La Rivoluzione scientifica: i domini della conoscenza. Il problema della generazione
Walter Bernardi
Il problema della generazione
Scienza e filosofia nella controversia sulla generazione animale
Il [...] l'anatomia degli esseri viventi, infatti, Descartes non attribuiva all'esperimento e all'osservazione un valoreassoluto, quanto piuttosto il valore di conferma dell'esattezza delle deduzioni tratte dai principî universali.
Per il filosofo del cogito ...
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GALLI, Gallo
Eugenio Capozzi
Nacque a Montecarotto, in provincia di Ancona, il 26 genn. 1889 da Vincenzo e da Anna Cicconi Massi. Frequentò la facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Roma, [...] del rapporto con gli altri incarna dialetticamente il rapporto inesauribile tra identità e differenza. L'insistenza sul valoreassoluto della trascendenza dei soggetti singoli, dell'orizzonte dell'"altro", conduceva lo spiritualismo del G. verso una ...
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ARANGIO-RUIZ, Vladimiro
Dario Faucci
Nato a Napoli il 19 febbraio 1887, da Gaetano, professore di diritto costituzionale, e da Clementina Cavicchia, seguì a Firenze il corso di lettere nell'Istituto [...] la sua fisionomia di saggista "morale" aperto ad ogni interesse della vita reale ed insieme raccolto nell'intima coscienza di un valoreassoluto (cfr. Otherworldness, in Rassegna d'Italia, I, 6 [1946], pp. 80-88). Pur senza dar luogo a grossi libri ...
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AVERANI, Niccolò
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Nato in Firenze verso la metà del '600 da Giovanni Francesco e da Margherita Sacchettini, insieme con i fratelli Benedetto e Giuseppe fu affidato al p. Glaria ed educato nel collegio [...] con buon margine di probabilità all'A.), la preoccupazione di distinguere tra Rivelazione e metafisica, la prima di valoreassoluto, la seconda legata a sistemi opinabili, tanto a quello aristotelico quanto a quello democriteo ecc.; e tra metafisica ...
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meno
méno [Der. del lat. minus, comparativo di parvus "piccolo"] [ALG] Segno con vari signif.: (a) simb. dell'operazione di sottrazione, anche nel signif. che tale operazione ha nell'algebra astratta; [...] (b) qualifica di un numero relativo negativo (per es., -5 "m. 5"); (c) l'opposto di un numero relativo positivo (il numero di uguale valoreassoluto e segno opposto: per es., -a "m. a" è l'opposto di a); (d) per un vettore v, il vettore -v è quello ...
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contrario
contràrio [agg. Der. del lat. contrarius, da contra "che sta di fronte"] [ALG] Di due numeri relativi che hanno uguale valoreassoluto ma segno diverso. ◆ [FAF] Proposizione c.: rispetto a [...] una proposizione data, quella che, dalla medesima ipotesi, trae una conseguenza (tesi) opposta; non è detto che se la proposizione data è vera, sia falsa quella c., e viceversa, in partic. potendo essere ...
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(XIV, p. 447)
La riflessione etica degli ultimi decenni del 20° sec. si presenta estremamente variegata e soggetta ad alcune importanti svolte che rispecchiano spesso mutamenti di sensibilità intervenuti [...] degli animali (v. diritti: Diritti degli animali, in questa Appendice) sul valore intrinseco anche delle loro vite. Questa impostazione non solo suggerisce comportamenti di assoluto rispetto nei confronti della vita animale in sé, ma si è spinta ...
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Filosofia
Ciò che non dipende da altro per la sua realtà, opposto quindi a ‘condizionato’, ‘dipendente’, e non esclude la relazione per la quale un altro dipenderebbe da lui.
Connesso a questo significato [...] di ‘compiuto in sé e per sé’, ‘perfetto’. Questo secondo valore prevale e caratterizza la filosofia greca, che, nella sua svalutazione del indulga ad accenti particolarmente emotivi o descrittivi.
Per il significato di valore a. in matematica ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] Riallacciandosi a Kant, J.G. Fichte pone il primato del valore sul fatto, del dover essere sull’essere: il fondamento risultato di queste elaborazioni. Ed è questo che dà luogo al sapere assoluto, un sapere cioè che ha in sé soltanto la sua misura, e ...
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Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] 65), che il fare come tale diviene non solo un valore socialmente riconosciuto, ma la base stessa della conoscenza. Quindi mediati «entrambi gli estremi». Il modello ne era l’idea assoluta, «unico oggetto e contenuto della filosofia», che contiene in ...
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assoluto2
assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà a.; volontà a.; giudizî troppo a., perentorî,...
valore
valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: un uomo, una donna di v., di...