Pittore greco, di Taso (prima metà sec. 5º a. C.). Considerato il maggior pittore dell'antichità, nulla ci resta delle sue opere, descritte in gran parte da Pausania. P. dimorò ad Atene, ma le sue opere maggiori erano a Delfi, dove dipinse sulle pareti due grandiose composizioni, l'Iliuperside (presa di Troia) e la Nekyia (discesa agli inferi).
Vita e opere
Figlio di Aglaofonte il Vecchio, da cui ...
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Ceramografo attico (metà sec. 5º a. C.); lavorò nello stile a figure rosse; di lui si hanno 4 vasi firmati, e molti altri gli sono stati attribuiti da Beazley. Predilige forme grandi, i temi di centauromachia e amazzonomachia, miti omerici; è vicino alla cerchia partenonica e al Maestro di Achille, ma ha uno stile piuttosto freddo ...
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Pittore di Taso (prima metà 5º sec. a. C.), padre di Polignoto. Quintiliano lo cita fra i primi pittori le cui opere meritino di esser viste non soltanto per il pregio dell'antichità. Forse dipinse per [...] primo la Vittoria alata ...
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Pittore greco, che risulta attivo tra il 470 e il 450 a. C. Collaboratore di Polignoto, prese parte, ad Atene, alla decorazione pittorica del tempio dei Dioscuri (Anàkeion), raffigurandovi una spedizione [...] imprese di Teseo della ceramica del sec. 5º dipendono probabilmente per tipi, schemi e aggruppamenti dalle pitture di M. e di Polignoto. Fu anche scultore: ci resta la base, con firma, della statua bronzea di Callia vincitore del pancrazio nel 472 a ...
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Pittore greco (prima metà del sec. 5 a. C.), figlio di Aglaofonte e fratello di Polignoto; autore di varî quadri: Anceo ferito dal cinghiale, Ulisse mendico, Filottete, e una complessa tavola con Priamo, [...] Elena, la Credulità, Ulisse, Deifobo e l'Inganno. È ricordato da Plinio fra i migliori del suo tempo ...
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Pittore greco (n. 500 a. C. circa), tra il 475 e il 450 doveva essere già famoso. Appartenne alla cerchia polignotea e con Polignoto e Micone prese parte alla decorazione della Stoa Pecile ad Atene, dipingendo [...] la battaglia di Maratona e dando particolare risalto alle figure dei comandanti dei due eserciti, soprattutto a Milziade. Allontanatosi da Atene tra il 435 e il 430 (forse in seguito a espulsione), collaborò ...
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Pittore (Gottinga 1786 - Roma 1831), col fratello Johannes (Gottinga 1788 - Roma 1860), fu allievo di W. Tischbein. Entrambi influenzati da J. Flaxman, eseguirono 32 disegni dall'affresco di Polignoto [...] a Delfi (1803, pubblicati poi in incisione). Dopo la conversione al cattolicesimo, stabilitisi a Roma (1805), aderirono al movimento dei Nazareni (Vergine con Bambino e s. Giovanni Battista, Schwerin, ...
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Narratore, critico d'arte, pittore italiano (Napoli 1904 - Milano 1986). Figlio di Giuseppe Antonio, studiò pittura a Brera e a Parigi e si laureò in archeologia. Nel 1919 cominciò a esporre le sue opere. [...] È stato critico d'arte delle Arti Plastiche, del Convegno, dell'Ambrosiano, dell'Europeo (con lo pseudonimo di Polignoto) e dal 1943 del Corriere della Sera. Sono usciti due suoi volumi di novelle (Il cigno e Primo amore). Tra le sue pubblicazioni ...
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Pittore (prima metà del sec. 4º a. C.) di Sicione; allievo di Panfilo, perfezionò la tecnica dell'encausto, ma fu abile anche nella tempera. Alcune sue opere, famosissime a Sicione, furono vendute per [...] . Fu autore di grandi e piccoli quadri e di pitture sui cassettoni dei soffitti; restaurò a Tespie un'opera di Polignoto. Nella tradizione si ricordano come sue opere: la figura dell'Ebbrezza (Mèthe) che solleva una coppa vitrea attraverso la quale ...
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Archeologo austriaco (Vienna 1857 - ivi 1938), prof. nell'univ. di Roma (1899-1915), poi di Vienna. Autore di un discusso libro sulla rappresentazione della natura nell'arcaismo (1900), legato al preconcetto [...] , su cui scrisse una monografia (1891). Oltre a un manuale di scultura greca, legato a questa sua posizione, vanno ricordati la preziosa raccolta delle firme di artisti greci (1885) e uno studio su Polignoto (1929). Socio straniero dei Lincei (1930). ...
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Pecile
Pecìle (alla lat. Pècile) s. m. [dal gr. ποικίλη (στοά) «(portico) dipinto», lat. Poecĭle]. – Nome con cui fu chiamato uno dei portici dell’agorà di Atene, dopo che nel sec. 5° a. C. fu decorato con pitture (di Micone, Polignoto, Paneno),...
portico
pòrtico s. m. [dal lat. portĭcus -us (femm.), affine a porta «porta1» e a portus -us «porto3»] (pl. -ci, ant. -chi). – 1. Ambiente limitato, in almeno uno dei suoi lati, da una serie di colonne o pilastri, e lungo gli altri lati da...