La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] verbo inglese to mean c’è il «voler dire» di un parlante, quello che Grice chiama «significato non-naturale» e che non è basato su una relazione ‘naturale’ di rinvio fra il segno e qualche cosa nel mondo, bensì sul fatto che un soggetto produce il ...
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di Silvia Morgana
La storia linguistica dell’Ottocento copre un arco cronologico più esteso rispetto al mero XIX secolo e va dall’arrivo dei francesi in Italia nel 1796 fino al 1915: è infatti l’inizio [...] di dialetto e italiano. Per le classi colte era segno di distinzione passare dal dialetto all’italiano, spesso dando Le istanze di uniformazione lessicale non frenano del tutto, com’è naturale, l’apporto delle varietà regionali (Zolli 1986). Tra i ...
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Le lingue dei segni nel mondo
Mauro Mottinelli
Virginia Volterra
A differenza delle lingue vocali, che usano il canale acustico-vocale, le lingue dei segni si servono della modalità visivo-gestuale. [...] si trovano insieme e possono socializzare, dando vita a nuove comunità, la loro comunicazione in segni si arricchisce e si stabilizza. La tendenza naturale dell’uomo a dare vita a una forma di comunicazione linguistica è infatti fortemente correlata ...
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Con il termine origini ci si riferisce convenzionalmente alla fase aurorale delle lingue romanze (o neolatine), quando testi (o frammenti di testi) scritti in volgare cominciarono a essere conservati su [...] la gente parlava (o almeno credeva di parlare) latino. Naturalmente si trattava di un latino molto diverso non solo dalla lingua alla fine del XII e all’inizio del XIII secolo, che segnano la fine dell’affioramento episodico del volgare e l’inizio di ...
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Gli studiosi moderni, come già i retori e i grammatici del mondo classico e umanistico, hanno tentato di ordinare i testi raggruppandoli in classi omogenee. Ne sono emerse varie tipologie testuali, divergenti [...]
(2) Il cellario ebbe un momento di esitazione, poi fece un segno ai suoi e si gettò giù per il sentiero di destra, mentre una serie di tratti, il più vistoso dei quali riguarda naturalmente il materiale di cui si costituisce il piano dell’espressione ...
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Vicino Oriente antico. L'analisi linguistica
Gábor Zólyomi
Giovanni Garbini
L'analisi linguistica
Grammatica
di Gábor Zólyomi
A partire dal III millennio, se non prima, in Mesopotamia vi furono due [...] 1974, p. 54) è, in effetti, la naturale conseguenza delle differenze strutturali tra le due lingue: le metà della riga in sumerico e le due versioni erano separate da un segno simile ai due punti. Vi erano inoltre testi bilingui in cui, come nel ...
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Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio, o giugno, 1265, l’anno prima della battaglia di Benevento, che segna la distruzione della parte ghibellina in Italia. Di famiglia guelfa, cresce in anni segnati [...] , al fine di creare lingue sottratte all’inevitabile mutamento delle lingue naturali nel tempo e nello spazio (I, i, 2-3; I I, xii); a svalutare i volgari delle città toscane in quanto segno aborrito di municipalismo (I, xiii); e a dare la palma ...
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Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] altrettanto a lungo anche la funzione, strategica, di frontiera naturale fra entità storiche e statuali diverse: fra Etruschi a si riscontrano nella grafia della ➔ scevà, che a volte viene segnata con una e, come nell’Abruzzo contiguo, altre, ad ...
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Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato [...] al predominio della scrittura sull’oralità e all’idea che il mantenimento di certi nessi sia segno di cultura. Tuttavia, bambini e semicolti mantengono la naturale tendenza ad assimilare (in forme come arimmetica o bibioteca) e non è raro riscontrare ...
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Il vocabolario è uno dei pochi prodotti culturali che si siano sviluppati in autonomia in epoca moderna (cfr. Auroux 1992: 33). È vero che dizionari e glossari esistevano già in epoca classica, simili [...] fornirono il tesoro della lingua del Trecento, esteso al di là dei confini segnati dall’opera delle Tre Corone (che pure ne erano la base), e , il Saggio alfabetico d’istoria medica e naturale di Antonio Vallisnieri), colmando una storica lacuna ...
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sìmbolo s. m. [dal lat. symbŏlus e symbŏlum, gr. σύμβολον «accostamento», «segno di riconoscimento», «simbolo», der. di συμβάλλω «mettere insieme, far coincidere» (comp. di σύν «insieme» e βάλλω «gettare»)]. – 1. Nell’uso degli antichi Greci,...
scala
s. f. [lat. tardo scala -ae (nel lat. class. soltanto al plur., scalae -arum), der. di scandĕre «salire»]. – 1. Termine generico per indicare varî tipi di strutture fisse o mobili, a scalini o a pioli, che consentono alle persone di...