Poema cavalleresco di L. Ariosto (1474-1533), nato come ideale proseguimento dell’incompiuto Orlando innamorato (1483-95), di M.M. Boiardo (1441-1494), di molti personaggi del quale si seguono le vicende. [...] .
Quando l'A. scrisse al doge di Venezia d'avere "cum longe vigilie et fatiche, per spasso et recreazione di signori et persone di anime gentili et madonne composta una opera in la quale si tratta di cose piacevoli et delectabili de arme et de amori ...
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(sp. Galicia) Regione autonoma della Spagna (29.574 km2, con 2.784.169 ab. nel 2008; 94,1 ab./km2). Comunità autonoma dal 1981, con capoluogo Santiago de Compostela. Occupa l’estremità nord-occidentale [...] ° sec. la rinascita si riflette anche nel teatro e nella prosa.
Nel Novecento la letteratura gallega opere di poeti come C.E. Ferreiro e Á. Cunqueiro, accanto a quelle di nuovi autori come L. Pozo Garza (da O paxaro na boca, 1952, a Prometeo a flor de ...
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Scrittore francese (Besançon 1802 - Parigi 1885), figlio di Joseph-Léopold-Sigisbert (v.), che egli seguì da bambino nei suoi spostamenti (Corsica, Calabria, Spagna). Già nel 1818 e nel 1819 fu premiato [...] unità pseudo-aristoteliche; sia nel teatro, sia nel romanzo, una visione L'âne (1880); Religions et religion (1880); Les quatre vents del'esprit (1881); infine una serie di scritti politici, Actes et paroles (4 voll., 1875-85). Fra le numerose opere ...
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(gr. ᾿Ορϕεύς, lat. Orpheus; etimologia discussa, forse da una radice comune al gr. ὀρϕανός e lat. orbus, con un significato di "solitudine", "privazione", che ricorre in nomi e termini aventi riferimento [...] de la Barca nell'auto El divino Orfeo (1663). Nel sec. 20° il mito di Orfeo è stato più volte rielaborato da J. Cocteau, nel teatro Haydn; il poema sinfonico Orpheus (1854) di F. Liszt; l'opera comica Orphée aux Enfers (1858) di J. Offenbach; il ...
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Filosofia
Movimento filosofico tendente a rivalutare l’esistenza obiettiva del reale, soprattutto contro il soggettivismo della filosofia idealistica. Come movimento filosofico il n. sorse tra la fine [...] teatro di posa e la scelta prevalente degli ambienti e di un parlato naturale, a volte dialettale, mai da doppiaggio. L’opera dei Malavoglia di G. Verga; Ladri di biciclette di De Sica, sceneggiatura di Zavattini, dove la cinepresa segue la disperata ...
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Breve narrazione, per lo più in prosa, di un fatto, sia esso storico, reale, o del tutto immaginario. Oltre che per la brevità, la n. si caratterizza in origine per lo stretto legame con la narrazione [...] assai più debole che nella tradizione occidentale. Benché sia ormai abbandonata l’ipotesi, assai in voga nel 19° sec., che vedeva nell teatro elisabettiano; a essa si affiancarono nel corso del 17° sec. opere come le Nouvelles en vers (1664) di J. de ...
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Scrittrice francese (Parigi 1766 - ivi 1817), figlia del ministro J. Necker. Formatasi sui principî di Rousseau, cui consacrò le Lettres sur les ouvrages et le caractère de Jean-Jacques Rousseau (1788), [...] l'argomento della sua opera più significativa, in cui adunò le sue esperienze nel campo del pensiero e dell'arte, Del sue nuove idee sul teatro può essere considerato uno dei primi "manifesti" del romanticismo francese. Con l'Allemagne la S. ...
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Scrittore, drammaturgo e regista svizzero di lingua francese (n. Chêne-Bougeries, Ginevra, 1942). Le istanze di rinnovamento della concezione teatrale di N. si sono concretizzate in una serie di testi [...] a individuare nel teatro il campo privilegiato della sua ricerca espressiva. La sua prima opera, L'atelier volant ( stessi, della parola, «nostra carne mentale», e La chair del'homme (1994), enorme banchetto cui partecipano seimila commensali, in ...
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Scrittore francese (Parigi 1740 - Charenton-le-Pont 1814). Di nobile famiglia, imparentato per parte di madre con i Condé, seguì giovanissimo la carriera delle armi e partecipò alla guerra dei Sette anni. [...] , ou les malheurs de la vertu (2 voll., 1791). Liberato nel 1790, scrisse per il teatro (Oxtiern, ou les de Gange (2 voll., 1813); Histoire secrète d'Isabelle de Bavière, reine de France (post., 1953). Ignorata o proibita per oltre un secolo, l'opera ...
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Arte e uso di comporre versi all’improvviso, senza preparazione e meditazione, o di comporre musica nell’atto stesso di eseguirla. È detta i. l’opera stessa, letteraria o musicale che si compone improvvisando. [...] fonti si evince che l’i. poetica fu praticata in ogni tempo. Cicerone (De orat. III, 194) ricorda l’abilità di Antipatro di il canto in chiesa o in concerto o in teatro, spesso fornendo anche preludi, postludi improvvisati. Grandi improvvisatori ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della Chiesa, anche un sign. più ristretto,...
posa
pòsa s. f. [der. di posare]. – 1. Pausa, sosta, più o meno lunga, che interrompe la continuità di un’attività, e spec. di una fatica, di una condizione penosa e sim.; in questa accezione è quindi spesso sinon. di requie, pace, riposo,...