spalla
Nel senso proprio, come parte del corpo umano, s. può indicare sia il " dorso ", sia, più limitatamente, la sola parte superiore di esso, l' " omero " (v.), e ricorre alcune volte nell'Inferno, [...] If X 3; cfr. anche Pg XVIII 90); ‛ tener volte le s. ' a qualcosa serve a precisare una posizione e un orientamento (il VegliodiCreta tien volte le spalle inver' Dammiata / e Roma guarda, If XIV 104); ‛ volgere le s. a ' significa " allontanarsi in ...
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eleggere
Il verbo ha il senso fondamentale di " scegliere " che è nel latino eligere, da cui discende per tramite dotto, e può riferirsi a cosa e più spesso a persona, tanto in prosa che in poesia. Ha [...] qui ad coenam nuptiarum Agni vocati sunt ".
Per il valore attributivo, cfr. If XIV 109 [il vegliodiCreta] da indi in giuso è tutto ferro eletto, cioè " purissimo ", " di eccellente qualità " (cfr. fin oro, puro argento, ai vv. 106 e 107); in Pd IX ...
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Flegetonte (Flegetonta)
Pietro Mazzamuto
È il terzo dei fiumi dell'Inferno. D. immagina che esso nasca dal riaffiorare, nel cerchio dei violenti, della corrente fluviale prodotta dalle lacrime del Veglio [...] diCreta (If XIV 103-142). Si presenta come la riviera del sangue in la qual bolle / qual che per vïolenza in altrui noccia (If XII 46-48); attraversa il girone dei violenti contro il prossimo, che vi stanno immersi (vv. 124-132); gira attorno alla ...
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oro
Alessandro Niccoli
Presente nella Commedia (26 volte) e nel Convivio (13 volte); compare anche nel Fiore e nel Detto, rispettivamente con cinque e tre esempi. Frequentemente è in coppia con argento, [...] quasi rubin che oro circunscrive; Cv IV XXV 5; If XIV 112 (dove il sostantivo, usato assolutamente, indica la testa del vegliodiCreta, formata d'oro).
In due esempi, con riferimento alla mitica età dell'o. (v.), è assunto a simbolo della purezza e ...
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accogliere
Amedeo Quondam
. In senso proprio, come " ricevere " una persona con un particolare atteggiamento (in D. sempre favorevole) dell'animo, è usato in Pg XIV 6 (dolcemente... acco'lo, suggerisce [...] ricchezze), e in If XIV 114, riferito alle lagrime del VegliodiCreta le quali, accolte, fóran quella grotta; così in IV 9 del v. 100, cioè Dio); Rime XCI 42 e CII 37 (diverso il caso di If XXIX 100 Lo buon maestro a me tutto s'accolse, che vale " s' ...
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destro
Presenta un numero piuttosto elevato di occorrenze, esclusive della Commedia, con una sola eccezione per il Convivio e una per le Rime. Si riferisce talvolta a una parte del corpo umano, da contrapporre [...] 'l destro piede [del VegliodiCreta] è terra cotta; XXXI 87 el tenea soccinto / dinanzi l'altro e dietro il braccio destro; Pg XIII 14), oppure a qualcosa " che sta a destra ": If XXXIV 43 la destra [delle tre facce di Lucifero] parea tra bianca e ...
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Scherillo, Michele
Nicolò Mineo
Critico (Soccorso, Napoli, 1860 - Milano 1930). Si formò a Napoli con lo Zumbini, il Kerbaker, il D'Ovidio; nel 1893 ottenne la cattedra di letteratura italiana nell'Accademia [...] Scienze e Lettere " XXX (1897); Manfredi, in Con D. e per D., Milano 1898; Rassegna di studi danteschi, in " Nuova Antol. " XXXIV (1899); Capaneo e il VegliodiCreta, Napoli 1900; Matelda svelata, in " Rivista d'Italia " III (1900); D. e lo studio ...
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formare
Vincenzo Valente
Verbo di uso poetico, con eccezione di una sola occorrenza nel Convivio. Il senso prevalenet è " creare ", " generare ", che si desume dai seguenti esempi: veggendo in lei [Beatrice] [...] poi molto comune, il participio f. vale " fatto di " o " in forma di ", riferendosi alla materia o all'aspetto in cui si presenta qualche cosa: così, del vegliodiCreta è detto che la sua testa è di fin oro formata (If XIV 106), e dell'arcangelo ...
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fino (fine)
Bruno Basile
Compare in tutte le opere di D., anche se con frequenza non alta. In un primo gruppo di occorrenze, il significato fondamentale è quello di " puro ", " esente da impurità ", [...] vegliodiCreta (il Boccaccio interpreta f. come " carissimo, e bello e puro "), in cui nondimeno l'aggettivo appare calcato dal passo di fin balasso in che lo sol percuota, fin è attributo di una gemma evocata nel suo splendore dai libri lapidum o da ...
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Rea
Antonio Martina
Antichissima divinità, detta anche Cibele; era figlia di Urano (il Cielo) e Gea (la Terra), moglie di Saturno (Crono, il Tempo) e madre di Vesta, Cerere, Giunone, Plutone, Nettuno [...] celarlo meglio, / quando piangea, vi facea far le grida, e la sua descrizione costituisce il maestoso sfondo su cui si staglia il gran vegliodiCreta. Il passo dantesco è, a tratti, ricalcato su versi virgiliani. Per il v. 94 cfr. Aen. III 104-105 ...
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veglio
vèglio agg. e s. m. [dal provenz. vielh, che (come il fr. ant. vieil) è il lat. vĕtŭlus; v. vècchio], ant. o poet. – Vecchio; raram. riferito a cose: gli molti esempi che già letto De’ capitani avea del tempo v. (Ariosto); normalmente...
salvo
agg. [lat. salvus, della stessa radice di salus «salute»]. – 1. a. Che ha superato un pericolo, anche grave, senza subire alcun danno; incolume, illeso, intatto: è difficile uscire salvi da imprese di quel tipo; l’aereo è stato costretto...