Poeta bolognese e attore (n. Bologna 1604 - m. tra il 1648 e il 1653), è autore di rime, per lo più dialettali. Di lui si ricorda il poema Le pazzie dei Savi, ovvero il Lambertaccio (1641) in dodici canti [...] sulle discordie che agitavano Bologna ...
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Scrittore italiano (Firenze 1844 - ivi 1923); sacerdote dal 1868, fu carducciano nella sua lirica d'intonazione civile, religiosa, patriottica (Rime, 1884; Nuove rime, 1903; Novissima, 1917); scrisse anche [...] belle epigrafi (Cari morti, 1909) ...
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Dante Alighieri, Opere minori: Vita Nuova - Introduzione
Domenico De Robertis
È tra i caratteri certo più significativi dell'opera dantesca, ed elemento costitutivo di essa, la prepotente forza di autoaffermazione [...] gentile schiera e De gli occhi de la mia donna si move); fino alle testimonianze della redazione pre-Vita Nuova di alcune rime del nuovo stile, ossia di una conquista per tempi di questo. Ma più importano, forse, anche alla luce di questi dati, le ...
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Poeta ungherese (Hernádszentistván 1895 - Pannonhalma 1978), religioso dell'ordine premostratense. Lirico originale, molto popolare, predilige sonorità di rime e ritmi, e s'ispira a un profondo senso di [...] carità cristiana e di solidarietà. Le sue liriche, pubblicate tra il 1923 e il 1940, furono raccolte nel 1941 in M. L. Összes versei ("Tutte le poesie di L. M."). Nel 1943 pubblicò Anya kell! ("Voglio ...
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Raccolta di poesie di uno o più poeti. Nelle letterature romanze i c. sono grandi sillogi di rime, prevalentemente d’amore, di solito raggruppate per autori, per forme metriche, per scuole poetiche o per [...] regioni di provenienza. Essendo la lirica romanza medievale accompagnata dalla musica, contenevano anche le note musicali. I più pregiati erano anche miniati. I più antichi c. italiani risalgono alla fine ...
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MAIA MATERDONA, Gianfrancesco
Emilio Russo
Nacque a Mesagne, presso Brindisi, il 4 sett. 1590 da Pomponio Maia e da Ippolita Materdona, entrambi di famiglia nobile.
Fu destinato alla professione giuridica [...] con Margherita de' Medici, a Firenze nell'ottobre 1628, cui il M. assistette, gli fruttò il dono di una collana d'oro (cfr. Rime, nn. 239, 243, 273), ma non, ancora una volta, un impiego stabile.
Nel 1629, con l'intento di stampare la raccolta delle ...
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Poeta (n. Mesagne 1590 - m. 1650 circa), seguace di G. Marino, ma più ingegnoso e amabile che tumido e reboante (Rime pescherecce, 1628; Rime, 1632). ...
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Poeta dialettale modenese (Modena 1580 circa - ivi 1649), amico di A. Tassoni e di F. Testi, autore di Rime burlesche. Ebbe vita molto avventurosa e burrascosa. ...
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Rimatore e novelliere, di Lodi (sec. 16º). Visse a Roma, caro a Leone X. Lasciò Sonetti et altre rime con alcune novelle, capitoli e stampe (1544): di qualche pregio le sei novelle. ...
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Trovatore provenzale, originario della Guascogna; svolse la sua attività fra il 1130 e il 1150 circa. Le sue rime, con le quali la lirica provenzale inaugura il trobar clus, sono in buona parte di difficile [...] interpretazione. Moralista rigido e severo censore di costumi, in sirventesi celebri come quello del Lavador, M. rivela a tratti una tempra di poeta energico e originale ...
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rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza l’una dall’altra nel discorso, e in...
sestina
s. f. [dim. di sesto1, sostantivato al femm.]. – 1. a. Forma particolare della canzone, come composizione poetica, formata nel suo schema tipico di sei stanze di sei endecasillabi ciascuna, con un congedo di tre endecasillabi; ogni...