Indirizzo filosofico tedesco sviluppatosi negli ultimi due decenni del 19° sec., i cui massimi esponenti furono R. Avenarius ed E. Mach. L'e. voleva essere un empirismo 'critico', in quanto, a differenza [...] , la base di ogni conoscenza. Su questa base si elevano i concetti scientifici, i quali non hanno un valoreassoluto (non colgono la struttura ultima della realtà), ma sono 'utili' perché permettono di rappresentare e ordinare la complessità ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Dante Alighieri
Cesare Vasoli
La mirabile costruzione della Comedia è l’esito del passaggio, attraverso le cosiddette opere minori, dal momento esistenziale e poetico della Vita nuova alla meditazione [...] il poeta si batté per la rigenerazione civile e religiosa dell’impero, lo confermarono nell’attribuire un valoreassoluto alla sua convinzione. Espresse, infatti, come politico teorico, una forma di compromesso, articolata nella Monarchia: un’opera ...
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CAMILLO, Giulio, detto Delminio
Giorgio Stabile
Nacque nel Friuli circa il 1480, sul luogo di nascita i biografi propendono per Portogruaro, ma va ricordata la testimonianza, circostanziata, di G. Cesarini [...] tutt'uno e se in lui "è assente ogni considerazione di forme architettoniche" (Weinberg) ciò avviene per il valoreassoluto ed esemplare dei loci o modelli della topica, che presiedono indifferentemente alla costruzione d'un discorso tanto oratorio ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Aldo Capitini
Carlo Altini
Filosofo e pensatore religioso, Aldo Capitini è stato attivo nella vita pubblica italiana (dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta), mantenendo una dialettica aperta tra [...] quale, hegelianamente, devono essere calati gli elementi ideali e utopistici, che tuttavia mantengono il loro valoreassoluto in quanto atto dell’anima e «persuasione infinita». Nell’instancabile attività capitiniana di organizzazione di associazioni ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Carlo Michelstaedter
Fabrizio Meroi
Il pensiero di Carlo Michelstaedter, figura di primo piano nel panorama filosofico europeo dell’inizio del Novecento, è stato spesso interpretato – sulla scorta, [...] come Michelstaedter descrive la condizione degli uomini che, per sfuggire all’illusione del «piacere», si abbandonano a quella di un «valoreassoluto»:
Sono ancora cosa fra le cose, schiavi del più del meno, del prima del dopo, del se del forse, in ...
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CARLINI, Armando
Claudio Del Bello
Nacque a Napoli il 9 agosto del 1878 da Clemente e da Teresa Guglielmini, ma rimase completamente estraneo all'ambiente culturale napoletano dal momento che la sua [...] dall'arte e dalla poesia, dall'estetica, che introduce al mondo dei valori, unificati, nella terza fase, dal principio teologico-metafisico, valoreassoluto, spirito assoluto. Tale assolutezza non va però vista come estranea e trascendente, bensì ...
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FASSÒ, Guido
Franco Tamassia
Nacque a Bologna il 18 ott. 1915 da Emesto, generale dell'esercito, e da Cesarina Barbieri. Trascorse l'infanzia e l'adoloscenza a Mondovì, Parma e Mantova. Sostenne la [...] alle forme della istituzionalità e della giuridicità. La storia, infatti, in nessuno dei suoi aspetti è portatrice di Valoreassoluto specialmente in relazione ai rapporti tra religione e vita sociale.
L'esperienza storica si risolve nell'esperienza ...
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induzione
induzióne [Der. del lat. inductio -onis, dal part. pass. inductus di inducere "indurre" (→ induttivo)] [FAF] Procedimento logico, opposto a quello della deduzione, per cui dall'osservazione [...] e poi sono leggermente separati ed estratti dal campo (in modo che su ognuno resti la sua carica indotta); misurando il valoreassoluto q di una qualunque delle due cariche, è D=q/S. La proprietà fondamentale di tale vettore è di essere in relazione ...
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matrice
matrice [Der. del lat. matrix -icis "utero, madre"] [LSF] Raro nel signif. di cosa da cui se ne trae un'altra, indica in genere, concret., la struttura principale di un corpo, nella quale eventualmente [...] , e i metodi iterativi, che si possono applicare quando nella m. gli elementi della diagonale principale sono, in valoreassoluto, molto maggiori degli altri; sia gli uni che gli altri sono ben adattabili alle esigenze degli elaboratori elettronici ...
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DE LEVA, Giuseppe
Sergio Cella
Nacque a Zara da nobile famiglia d'origine spagnola il 18 apr. 1821, figlio di Cesare e di Angela Nachich-Voinovich. Compì gli studi ginnasiali a Zara e subì nel 1840 [...] con occhio critico alla storia della Rinascenza, e ne vedeva i limiti nel "difetto di fede in ciò che ha valoreassoluto". Era attirato dalle figure dei riformatori religiosi, come Gaspare Contarini, e degli eretici attivi nel Veneto nel secolo XVI ...
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assoluto2
assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà a.; volontà a.; giudizî troppo a., perentorî,...
valore
valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: un uomo, una donna di v., di...