Grammatico latino (sec. 5º-6º d. C.) di Cesarea in Mauritania; visse a Bisanzio, dove insegnò lingua latina sotto l'imperatore Anastasio. Compose la maggiore opera di grammatica latina a noi pervenuta, la Institutio de arte grammatica, in 18 libri: i primi 16 (Priscianus maior) la vera e propria grammatica, gli ultimi 2 (Priscianus minor) la sintassi. P. traduce e riduce da grammatici greci (Erodiano ...
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Grammatico latino (5º sec. d. C.), autore di un'Ars de nomine et verbo per uso scolastico, somigliante all'Ars di Prisciano e derivante forse dalla stessa fonte di quella. Scrisse anche una Vita di Virgilio [...] in esametri con introduzione in strofe saffiche, derivata da Elio Donato, in cui insiste sul periodo giovanile del poeta trascurando l'Eneide ...
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Grammatico (sec. 12º), spesso citato dai grammatici medievali, e ritenuto autore di tutte le innovazioni metodologiche, alle quali invece egli aprì soltanto la via con la sua Summa de arte grammatica; [...] è questa un commento di Prisciano, originale per la giustificazione logica della grammatica; fu largamente utilizzata da Vincenzo di Beauvais nello Speculum doctrinale. ...
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Sotto questo nome si indica l'autore di un lessico (sec. 11º) largamente usato nelle scuole sino ai tempi dell'umanesimo, intitolato: Elementarium doctrinae rudimentum o De significatione verborum o, più [...] vasta compilazione enciclopedica in ordine alfabetico, per la quale l'autore utilizzò un gran numero di fonti e soprattutto Isidoro e Prisciano, con inserzione anche di non poche voci greche desunte da glossarî greco-latini; l'opera è anche ricca di ...
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Si dice dell’alfabeto (e quindi della scrittura e anche delle iscrizioni e testi in essa redatti) usato nell’Irlanda antica nei primi secoli dell’era cristiana, e successivamente in Scozia e in Galles. [...] bilingui latino-irlandesi): solo eccezionalmente è usato in manoscritti medievali (l’esempio più notevole sono le glosse del Prisciano di S. Gallo, 9° sec.). L’alfabeto o. consiste in brevi linee tracciate perpendicolarmente o obliquamente a una ...
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Grammatico (metà del sec. 13º). Cancelliere del re Enrico VI Menved in Danimarca, fu poi maestro di teologia e canonico a Parigi. La sua opera più nota è il Tractatus de modis significandi (1250 circa), [...] seguito, quella della "grammatica speculativa". M. si ricollega nella sua trattazione alle opere logiche dell'inizio del sec. 13º e al commento a Prisciano di Pietro Elia. Commentò anche le opere logiche di Aristotele e il Liber sex principiorum. ...
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L’accento grave è un tipo di ➔ accento grafico, cioè un segno diacritico che, in forma di barretta obliqua orientata in alto verso sinistra (‵), si pone sulle vocali per segnalarne la messa in evidenza [...] della voce. A quest’origine si collega anche il nome dei segni di accento: come si legge nell’opera del grammatico Prisciano, infatti, l’accento gravis è chiamato così «quod deprimat aut deponat» («perché abbassa o abbatte») la sillaba su cui si ...
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Con l’espressione strutture assolute si indicano sintagmi e costrutti che non hanno rapporti di dipendenza sintattica con altri costituenti della frase e con il resto dell’enunciato in cui compaiono (Simone [...] quale è possibile interpretare il significato del caso.
Un diverso trattamento delle due costruzioni compare nella grammatica di Prisciano (V-VI sec. d.C.), la prima a trattare l’ablativo assoluto come ‘costruzione’. Confrontando le due espressioni ...
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CARLINO, Marco Antonio (Ateneo)
Claudio Mutini
Sull'incertezza che può sussistere circa il nome è lo stesso C. a fornire spiegazioni: in un capitolo della sua opera, La grammatica volgar dell'Atheneo [...] traduce alla lettera la definizione prisciana del "genere dubbio". La principale fonte del capitolo sul "novero" è Carisio: mentre infatti Prisciano distingue soltanto in base a natura e uso le serie dei nomi singolari e plurali e ne fa un'indagine ...
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Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] filologia, e l’erudizione letteraria prosperano: sono di quest’epoca gli scoliasti Donato e Servio, Macrobio, Marziano Capella, Prisciano. Virgilio è il centro intorno a cui si raccoglie la riflessione grammaticale e filosofica di questi epigoni, che ...
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prisco
agg. [dal lat. priscus, affine a prior e primus (v. priore e primo)] (pl. m. -chi), poet. – Che appartiene a età antichissima, che risale a tempi remoti: le p. genti; la p. nobiltà, la nobiltà degli antichi, o dei progenitori; un mio...
ogamico
ogàmico agg. [der. dell’irland. ógham, medio irland. ogom o ogum, che è il nome della scrittura] (pl. m. -ci). – Denominazione dell’alfabeto (e quindi della scrittura) usato in Irlanda nei primi secoli dell’era cristiana e successivamente...