Si intende con toponimo il nome proprio geografico (o nome locale, o nome di luogo). Si adoperano anche altri termini a seconda del tipo di toponimo: per es., agiotoponimo è quello che trae origine dal [...] ‘opachi’, non si intravvede quel significato che solitamente avevano quando si sono formati. Il toponimo infatti è un segnolinguistico che coincide con l’oggetto designato, con il referente: un nome come Roma fa pensare alla città così chiamata ...
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Il termine fonosimbolismo (o simbolismo fonetico) si riferisce a una serie di fenomeni di varia natura e tipologia nei quali da un suono o una sequenza di suoni si riconosce il valore semantico in modo [...] in quanto motivato su base mimetica, tra suono e senso sembra trovare la sua massima espressione nelle onomatopee, segnilinguistici che riproducono direttamente suoni, rumori o voci di animali, usando i mezzi fonetici e grafemici disponibili; ad es ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Teorie dell'origine del linguaggio
Giovanni Manetti
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il problema di ricostruire le origini di una determinata [...] della classificazione l’opposizione tra “naturalità” e “convenzionalità”, relazione sincronica che si stabilisce tra segnolinguistico e oggetti, variamente intrecciandola con il tema specifico delle origini. Così inizia dividendo nettamente le ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel corso del pensiero medievale compaiono varie forme di scetticismo, a partire dalla discussione agostiniana [...] conosciuto, il concetto, non è in alcun modo assimilabile a un’immagine; esso è inteso piuttosto come un segnolinguistico che esprime la sua proprietà principale nella capacità di rimandare ad altro da sé, ossia nel condurre immediatamente (sine ...
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La metonimia (dal gr. metōnymía; lat. denominatio, transnominatio) è una figura retorica (➔ retorica) tradizionalmente inserita tra i tropi, in quanto produce il ‘sovvertimento’ del significato proprio [...] traccia del pensiero di Ferdinand de Saussure (1857-1913), Jakobson (1963) sostiene che, nel configurarsi di un segnolinguistico, di varia estensione, si hanno due processi fondamentali, la selezione e la combinazione, operando il primo (processo ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Claudio Fiocchi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel pensiero di Saussure la lingua è un sistema di segni che hanno il fine di comunicare [...] dedicata al modello della teoria della comunicazione che, a parere dello studioso ceco, è parte integrante della struttura del segnolinguistico: il linguaggio per Jakobson non ha solo lo scopo di descrivere oggetti ma è caratterizzato anche da altre ...
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Il termine paretimologia fu coniato dal linguista italiano Vittore Pisani (19672) con l’intenzione di rimpiazzare la più antica denominazione etimologia popolare (traduzione italiana del ted. Volksetymologie [...] con il referente, la radice stessa, che fornisce un decotto medicinale; così si ha un nuovo segnolinguistico, pienamente motivato. L’oronimo Gran Paradiso rappresenta un fraintendimento, da parte dei cartografi, della denominazione dialettale ...
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significato Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).
In linguistica, ciò che si vuol dire pronunciando una frase o una parola, il messaggio [...] piani di forma e sostanza. Alla base della semantica strutturale c’è l’idea dell’autonomia linguistica del s., conseguenza della tesi saussuriana dell’arbitrarietà del segno per la quale non c’è alcun motivo esterno alla lingua stessa a che in essa ...
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Orientalista e glottologo italiano (Mistretta 1898 - ivi 1973). L'attività di P. si è spiegata nell'interpretazione storica di fatti linguistici nel campo indoeuropeo e nel romanzo (il digamma in Omero, [...] distintivo di tale conoscere. Tra le opere: Epica e romanzo nel Medioevo Persiano (1927); Sommario di linguistica ario-europea (1930); Il segno vivente (1952; nuova ed. 1969); Saggi di critica semantica (1955); Nuovi saggi di critica semantica (1956 ...
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Poesia
Gian Mario Villalta
La fine del 20° sec. e l'inizio del 21° non sembrano aver lasciato un segno decisivo sulla coscienza comune della poesia. L'impressione più generale, anzi, potrebbe essere [...] Primo fra tutti il carattere di sorpresa - di shock - sul lettore, ottenuto mediante lo sforzo di staccare il segnolinguistico dal suo significato corrente, per alludere a dimensioni esistenziali e a forme del sentire non corrispondenti al discorso ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...
registro
s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti di suddivisioni e indicazioni varie),...