Tra le più antiche e cospicue famiglie patrizie veneziane, si affermò forse con un Bartolomeo, procuratore di San Marco nel 1049. I T. figurano poi nella storia di Venezia come dogi, procuratori di San Marco, diplomatici, uomini d'arme e di toga, ecclesiastici. Fra essi: Giacomo e il figlio Lorenzo (v. le voci); Pietro di Giacomo, podestà di Treviso (1236), poi di Milano (1237), guidò i Milanesi nella ...
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Pittore (Venezia 1696 - Madrid 1770). Tra i massimi esponenti del rococò e ultimo grande protagonista della decorazione monumentale in Europa. T. lavorò in Italia e all'estero, lasciando numerose opere, nelle quali, sempre aggiornato sulle ultime tendenze artistiche, mostra una stupefacente capacità di assorbire con naturalezza le intonazioni stilistiche dai più differenti pittori, rielaborandole poi ...
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Pittore (Venezia 1727 - ivi 1804). Figlio di Giambattista, lavorò spesso con lui (Venezia, Würzburg, Brescia, Madrid). Tra le prime opere che mostrano la vera capacità pittorica di T. vi è la villa Valmarana presso Vicenza (1757), dove l'artista dipinse nella Foresteria scene di vita quotidiana con grande libertà narrativa e felice vena satirica; seguirà qust'opera un periodo caratterizzato da accenti ...
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Doge di Venezia (m. 1249). Dopo aver organizzato nell'isola di Candia, col titolo di duca, la dominazione veneziana, insidiata dai Genovesi e da Marco Sanudo, il duca "dell'arcipelago", fu secondo podestà a Costantinopoli (1219), podestà di Treviso (1221) e di Padova (1227). Eletto doge nel 1229 a pari voti con un altro e designato dalla sorte, consolidò il dominio di Candia e prese parte alla lotta ...
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Nipote (m. 1328 circa) del doge Lorenzo. Castellano a Corone e Modone, subì un processo per peculato (1300-1301). Durante la dispendiosa guerra di Ferrara, si mise a capo, col suocero Marco Querini, di una congiura che, facendo leva sui malcontenti per la serrata del Maggior Consiglio e per l'interdetto papale che aveva colpito la città, avrebbe dovuto abbattere il dogato, anche con l'aiuto padovano, ...
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Doge di Venezia (m. 1274), figlio del doge Giacomo. Conte di Veglia, fu a capo della spedizione contro i Genovesi che culminò nella presa di San Giovanni d'Acri (1256). Podestà a Padova (1264), a Fermo (1266), a Fano (1268), fu eletto doge nel 1268. Stroncò la lega di città romagnole e marchigiane che mal tolleravano l'egemonia veneziana nell'Adriatico e acquistò Cervia alla Serenissima (1273) ...
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Patriota (Roma 1800 - Ca' Tiepolo 1849). Carrettiere, uomo assai popolare nel quartiere di Trastevere, dopo l'avvento di Pio IX (1846) fu l'organizzatore di tutte le dimostrazioni popolari romane a tendenza [...] democratica. Fu forse tra i responsabili dell'assassinio di P. Rossi. Eroico combattente contro i Francesi durante la Repubblica romana (1849), caduta Roma (3 luglio), tentò di raggiungere con Garibaldi ...
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Pittore (Venezia 1709 - ivi 1787), allievo di B. G. Tiepolo, con il quale, e con G. B. Cignaroli, collaborò nella decorazione di palazzo Labia. Dipinse specialmente affreschi (ridotto del Teatro Grande [...] di Brescia; salone e scala del palazzo Pappafava a Padova, ecc.) ...
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Pittore (Verona 1720 - Venezia 1808). Scolaro di G. B. Tiepolo. Dipinse nel soffitto della chiesa di S. Vitale a Ravenna; a Venezia lavorò, tra l'altro, nel Palazzo Ducale e nella chiesa di S. Moisè. Il [...] figlio Vincenzo (Venezia 1753 - ivi 1815) fu valente pittore di soggetti religiosi e storici e ritrattista ...
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Pittore (Milano 1814 - ivi 1869). Ispirandosi a G. B. Tiepolo, dipinse affreschi decorativi nei palazzi Litta, Poldi-Pezzoli e Serbelloni a Milano; notevoli sono le sue piccole nature morte, dipinte con [...] tecnica delicata (Milano, Brera, Galleria d'arte moderna; Torino, Museo; collezioni private) ...
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consiglio
consìglio s. m. [lat. consĭlium, della stessa radice di consulĕre «consultare»]. – 1. Suggerimento che si dà a una persona per risolvere i suoi dubbî o per esortarla a fare o non fare una cosa, generalmente con intento di procurare...
sfondare
v. tr. e intr. [der. di fondo2, col pref. s- (nel sign. 4, ma nel sign. 5 per l’accezione 3)] (io sfóndo, ecc.). – 1. tr. a. Rompere il fondo di un recipiente, spec. con il peso eccessivo del contenuto, o con un forte colpo o per...