Col termine abbreviazione (o, più anticamente, abbreviatura) si indica l’accorciamento (o compendio) di una parola. Come si legge nel Vocabolario della Crusca (1612), l’abbreviazione è una «parola abbreviata [...] pp per propter), per lettere sovrapposte (come im per illum, an per ante, sistema in uso ancora oggi in casi come Sig.ra), per segni convenzionali (i sopra citati segni con significato proprio e molti altri, tra i quali ÷ e = per indicare est ed esse ...
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La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni [...] ➔ prestiti: abat-jour [abaˈʒur], garage [gaˈraʒ]. Si tratta insomma di un quasi-fonema, per riprendere un , a[tː]rezzo, o[fː]ro, a[gː]lomerato, a[bː]reviare, ra[dː]rizzare
Restano esclusi dalla correlazione di geminazione /z j w/, sempre brevi nello ...
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Gli allofoni (o varianti) sono le diverse realizzazioni concrete che un fonema ha nella catena parlata. Per es., a due pronunce della parola pane, di cui la prima contiene una [a] e la seconda una [æ], [...] > [ˈpãʧa] (Canepari 1979: 205). Le vocali intermedie /e/ ed /o/ vengono prodotte molto aperte in Calabria settentrionale (buonas[æ]ra) e a Bergamo p[æ]sca (Mioni & Trumper 1977; Cortelazzo & Mioni 1990). In Lombardia invece sono le vocali ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] essere ridotti a [ˌdeʎːaˈmiːtʃi], [un ˌveraˈfːaːre], [voˌrːanːuˈʃːiːre], [veˌdranːaŋˈkoːra]. L’atonia delle due vocali a confine di parola è condizione necessaria affinché si verifichi il processo (Agostiniani 1989; Marotta 1995a):
(2) il marìto ...
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La parola è un’unità centrale nell’organizzazione del linguaggio. L’esistenza di specifiche condizioni e di fenomeni fonologici che si riferiscono alla parola porta all’individuazione di un costituente [...] :
(2) a. (ŚS) (pála), pa(táta), marghe(ríta)
b. (ŚSS) (páttino), ca(tálogo), fono(lógico)
c. (Ś) (blú), per(ché), parle(rá)
L’italiano mostra dunque una preferenza per l’accentazione basata sul piede trocheo o sul trocheo esteso, e quindi su un ...
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La derivazione è un processo morfologico che consiste nella formazione di una parola nuova tramite l’aggiunta di un affisso (➔ affissi), cioè di un elemento non libero (tecnicamente, un morfo legato), [...] con cinismo → cinico, dolomite → dolomitico con difterite → difterico) o di modifiche nella divisione sillabica (cfr. a.gi.re / in.te.ra.gi.re, u.ni.re / di.su.ni.re). Differenze rispetto alla forma attesa sono spesso dovute all’impiego di parole di ...
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Medioevo: la scienza siriaca. Le scienze del linguaggio
Riccardo Contini
Le scienze del linguaggio
La grammatica
Gli inizi
Come per altre tradizioni linguistiche, l'origine, nella cultura siriaca, [...] forse un insegnante elementare, appunto di compitazione. Nell'organizzazione scolastica il maqrǝyānā, il mǝhaggǝyānā e il sap̄rā ('insegnante di scrittura') erano subordinati al mǝp̄aššǝqānā 'professore di esegesi biblica', la carica più importante ...
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Le consonanti laterali sono così chiamate in quanto, per produrle, la lingua assume una particolare conformazione che permette la fuoriuscita dell’aria dai suoi lati (➔ fonetica articolatoria, nozioni [...] come [ˈgaɖːu]. Anche in Toscana, nell’area lunigiano-garfagnina esiste questo esito anche se realizzato sempre come breve: [aˈɖoːra] per allora, [soˈreːɖa] per sorella.
Per [ʎ] si possono individuare, nei dialetti italiani, due principali esiti: [j ...
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In riferimento all’apertura della bocca, allo spazio tra lingua e palato e all’apertura delle labbra le ➔ vocali possono essere aperte o chiuse (nella letteratura meno recente le prime possono esser definite [...] di vocali aperte: ad es., [æ] è presente come resa di /e/ o di /ɔ/ nell’italiano regionale veneto ([ˈsæːɾa] sera). Una caratteristica che accomuna Puglia, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia, Romagna e Umbria alto-tiberina è la palatalizzazione di /a ...
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Per i grammatici antichi, il termine consonante (gr. stoikhêion [o grámma] sýmphōnon, lat. littera consonans) indicava una lettera che (per es., gr. β, γ, δ, lat. b, c, d) si riteneva non potesse essere [...] appartiene il parlante;
(b) le consonanti sorde dopo nasale tendono a essere sonorizzate: [ˈtembo] tempo, [aŋˈgoːra] ancora.
Le principali isoglosse (➔ isoglossa) sono quindi individuate in base a tratti fonetici caratteristici. Tuttavia le varietà ...
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ra-
– Prefisso in cui si fondono i due prefissi lat. re- e ad-; produce sempre il raddoppiamento della consonante iniziale semplice. È usato per la formazione di verbi e derivati verbali, con valore intensivo o iterativo (rabbonire, raddrizzare,...
ra's
ra’s 〈ras〉 (o rās) s. m., arabo (propr. «testa, capo»). – Termine che in senso geografico indica a volte cime o alture, a volte capi o promontorî, in toponimi di zone abitate da genti di lingua araba o che da queste hanno ricevuto il...