Persone appartenenti al popoloebraico o comunque legate all’identità religiosa e storica israelitica.
Il nome Ebrei, di origine incerta, entrò nell’uso comune attraverso la letteratura dell’età ellenistica [...] l’età monarchica. La cattività babilonese, i contatti con società diverse, le mutate condizioni di vita del popoloebraico agirono fortemente sulla legislazione orale e trovarono infine espressione codificata nella compilazione della Mishnāh di Rabbī ...
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Scrittore e filosofo (Parigi 1694 - ivi 1778). Nato da famiglia borghese, ricevette un'eccellente educazione umanistica al collegio Louis-le-Grand tenuto dai gesuiti. Precocissimo autore di versi leggeri [...] la storia universale. Con l'Essai tramontava la statica visione della storia universale incentrata sulle vicende prima del popoloebraico, poi del mondo cristiano, alla cui recente formazione V. contrapponeva la veneranda antichità della Cina, dell ...
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Scrittore israeliano (n. Gerusalemme 1954). Rappresentante tra i più significativi della letteratura israeliana e noto per l'apertura delle sue posizioni liberali, la sua produzione è segnata in modo significativo [...] consacrato in campo internazionale dal già citato Ayyen 'erekh: Ahavah, in cui ripropone il tema dell'olocausto del popoloebraico attraverso la visione del protagonista bambino. Nel saggio Ha-Zeman ha-Tsahov ("Il vento giallo", 1988) e in Nokḥĕhīm ...
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Processo legato alla genesi di una modificazione (traccia mnestica) di un substrato, organico o non, attraverso il quale un determinato effetto persiste e diviene suscettibile di rimanifestarsi nel corso [...] dalla Repubblica Italiana con l. 211/20 luglio 2000 come giorno destinato a ricordare la Shoah (sterminio del popoloebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli Italiani che hanno subito la deportazione, la ...
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(ebr. Pĕleshet) Regione del Vicino Oriente limitata a O dal Mar Mediterraneo e a N dai contrafforti meridionali del Libano e dell’Antilibano, mentre incerti sono i confini dagli altri lati, nei quali si [...] dimora del 3° sec. d.C., il cui triclinio era pavimentato con un ricco mosaico. In Galilea, centro di raccolta della popolazioneebraica della P. dopo le due rivolte giudaiche, si hanno nei sec. 3° e 4° d.C. notevoli testimonianze di sinagoghe, che ...
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(ebr. Yĕhūdīt, gr. 'Ιουδίϑ, lat. Iudith) Nella Bibbia, eroina del libro che porta il suo nome. Il libro è conservato in greco; il canone ebraico lo esclude mentre quello cattolico lo accetta. Giovane [...] i dati con la storia del periodo (Nabucodonosor re degli Assiri; Betulia mai nominata in altri documenti antichi; il popoloebraico governato dal sommo sacerdote in tempi anteriori all'esilio, ecc.), ma si sono cercate invano da parte di varî ...
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Scrittore francese (Metz 1928 - Pointe-à-Pitre, Guadalupa, 2006). Ebreo, perse quasi tutti i familiari nei campi di concentramento nazisti; combatté nella resistenza. A queste vicende s'ispirò il romanzo [...] Le dernier des justes (1959; trad. it. 1960), che è tra le opere più note sullo sterminio del popoloebraico. A esso seguirono Un plat de porc aux bananes vertes (1967; trad. it. 1967) e La mulâtresse solitude (1972; trad. it. La mulatta, 1975), ...
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Drammaturgo e poeta bielorusso di lingua yiddish (Igumen, Bielorussia, 1886 - New York 1962). Condannato alla deportazione per la sua militanza nel movimento socialista ebraico, riuscì a fuggire dalla [...] Siberia e a rifugiarsi negli USA (1913). La sua produzione poetica e teatrale è centrata sul destino del popoloebraico, e privilegia il tema della salvezza perseguita attraverso la sofferenza. La sua opera più famosa è Der Goylem, poema drammatico ...
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Scrittore israeliano (n. Char´kov 1919 - m. 1989). Emigrato in Palestina nel 1924, fece parte del movimento politico culturale dei Cananei (1939-50) e curò (1965-71) il supplemento letterario del giornale [...] Ha-Areṣ. La sua prosa, incentrata sulla società ebraica dall'epoca mandataria sino agli anni Ottanta, si caratterizza per uno secondo T., ha tentato invano di normalizzare la vita del popoloebraico. Famosi sono anche i romanzi Ha-pardēs (1972; trad. ...
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Scrittore ceco (Praskolesy, Boemia Centrale, 1900 - Praga 1959). Col suo primo romanzo, Moskva-hranice ("La frontiera di Mosca", 1937), e col suo seguito Dřevěná lžíce (trad. it. Il cucchiaio di legno, [...] lirica e frammenti biblici; Na střeše je Mendelssohn "Sul tetto c'è M.", post., 1960), tutte imperniate su motivi legati alla persecuzione del popoloebraico (per sottrarsi alla quale W., durante la guerra, era stato costretto a fingere il suicidio). ...
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sionismo
s. m. [der. di Siòn o Sìon (ebr. Siyyōn, gr. Σιών, lat. Sion), nome di una collina di Gerusalemme e, per estens., di Gerusalemme stessa; la parola è stata coniata, nella forma Zionismus, dallo scrittore ted. N. Birnbaum nel 1882]....
maledetto
maledétto (ant. o tosc. maladétto) agg. [part. pass. di maledire]. – 1. a. Colpito da maledizione: un uomo m. da Dio (cui spesso si aggiunge: e dagli uomini); le anime m. dell’Inferno; anche come sost.: andate via da me, maledetti,...