Milhaud, Gaston
Epistemologo e storico francese della scienza (Nîmes 1858 - Parigi 1918). Sulla scia del neocriticismo di Renouvier e delle posizioni speculative di Boutroux, sviluppò, contemporaneamente [...] a Duhem, Poincaré e É. Le Roy, una rigorosa critica dello scientismo, soprattutto nella sua forma positivistica. Pur non aderendo apertamente alle tesi convenzionalistiche di Poincaré, M. nei suoi scritti sottolinea di continuo il ruolo della ...
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Letterato (Pietrafitta 1836 - Bellavista, Portici, 1916), prof. (dal 1878) di letteratura italiana nell'univ. di Napoli. Senatore (1905). Notevoli la vastità della cultura e la ricchezza degli interessi, [...] anche nel campo delle letterature straniere, di Z., il quale tentò di conciliare le esigenze della critica positivistica con quelle di una critica estetico-psicologica di derivazione desanctisiana. Opere principali: Saggi critici (1876); Studi sul ...
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LAFFITTE, Pierre
Guido Calogero
Pensatore francese, nato a Béguey (Gironda) nel 1823, morto a Parigi nel 1903. È noto esclusivamente come il più tipico e fedele tra i seguaci di Augusto Comte, e particolarmente [...] delle conclusioni etico-religiose che questi traeva dalla sua dottrina. Di tale positivistica religione (orientata verso l'adorazione dell'umanità come Grande Essere e organizzata in una vera e propria liturgia), le cui cerimonie continuarono a ...
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TROILO, Erminio
Renato LAZZARINI
Filosofo, nato ad Archi (Chieti) l'8 luglio 1874, professore di filosofia teoretica nelle università di Palermo (dal 1915) e di Padova (dal 1920).
Prevalentemente storico [...] della filosofia, il T. occupa una posizione caratterizzata da due fasi: quella che potrebbe dirsi metodico-positivistica, e, più interessante, quella in certo senso sistematica, da lui stesso indicata come realismo assoluto, che ricorda, nella ...
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Economista e sociologo (Nürtingen, Württemberg, 1831 - Stoccarda 1903), prof. nelle univ. di Tubinga (1860) e Vienna (1868), membro del Landtag del Württemberg (1862-65) e del parlamento doganale (1868), [...] 1871. Nonostante la concezione organica della società, fu più vicino in complesso alla filosofia idealistica che alla sociologia positivistica. Fu tra i fondatori dell'indirizzo moderno delle scienze politico-sociali in Germania. Op. princ.: Bau und ...
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Filosofo italiano (Conversano 1839 - Pisa 1914); prof. (dal 1887) di filosofia teoretica all'univ. di Pisa. Allievo di F. Fiorentino, subì l'influsso di B. Spaventa diventando seguace dell'hegelismo, a [...] : Dell'apriori nella formazione dell'anima e della coscienza (1883); L'unità sintetica kantiana e l'esigenza positivistica (1885); Sentire e pensare (1886); Ricerca speculativa (1893); L'intuito nella conoscenza (1894); Teoria del conoscere (1894 ...
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GILLET, Louis
Vittorio STELLA
Storico e critico d'arte francese, nato a Parigi l'11 dicembre 1876; ivi morto nel luglio 1943. Il suo primo saggio, intorno alla cattedrale di Chartres, orientò il suo [...] d'autrefois e Les primitifs français (1904) chiariscono la natura di una mentalità che si vale della erudizione positivistica ma sa trasfigurarla nell'emozione del bello e nelle relazioni della sensibilità.
Gli studî successivi lo interessarono alla ...
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Disobbedienza civile
Anthony D'Amato
Introduzione
La disobbedienza civile è un caso particolare di violazione della legge. Il modo migliore per definirla è quello di distinguerla dalla protesta legale, [...] trovi a dover risolvere il problema di far rispettare una legge che egli stesso considera una cattiva legge. La teoria positivistica potrebbe semplicemente dire che l'agente di polizia ha il dovere di far rispettare la legge, ma poiché il contenuto ...
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VILLARI, Pasquale
Mauro Moretti
– Nacque a Napoli il 3 ottobre 1827 da Matteo e da Luisa Ruggiero, secondo di sei figli.
Il padre, avvocato, scomparve durante l’epidemia di colera del 1837. Di buona [...] nel primo periodo postunitario, e va tenuta presente per cogliere il senso di alcuni passaggi, come la famosa prolusione ‘positivistica’ del 1865. Nel 1854 Villari curò per Le Monnier un’edizione di scritti di Cesare Beccaria che gli attirò le ...
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Storico e filologo norvegese (Cristiania 1810 - Roma 1863), prof. di storia a Cristiania dal 1841. Curò l'edizione di diversi testi e leggi nordiche medievali, e collaborò con Asbjørnsen e Moe nello studio [...] Grimm. L'opera sua più importante è Det norske folks historie ("La storia del popolo norvegese", 8 voll., 1851-63), che giunge fino all'unione di Kalmar (1393). Fu il rappresentante più eminente della storiografia romantico-positivistica norvegese. ...
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positivistico
poṡitivìstico agg. (pl. m. -ci). – Relativo al positivismo, ai positivisti: concezione, teoria p.; orientamento, atteggiamento p.; corrente positivistica. ◆ Avv. poṡitivisticaménte, non com., secondo i principî e i metodi del...
epifenomenismo
s. m. [der. di epifenomeno]. – Teoria psicologica di derivazione positivistica per la quale la coscienza sarebbe la manifestazione di fenomeni fisiologici e nervosi, cioè un semplice epifenomeno di accadimenti fisici nell’organismo.