In linguistica, mezzo morfologico molto usato, che può consistere nella ripetizione della parola (it. piano piano), o in quella della radice più o meno mutilata (lat. mur-mur-are) o della prima consonante [...] dittongo ridotto a vocale semplice (com’è la regola, se non si trova in posizione isolata o finale di frase), non vuole il raddoppiamento. Quindi si pronuncia: va via ‹va vvìa› o va’ via ‹va vìa›; fa vedere ‹fa vvedére› o fa’ vedere ‹fa vedére›; f ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] chiarisce i dubbi principali dei parlanti-scriventi, come la divisione sillabica, l’accentazione, il raddoppiamentoconsonantico e altri «accidenti» quali assimilazione, dissimilazione, attrazione, metatesi, aferesi, prostesi, epentesi ed epitesi ...
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Un inveterato luogo comune vuole l’italiano come la più adatta tra le lingue al canto, soprattutto per una ragione fonetica e una sintattica: la ricchezza di suoni vocalici, specie in fine di parola, e [...] «U che le vanità». D’altro canto, l’energia articolatoria impiegata in alcuni passaggi musicali può comportare un indebito raddoppiamentoconsonantico e l’inserimento di un’aspirazione davanti a una sillaba iniziante per vocale o a suoni vocalici più ...
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Il raddoppiamento sintattico è un fenomeno di ➔ sandhi esterno (o di ➔ fonetica sintattica), di natura assimilatoria (almeno in origine: cfr. § 3; ➔ assimilazione), che si verifica nell’➔italiano standard [...] roppo, da [gː]rande, è [fː]resco.
Se invece la seconda parola inizia con un nesso consonantico costituito da s + C, il raddoppiamento sintattico non si produce, il che conferma l’eterosillabicità della sibilante implicata in italiano; ad es., arrivò ...
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Con il termine raddoppiamento espressivo (o geminazione espressiva) ci si riferisce prevalentemente all’esistenza in latino (quello classico e, ancor più, quello tardo) di forme che contengono una consonante [...] regionale, tranne che nei registri particolarmente elevati o controllati.
Un altro fenomeno di allungamento consonantico sistematico è il raddoppiamento di /r/ a inizio di parola in varietà siciliane e calabresi meridionali (➔ siciliani, calabresi ...
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La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni [...] barca, di contro a ga[s] velenoso.
Il processo di geminazione consonantica a inizio di parola, noto come raddoppiamento (o rafforzamento) fonosintattico (➔ raddoppiamento sintattico), è un tratto caratteristico dell’italiano, anche se non costituisce ...
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Prima di affrontare la descrizione del sistema fonologico dell’italiano, occorre illustrare brevemente il significato del termine fonologia. Lo studio dei suoni prodotti dall’apparato fonatorio è l’oggetto [...] , indipendentemente dall’attacco della sillaba successiva. Inoltre, essa è l’unica che, se all’inizio di un nesso consonantico, non subisce raddoppiamento fonosintattico: vado a [kː]asa, ma vado a [s]tare e non * vado a [sː]tare. Il comportamento ...
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Per i grammatici antichi, il termine consonante (gr. stoikhêion [o grámma] sýmphōnon, lat. littera consonans) indicava una lettera che (per es., gr. β, γ, δ, lat. b, c, d) si riteneva non potesse essere [...] altri elementi consonantici, come le alveolari geminate, attestati anche in Sardegna e Corsica ([ˈbeɖːu]).
Tra i fenomeni che interessano domini prosodici più ampi della sillaba è diffuso il raddoppiamento fonosintattico (➔ raddoppiamento sintattico ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] secolo d.C., in cui si è verificata la geminazione consonantica davanti a j, sicché il nesso *-ddj- si è sonno a quel punto
(Dante, Inf. I, 10-11)
Il raddoppiamento fonosintattico fin dai testi più antichi è sia di tipo assimilativo, dopo parole ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] morfema flessivo (-o / -i) determina un cambiamento del segmento consonantico precedente) e tra sintagmi prosodici (per es., in la mamma di una regola fonologica specifica dell’italiano: il ➔ raddoppiamento sintattico; per es., mangerò [pː]anini è un ...
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grado1
grado1 s. m. [lat. gradus -us «passo, scalino», dallo stesso tema di gradi «camminare, avanzare»]. – 1. a. ant. Gradino, scalino: Scala drizzò di cento gradi e cento (T. Tasso). Più raram., passo: deh ferma un poco il g. (Boccaccio)....
fonosintassi
s. f. [comp. di fono- e sintassi]. – In linguistica, espressione abbreviata per fonetica sintattica, con cui si indicano complessivamente i fenomeni fonetici che sono in rapporto con l’incontro delle parole nella frase, cioè nella...