BERARDI, Carlo Sebastiano
Francesco Margiotta Broglio
Nacque a Oneglia il 26 agosto 1719 da Carlo Antonio, tesoriere regio della provincia, che lo avviò alla carriera ecclesiastica. Compì gli studi [...] brutto verme dell'altrui invidia che aveva rotto la guerra alla sua dottrina" avrebbe "attentato a, suoi giorni con lento veleno" (p. 118).
La sopravvivenza dell'opera dei B. è mostrata dalle numerose ristampe e dai compendi postumi che vennero fatti ...
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CAETANI, Guglielmo
Gaspare De Caro
Nacque nel 1465, ultimo figlio di Onorato (III), signore di Sermoneta e Caterina Orsini, appartenente alla nobile famiglia romana. Nel 1482, emulando il fratello primogenito [...] per il protonotario, in virtù della confessione, nel carcere perpetuo: un'ultima irrisione, questa, poiché Giacomo Caetani moriva di veleno in Castel Sant'Angelo nel luglio successivo. I feudi dei Caetani furono venduti, il 12 febbr. 1500, a Lucrezia ...
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PELLEGRINI, Giovanni Antonio
Enrico Lucchese
PELLEGRINI, Giovanni Antonio (Antonio, Gianantonio). – «Nacque in Venezia il dì 29 aprile, nel 1675, e battezzato fu nella parrocchia di S. Polo. Il padre [...] di Magonza, per due dipinti (Pommersfelden, castello di Weißenstein) raffiguranti Ercole e i pomi delle Esperidi e Sofonisba riceve il veleno (Knox, 1995, p. 181).
Nel gennaio 1725 si trasferì alla corte di Augusto II. A Dresda Pellegrini decorò due ...
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GUAZZALOTTI, Filippo
Giorgio Tamba
Nacque a Prato verso il 1330 da Chiolo di Filippo. Ignoto è il nome della madre.
Molti membri del suo vasto gruppo familiare, tra cui i suoi diretti ascendenti, erano [...] 15 giugno (Guasti, 1880, p. 90). La Cronaca di Pietro Minerbetti (p. 105) ne attribuisce invece la causa a un veleno propinatogli per istigazione di Gian Galeazzo da Paolo Savelli, di cui il G. era prigioniero. Nonostante le tinte decisamente fosche ...
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GALEOTA, Mario
Alessandro Pastore
Nacque nel Regno di Napoli tra gli ultimi anni del '400 e i primi del '500 da Giovanni Berardino e da Andreana Lazza. La famiglia, che già godeva del feudo di Casaterra, [...] della funzione e delle idee dell'accusato, qualificato come "docto, soctile et destro nel ragionare, senza scoprir il veleno". I riferimenti ai libri posseduti, letti o fatti copiare (soprattutto i commentari biblici e le altre opere di Valdés ...
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antimachiavellismo
Alessandro Campi
Tra il giudizio che si legge nell’Apologia ad Carolum V del cardinale Reginald Pole (→), che nel 1539 definiva il Principe un libro «scritto dal dito di Satana» e [...] in un poemetto in latino dedicato a Elisabetta presenta un M. spaventevole e sinistro: «in bocca nascondo il veleno / Il mio respiro si carica di mille veleni / Il mio sguardo è di ferro, / il sentimento degno del dio dell’inferno»). Nell’Inghilterra ...
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Gentillet, Innocent
Vincenzo Lavenia
Nacque intorno al 1532 nel Dauphiné, forse a Vienne. Si formò come giurista e fu un esponente del fronte ugonotto durante le guerre civili francesi. Dopo la strage [...] la religione riunite nella seconda parte contribuirono a fissare la lettura di M. quale epicureo maestro dell’impostura e del ‘veleno’ ateistico (con riferimento a Principe xviii e a Discorsi I xi-xiv e II v). In sintonia con polemisti cattolici ...
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MALATESTA (de Malatestis), Roberto detto Roberto il Magnifico
Anna Falcioni
Figlio naturale di Sigismondo Pandolfo, signore di Rimini, e della nobildonna fanese Vannetta di Galeotto Toschi, nacque a [...] che, ritiratasi da tempo a vita privata, fu colpita da una febbre acuta, a parere di qualcuno proditoriamente aiutata dal veleno.
Tramontata sul finire del 1470 con la morte dei fratellastri l'epoca del governo consortile, il M. rimaneva l'unico ...
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SCHUBERTH, Federico Emilio (Emilio Federico)
Maria Natalina Trivisano
– Nacque l’8 giugno 1904 a Napoli, figlio di Gotthelf e di Fortura Vittozzi.
Venne alla luce nel pieno centro storico di Napoli, [...] una leggenda, non sarebbe del tutto inutile a temperare la brutalità della vita odierna. Considerate dunque la mia moda come un contro-veleno e sarete nel vero» (Vanessa, 1946, p. 5).
Fonti e Bibl.: Materiale sulla vita e sull’opera di Schuberth è ...
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latinismi
Bruno Migliorini
Non c'è bisogno di ricordare quale importanza abbia avuto durante i secoli l'arricchimento del lessico italiano (come del resto quello delle altre lingue europee occidentali) [...] come la rima) o quelli esterni (raggruppamento dei codici in famiglie) permettono di accertare l'uso dantesco. D. avrà preferito veleno oppure veneno? ovvero qualche volta avrà scritto in un modo e qualche altra nell'altro? Questa terza ipotesi è, si ...
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veleno
veléno (poet. venéno) s. m. [lat. venēnum, prob. affine a Venus «Venere», e quindi con il senso originario di «filtro amoroso»]. – 1. a. Sostanza di origine esogena che, introdotta per qualsiasi via, anche in dosi relativamente piccole,...
velenoso
velenóso (letter. ant. venenóso) agg. [dal lat. tardo venenosus, der. di venenum «veleno», rifatto su veleno]. – 1. Che agisce come veleno, che contiene o elabora o inietta sostanze tossiche: sostanza v.; un liquido v., una pozione...