Letterato (Vicenza 1478 - Roma 1550). Il nome di T. è noto soprattutto per la Sofonisba (1514-15, pubbl. 1524), prima tragedia 'regolare', cioè composta secondo le regole di Aristotele, e per il Castellano (1529), in cui sostenne che la lingua letteraria italiana non deve essere fiorentina né toscana, ma una lingua comune a tutta Italia, già esistente nel fondo dei vari dialetti. Scrisse, tra l'altro, ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] ). È soprattutto la morfologia verbale il settore dove le forme italiane contrastano con le varianti toscane scelte da Bembo. Trissino prima dà la forma verbale cortigiana, poi fa seguire quella toscana: il condizionale italiano in -ia nei tipi saria ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] suto, e non si fonda affatto, a differenza di Bembo, su una rigida teoria dell’imitazione. Inoltre la teoria di Trissino apre la strada ai sostenitori della legittimità del contributo regionale al lessico, cioè a coloro che avrebbero voluto aprire la ...
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L’alfabeto italiano è l’insieme dei segni grafici o ➔ grafemi (o in termini usuali, lettere) che servono a trascrivere la lingua italiana. L’alfabeto italiano prosegue l’alfabeto della lingua latina, che [...] (cfr. Maraschio 1994: 211). Questi tentativi attraversano tutta la storia della lingua italiana: si pensi che nel Cinquecento Gian Giorgio Trissino propone di indicare con ε la e aperta e con ω dapprima la o aperta poi la o chiusa (ritenendo questa ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] rimase inedita, probabilmente per scelta dell’autore, ma fu ripresa da Ludovico Martelli nella Risposta alla Epistola del Trissino, stampata sulla fine del 1524 (per alcuni studiosi il rapporto è inverso).
Nel Discorso Machiavelli indossa, sia pur ...
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La virgoletta è un segno di ➔ punteggiatura usato sempre in coppia per contrassegnare una o più parole come una citazione, un discorso diretto o una traduzione, oppure per connotare un’espressione di uso [...] invece nel ms. S del Cesano di Claudio Tolomei (1525-1529) e nell’editio princeps del Castellano di ➔ Gian Giorgio Trissino (1528) (cfr. Castellani 1995: 44-47). Nei testi citati la virgoletta ha sempre forma di coppia di virgole posta lateralmente ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] , i quali tutti fanno nel plurale in i, come è poeta poeti, amore amori, buono buoni, ragione ragioni, mano mani» (Trissino 1986: 10).
Un terzo filone di repertori cinquecenteschi ricava le regole da due varietà di lingua che tenta di integrare ...
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Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. linguistica Fino almeno al 16° sec. ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante di scrittura, e fino al 19° sec. ha conservato [...] v per la consonante fu patrocinata per la prima volta dallo spagnolo E.A. de Nebrija (1492) e in Italia da G.G. Trissino (1524); entrò nell’uso definitivamente solo dalla seconda metà del 17° sec., così per il latino come per l’italiano e per le ...
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Z
- Ultima lettera dell'alfabeto latino e dell'italiano, che corrisponde alla ζ dell'alfabeto greco. Il posto che questo segno occupa nella serie latina è dovuto al fatto che esso non esisteva fino al [...] suono sonoro indicato con dz, come in zero; i tentativi per distinguere graficamente i due suoni, iniziati già da G. G. Trissino, sono falliti, non ostante che l'esistenza di parole in cui la differenza di pronunzia della z è significativa, come in ...
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Y
Lettera estranea all'alfabeto italiano odierno; in quello latino mancava sino al tempo di Cicerone, quando vi fu accodata dandole il 22° posto; nell'alfabeto greco arcaico chiudeva la serie alfabetica, [...] al nuovo segno Y.
Delle lingue moderne, l'italiano l'ha eliminata, dopo averla usata, sino alla riforma di G. G. Trissino, nelle parole che l'avevano in latino; il francese la pronunzia i consonante quando precede una vocale, i quando segue una ...
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quassare
v. tr. [dal lat. quassare, intens. di quatĕre «scuotere», part. pass. quassus], letter. – Agitare con forza, scuotere, scrollare: venia quel Totila, quassando Con la man destra una terribil asta (Trissino); afferratolo pel petto,...
u, U
s. f. o m. (radd. sint.). – Ventesima lettera dell’alfabeto latino, che ha con la lettera V la stessa origine dall’alfabeto fenicio, e anche una storia comune fino a tempi molto vicini ai nostri. L’alfabeto latino aveva infatti in età...