Il passato prossimo (denominato anche, raramente, perfetto composto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, che ha come principale significato quello di indicare un evento concluso nel passato. Il [...] Alcuni autori usano il passato prossimo aoristico in segno di prossimità al parlato regionale, tipico del Nord ., vol. 2º, pp. 881-901.
Loporcaro, Michele (2009), Profilo linguistico dei dialetti italiani, Roma - Bari, Laterza.
Rohlfs, Gerhard (1969), ...
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Il bisticcio è la figura formata dall’accostamento (immediato o a breve distanza, nello stesso verso o nello stesso periodo) di due o più parole fortemente rassomiglianti dal punto di vista fonico.
Bisticcio [...] stati battezzati dai loro autori con nomi che alludono alle loro attitudini linguistiche, come il bisticcio della Villana di Lamporecchio di Luigi Del Buono, che dice:
(12) Sono sano sino a segno
che d’un pugno dentro al grugno,
non è sogno, ammazzo ...
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Variazione diastratica è un tecnicismo diffuso da Eugenio Coseriu (1973) per indicare una delle fondamentali dimensioni della ➔ variazione linguistica. Il termine (formato col prefissoide dia- «attraverso» [...] differenze di sesso.
La considerazione per cui la variazione linguistica è sempre legata e intrecciata a fattori sociali (quindi collettività a essere utilizzato, con consapevolezza o no, come segno di appartenenza a una classe o a un gruppo sociale ...
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Esistono in linguistica concezioni differenti di registro. Un aspetto centrale condiviso è la correlazione tra situazione comunicativa e registro come appare formulata nella seguente definizione lessicografica: [...] a proposito la critica all’uso dei registri alti, quando sono di ostacolo alla comprensione. Di segno opposto è la pedagogia linguistica tradizionale orientata a un modello di lingua monocorde che impone il registro formale indipendentemente dalla ...
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Il termine connettivo indica in linguistica ciascuna delle forme invariabili (congiunzioni, locuzioni, ecc.), che indicano relazioni che strutturano ‘logicamente’ i significati della frase e del testo [...] o anche di motivazione di un’ipotesi (34 a.) o di un atto linguistico, per es. di domanda (34 b.):
(34) a. Francesca è ma usati a inizio di frase, dopo una pausa o un segno interpuntivo forte (cfr. per uno studio approfondito Ferrari 1995; Sabatini ...
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L’impiego e la crescente diffusione della rete telematica Internet ha portato effetti importanti anche sugli usi linguistici dei suoi utilizzatori (detti talvolta, scherzosamente, internauti).
Nel trattare [...] è quello di abbandonarsi allo stereotipo secondo il quale Internet sarebbe tra i responsabili dell’imbarbarimento linguistico, in quanto segnerebbe il predominio dell’immagine sulla parola, il trionfo della superficialità, la fine di uno stile basato ...
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L’interiezione (lat. interiectio «atto di gettare in mezzo») è una categoria di parole (tradizionalmente, una parte del discorso) invariabili con il valore di frase, usata per esprimere emozioni o stati [...] discorso, corrisponde, da un punto di vista pragmatico, a un intero atto linguistico: in (1), per es., il significato di toh! coincide con dalla sola intonazione e nello scritto dal solo segno di esclamazione ‹!› (31); possono altrimenti essere ...
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Nella storia della lingua letteraria italiana Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia, 1938) occupa un posto di primo piano, per due ordini di ragioni. Innanzi tutto, si tratta di [...] originali, in cui il suo stile inconfondibile lasci il segno. Lo scrittore che forse più di tutti in Italia ha tentato di fondere arte e vita tende a servirsi di elementi linguistici diversissimi, che gli permettano di allontanarsi il più possibile ...
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Per alfabeto fonetico si intende l’insieme dei simboli impiegati per la rappresentazione grafica dei suoni di una lingua. La sua prerogativa essenziale è quella di associare in modo univoco un solo segno [...] ʌ ʍ ɥ). Ampia è la lista dei diacritici, ovvero segni grafici che consentono di affinare la codifica e di raggiungere un alto è il sistema denominato Ascoli-Merlo, dal nome dei linguisti che lo idearono e rielaborarono nel tempo.
L’importanza di ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] a quello volgare. Così facendo, Bembo sancì la dominante retorica, classicistica, antirealistica e antitecnica, che segnò la storia linguistica e civile dell’Italia. Ma, al tempo stesso, additò l’unica soluzione praticamente efficace nelle condizioni ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...
registro
s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti di suddivisioni e indicazioni varie),...