Filosofo tedesco (Messkirch, Baden, 1889 - Friburgo 1976). Compì gli studi universitari a Friburgo in Brisgovia, dove conseguì la laurea in filosofia nel 1913 con una tesi su Die Lehre vom Urteil in Psychologismus, [...] rivelano infatti risultato non di errori più o meno casuali, ma del privilegiamento di una dimensione del tempo, e cioè del presente sono scomparsi, ma ancora non si intravede l'avventodi nuovi, il rapporto alla verità rimane sostanzialmente affidato ...
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Musica
Spettacolo, detto anche melodramma, in cui l’azione teatrale si sviluppa attraverso la musica e il canto. Pur assumendo denominazioni diverse a seconda di argomento (o. buffa, o. seria), epoca e [...] anche tradizionalmente inteso.
L’avvento della televisione, del computer, dell’elettronica e di nuovi modi di rapportarsi alla storia e alla militare atto ad assicurare per lungo tempo, con poche forze, il possesso di un determinato punto del terreno. ...
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Musicista (Halle an der Saale 1685 - Londra 1759); figlio di un chirurgo di Halle, studiò dapprima musica con F. W. Zachow, poi (1702-03) iniziò gli studi giuridici all'univ. di Halle, ma, divenuto organista [...] , una "ballad opera" che ironizzava sui vezzi anacronistici dell'opera "seria" del tempo. Il musicista ne uscì tuttavia con onore. Per l'avvento al trono di Giorgio II H. scrisse quattro Coronation anthems; mentre le opere "italiane" si diffondevano ...
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Per delegificazione si intende generalmente lo spostamento della disciplina di una determinata materia dal rango legislativo al rango regolamentare: la delegificazione investe, quindi, il rapporto tra [...] vista sostanziale, i rapporti tra Parlamento e Governo. Il problema della delegificazione nasce con l’avvento dello Stato democratico (Forme di Stato e forme di governo), in corrispondenza all’affermazione del suffragio universale maschile (Diritto ...
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Giuseppe Bedeschi
Filosofo tedesco (Francoforte sul Meno 1903 - Visp, Vallese, 1969). Fu uno dei principali esponenti della scuola di Francoforte. Nel suo pensiero - caratterizzato dalla critica all'Illuminismo [...] , Wittfogel, ecc.). Nel 1933 l'avvento del nazismo costrinse Adorno (di origine ebraica) a emigrare a Parigi dove spiegati attraverso un metodo psicologico e sociale a un tempo. Profondo studioso di Husserl, A. ne condivide l'atteggiamento critico ...
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Scrittore tedesco (Lubecca 1875 - Zurigo 1955). Nacque da agiata famiglia mercantile: il padre, eletto senatore nel 1877, era titolare di una ditta di export-import in granaglie; la madre, brasiliana, [...] Heinrich per una totale divergenza di vedute destinata a cadere solo con l'avvento del nazismo. Il dopoguerra segnò la decisione di non rientrare più in Germania. Si stabilì in un primo tempo sulla Riviera francese, indi nei pressi di Zurigo, infine ...
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(fr. e nederl. Brabant) Regione storica europea divisa tra il Belgio e i Paesi Bassi.
Il B. belga comprende il B. fiammingo (2.106 km2 con 1.052.467 ab. nel 2007) nella regione delle Fiandre con capoluogo [...] formato da argille sabbiose, compatte e grasse, fertilissime. Un tempo boscoso specialmente nelle parti basse, è ora quasi totalmente a (1406-15). L’avvento della casa di Borgogna incontrò tuttavia l’opposizione di quella di Lussemburgo e solo nel ...
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Città della Germania (64.938 ab. nel 2008), nel Land della Turingia, 25 km a E di Erfurt, presso la riva sinistra dell’Ilm (affluente della Saale), in una regione ridente, ricoperta da boschi. La città [...] vi si trasferì W. Goethe e qualche tempo dopo J.G. Herder; nel 1799 vi di Reichstag, si trasferì il 30 settembre a Berlino. Si sciolse solo dopo il fallito Putsch di W. Kapp, il 21 maggio 1920. La Repubblica che ebbe vita tra il 1919 e l’avventodi ...
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Uomo politico (Chamber Hall, Bury, Lancashire, 1788 - Londra 1850). Fu tra i più eminenti uomini di stato britannici della prima metà del sec. XIX, e nel decennio 1840-50 virtualmente dominò la vita parlamentare [...] . Contrario all'emancipazione politica dei cattolici, P. si dimise all'avvento al potere di G. Canning (1827), tornando presto agli Interni nel gabinetto guidato dal duca di Wellington (1828). Nel frattempo, convinto anche dai successi colti in ...
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Uomo politico (Milano 1753 - Bellagio 1816). Di vasta e aperta cultura (fu in Francia, in Inghilterra, in Spagna), assertore di un liberalismo moderato, nel 1796 fu dai democratici cisalpini incarcerato [...] alla Repubblica italiana così come la volle Bonaparte nei comizî di Lione e accettò di esserne il vicepresidente (1802), contribuendo in modo determinante all'organizzazione dello stato. Con l'avvento del Regno d'Italia, cessò da ogni carica; nel ...
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avvento
avvènto s. m. [dal lat. adventus -us, der. di advenire «arrivare»]. – 1. Venuta, arrivo: sperare nell’a. di un periodo di pace; io annunzio l’a. d’un’arte novella (D’Annunzio); assunzione ad altissime cariche: a. al trono, al pontificato;...
tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...