BALDI, Bernardino
Raffaele Amaturo
Nacque in Urbino il 5 giugno 1553 da Francesco e Virginia Montanari. Appresi i primi elementi di greco e di latino alla scuola dell'umanista urbinate Gianantonio Turoneo, [...] poemetto Ero e Leandro di Museo, studiò il caldaico e l'ebraico, si fece più che mediocre cultore delle arti del disegno bizzarramente secondo una sorta di itinerario turistico da Porta del Popolo a Porta San Paolo, e ispirati alla poesia delle ...
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GIUSTINIANI, Orazio
Massimo Ceresa
Nacque, da famiglia genovese, nell'isola di Chio il 28 febbr. 1580. Il padre, Giuseppe, apparteneva al ramo dei Longo in Ughetti; la madre, Despina, al ramo dei Garibaldi. [...] si era creata una situazione di frattura tra la popolazione e il vescovo, l'anziano e semicieco Marco Giustiniani di una sua prefazione. Suo devotissimo fu Fioravante Martinelli, scrittore di ebraico e poi di latino, al suo servizio per venti anni e ...
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LANFRANCO da Milano
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Nacque presumibilmente a Milano intorno al 1245; secondo la maggioranza della letteratura, fu di famiglia pisana.
Le poche notizie certe sulla sua vita si ricavano dalle sue opere: [...] , quando il Visconti, proclamato nel novembre capitano del Popolo per cinque anni, adottò pesanti misure contro i Torriani 1546. Per le traduzioni (in inglese, francese, tedesco, olandese ed ebraico) cfr. Repertorium, p. 131 e Keil, 1985, col. 563 ...
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Gitai, Amos (propr. Gitai Weinraub, Amos)
Daniela Turco
Regista cinematografico israeliano, nato a Haifa l'11 ottobre 1950. Regista anomalo, inquieto, apolide per necessità e per vocazione, G. ha fatto [...] , il film risuona dell'intreccio complicato delle lingue: l'ebraico, il polacco, lo yiddish, il russo, che spesso alba disperata che sorge su uno Stato non ancora nato e su due popoli, gli ebrei e i palestinesi, disperati e in fuga entrambi da ...
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Paolo di Tarso, san
Raffaele Savigni
L’apostolo delle genti
Cittadino romano di nome Saulo, di famiglia ebraica, perseguitò duramente i cristiani fino a quando, dopo aver avuto una visione, si convertì [...] Giacomo), che rimanevano più legati alle tradizioni ebraiche, continuarono invece a evangelizzare soprattutto gli Ebrei. proprio dolore per la mancata accettazione del Cristo da parte del popolo d’Israele, al quale sente di appartenere, ma anche la ...
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ARDIZZONE, Girolamo
Viola Angelini
Nacque a Palermo il 17 genn. 1824; compiuti gli studi nel collegio dei gesuiti e all'università, iniziò un'ntensa attività giornalistica. Fu anche operoso letterato: [...] notevole per l'impegno filologico e la fedeltà al testo ebraico, la Versione poetica del Cantico dei Cantici, Napoli 1846; croce, L'arpa dell'esule (allusione alla servitù del popolo italiano in riferimento al Salmo CXXXVII " Super flumina Babylonis ...
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Cristina Acidini
La formazione
Quando Michelangelo Buonarroti morì a Roma il 18 febbraio 1564, alla prodigiosa età di ottantanove anni, i protagonisti della politica, della religione, della cultura e [...] probabile.
Questa straordinaria invenzione pittorica non fu al suo tempo popolare anche perché poco visibile, chiusa com’era in una casa Sante Pagnini, studioso dell’Antico Testamento in ebraico. Anche sulle fonti testuali del programma figurativo ...
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Regista russo (Mosca 1890 - Parigi 1937). Studiò all'estero (1914-17); al ritorno in Russia applicò e sviluppò principî di M. Reinhardt (messe in scena di Edipo re e Macbeth al circo Ciniselli e Sadko [...] e Faust alla Casa del popolo). Nel 1918 fondò il Teatro da camera ebraico, che divenne teatro statale col nome di Goset. Ha lavorato anche in altri teatri realizzando Mistero-Buffonata (1921) di Majakovskij e I racconti di Sheherazade al Teatro ...
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Ḥabībī, Imīl
Cristiana Baldazzi
Scrittore palestinese, nato a Haifa il 29 agosto 1922, morto a Nazareth il 2 maggio 1996. Tra i fondatori (1943) della Lega di liberazione nazionale (organizzazione sorta [...] della guerra dei Sei giorni (1967), che per il popolo palestinese ha significato la catastrofe, viene riconsiderata da Ḥ paesi asiatici e africani. Il romanzo è stato anche tradotto in ebraico con il titolo Ha'op Simist (1986).
L'ultimo suo romanzo ...
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Ozick, Cynthia
Giovanna Ferrara
Scrittrice statunitense, nata a New York il 17 aprile 1928. Cresciuta nella comunità ebraica della città natale, nel 1966 ha pubblicato Trust, scritto in gran parte sotto [...] la volontà di conciliare a livello sia sociale sia linguistico il retaggio ebraico con la realtà americana. Con The cannibal galaxy (1983; trad. per la sensibilità religiosa ed etnica del suo popolo e il suo ruolo all'interno della largamente ...
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sionismo
s. m. [der. di Siòn o Sìon (ebr. Siyyōn, gr. Σιών, lat. Sion), nome di una collina di Gerusalemme e, per estens., di Gerusalemme stessa; la parola è stata coniata, nella forma Zionismus, dallo scrittore ted. N. Birnbaum nel 1882]....
maledetto
maledétto (ant. o tosc. maladétto) agg. [part. pass. di maledire]. – 1. a. Colpito da maledizione: un uomo m. da Dio (cui spesso si aggiunge: e dagli uomini); le anime m. dell’Inferno; anche come sost.: andate via da me, maledetti,...