Terza lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
La sua forma deriva dal gamma dell’alfabeto greco occidentale (calcidese) che fu modello di quello romano. Qui inizialmente la C rappresentò sia la velare [...] a indicare con le due lettere originarie (a cui, quando segua a, o, u, s’aggiunge una i con valore di segnodiacritico). La fricativa š, qualunque sia l’origine, è rappresentata da questo digramma (o trigramma) solo in italiano: le altre lingue usano ...
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Arnese per fumare costituito, nella forma diffusa nei paesi occidentali, da una testa, all’interno della quale viene ricavato un piccolo recipiente tondeggiante, detto fornello, nel quale arde il tabacco, [...] secondo la forma che si vuole ottenere, alla formazione del fornello e del condotto, alla lucidatura.
Linguistica
Segnodiacritico usato in alcuni sistemi di traslitterazione e di trascrizione e in alcuni alfabeti (soprattutto quelli slavi di tipo ...
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Nona lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
La forma primitiva della lettera i nell’alfabeto fenicio era ✂ e il suo valore fonetico era quello di un i semiconsonante. La forma si venne via via semplificando: [...] da non ammettere in numerosi casi uno scambio stilistico tra la prima e una delle altre. Come regola generale, un i non può essere segnodiacritico se non è preceduto da una delle consonanti c, g, sc, gl o eccezionalmente gn; un i non può essere né ...
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Astronomia
Si chiama a. del moto di un astro il punto della volta celeste verso il quale l’astro, nel momento in cui lo si considera, è diretto. In particolare l’a. del moto terrestre è il punto della [...] simile all’apostrofo che in alcune lingue si pone sopra o accanto ad alcune lettere come segnodiacritico con funzioni svariate.
In fonetica, l’ a. sillabico è il punto culminante della voce nella sillaba.
Medicina
Parte estrema di un organo, in ...
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sicilico metrologia Antica unità romana di massa equivalente a 1/4 di oncia, cioè a 6,85 g. paleografia Segnodiacritico che i lapicidi romani ponevano sopra le lettere per indicare che dovevano ritenersi [...] raddoppiate. Il s. aveva generalmente la forma di un accento circonflesso e fu in uso specialmente durante il tardo Impero romano e nel Medioevo ...
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In fonetica e in poesia, la scissione di un dittongo in modo che le due vocali appartengano a due sillabe diverse. Il segnodiacritico con cui si indica la d. è costituito da due punti disposti orizzontalmente [...] sulla vocale più debole del gruppo: rëale, atrïo.
Nella metrica classica, ➔ cesura ...
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HUS, Jan (Giovanni)
Giovanni Maver
Nacque nel 1369 a Husinec presso Prachatice nella Boemia meridionale.
La data di nascita non è del tutto sicura. Essa ha tuttavia il suffragio della tradizione secondo [...] nel trattato De ortographia bohemica (1406?). Per ogni suono sconosciuto al latino egli propone una lettera con l'aggiunta di un segnodiacritico. Così per le vocali lunghe á, é, í, ecc., e per le consonanti particolari alla lingua cèca č, š, ž ...
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Z
- Ultima lettera dell'alfabeto latino e dell'italiano, che corrisponde alla ζ dell'alfabeto greco. Il posto che questo segno occupa nella serie latina è dovuto al fatto che esso non esisteva fino al [...] ; nelle lingue scandinave è pronunziata s sorda; in ungherese rappresenta il suono della s sonora, ma ha anche un valore di segnodiacritico nei gruppi sz che indica s sorda e zs che indica il suono della j francese; in polacco, accanto a z uguale ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] k/
d /d/
e /e/ /ε/
f /f/
g /ʤ/ /g/
h resto etimologico (in ho) o segnodiacritico (in chiave)
i /i/ /j/ (semivocale nei dittonghi) e segnodiacritico (in ciambella, giallo)
l /l/
m /m/
n /n/
o /o/ /ɔ/
p /p/
q /k/ (sempre ...
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Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] sono trascritte con le vocali corrispondenti con l’aggiunta del segnodiacritico [ ̯] che indica asillabicità. Parimenti, nella trascrizione fonetica larga, il diacritico delle semivocali può essere omesso, mentre le semiconsonanti vengono sempre ...
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diacritico
diacrìtico agg. [dal gr. διακριτικός «atto a distinguere», der. di διακρίνω «distinguere»] (pl. m. -ci). – Propr., che ha valore distintivo. Si usa soltanto nella locuz. segni d., segni grafici che, sovrapposti, sottoposti, anteposti...
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...