Principe-sacerdote delle città di Sumer, assommava in sé il supremo potere religioso e civile; talvolta era solo un vassallo che riconosceva la supremazia di un re; quando riusciva a sottomettere altre [...] città, assumeva il titolo di lugal («grande uomo», «re») ...
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Titolo nobiliare, frequente in Francia e in Inghilterra assai più che in Italia, che nella gerarchia araldica segue quello di conte.
L’elmo di v. è di argento rabescato, bordato d’oro, posto per due terzi [...] i beni del sovrano, avevano anche incombenze giudiziarie e di governo locale. Quando le città passarono sotto il dominio dei vescovi, il v. si trasformò in vassallo vescovile, mantenendo il carattere di rappresentante del potere militare. ...
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Nobiltà
Claudio Donati
Introduzione
Chi si proponga di fornire una definizione della nobiltà che ne consideri al tempo stesso le caratteristiche strutturali e l'evoluzione storica, deve preliminarmente [...] XIX secolo sembrerebbe molto facile: essa comprendeva i vassalli immediati o mediati dell'imperatore, i quali nell (Kurfürsten); e se l'eleggibilità era in teoria estesa a qualsiasi vassallo imperiale, di fatto dal 1452 in poi, con una sola eccezione ...
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vassallo
s. m. e agg. [dal lat. mediev. vassallus o vasallus, voce di origine celtica]. – 1. Nella società feudale, uomo libero che si assoggettava a un signore promettendogli fedeltà in cambio di protezione. 2. estens. e fig. a. Individuo...