento del canale orale: gli organi articolatori si avvicinano senza pervenire ad una chiusura totale. [...] ; sono suoni continui perché prolungabili nel tempo. La produzione dei suoni fricativi può essere o no associata alle vibrazioni delle plichevocali, dando luogo così a fricative sonore, come /v/ e /z/, oppure sorde, come /f/ e /s/. Il luogo di ...
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La sonorizzazione è un fenomeno fonetico-fonologico per cui un suono (tecnicamente, un fono) sordo, a contatto con consonante sonora o in posizione intervocalica, diventa sonoro (➔ fonetica articolatoria, [...] suono sonoro a uno sordo, le pliche (o corde) vocali, per inerzia, possono continuare a (come in kiwi [ˈkiːwi] e baia [ˈbaːja]), mentre sono prodotte come vocali brevi in posizione postconsonantica (siamo [ˈsĭaːmo], suola [ˈsŭɔːla], piove [ˈpĭɔ ...
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plica1
plica1 s. f. [dal lat. plica «piega»]. – 1. a. ant. o letter. Piega, in senso proprio e fig.: quell’anima, quel corpo ti sono troppo intimamente note, nelle più riposte loro parti e pliche (Imbriani). b. In diplomatica, la piegatura...
rima2
rima2 s. f. [dal lat. rima]. – Propr., fenditura, fessura, crepa. Il termine (che è conservato in dialetti alpini per indicare, per es., i solchi della mano o fessure, crepe sulla roccia e sul ghiaccio) è soprattutto frequente nel linguaggio...